sabato 7 novembre 2009

CASO MARAZZO PERCHE' NON PUO' FARLO?

.....E cadono come tutti col naso nel rigagnolo, direbbe Victor Hugo, per “colpa di Voltaire”. Perché? Perché, oltre la fissa antiberlusconiana, l’altra pista seguita dagli ultimi quindici anni del partito degli onesti è che la modernizzazione, il progresso, il secolarismo non si discutono, ci sono e basta. Non si giudicano le forze misteriose della storia. Si cavalcano. Gli esseri umani? Si devono adattare. Stop. La “facoltà del giudizio” come la chiamava Hannah Arendt? Sì vabbè. Però quel che conta è l’adattamento. Il progressista, il manipulitista, l’onesto è questo: colui che ha dismesso la sensibilità alla verità, a meno che essa non sia relativa. Apice pubblico di questa posizione è la famosa frase che puntualmente ritorna ad ogni dibattito per esempio eticamente sensibile in cui si chiede all’interlocutore: «Scusa, ma se tu non lo fai, perché devi impedirlo a me?»......


La domandina moralmente superiore mancata a Repubblica sul caso Marrazzo

di Tempi
Ancora qualche giorno fa, Mario Pirani vaneggiava intorno al caso Marrazzo propinando al povero lettore la solita manfrina della superiorità morale di casa Repubblica. Il che non è soltanto segno di mancanza del senso del ridicolo, ma è specialmente sintomo di una mancata elaborazione del lutto. Di riffa o di raffa, gli italiani hanno infatti capito che coloro che da trent’anni agitano la “questione morale”, sia pure a corrente alternata (ciò che vale per il governo di Silvio non vale per quello di Romano), non hanno nessuna morale.

E non l’hanno perché a differenza di coloro che pensano di cogliere in fallo ogni giorno e ogni giorno sputtanare, costoro hanno già da tempo segato il ramo su cui stavano seduti tutti. E cadono come tutti col naso nel rigagnolo, direbbe Victor Hugo, per “colpa di Voltaire”. Perché? Perché, oltre la fissa antiberlusconiana, l’altra pista seguita dagli ultimi quindici anni del partito degli onesti è che la modernizzazione, il progresso, il secolarismo non si discutono, ci sono e basta. Non si giudicano le forze misteriose della storia. Si cavalcano. Gli esseri umani? Si devono adattare. Stop. La “facoltà del giudizio” come la chiamava Hannah Arendt? Sì vabbè. Però quel che conta è l’adattamento. Il progressista, il manipulitista, l’onesto è questo: colui che ha dismesso la sensibilità alla verità, a meno che essa non sia relativa. Apice pubblico di questa posizione è la famosa frase che puntualmente ritorna ad ogni dibattito per esempio eticamente sensibile in cui si chiede all’interlocutore: «Scusa, ma se tu non lo fai, perché devi impedirlo a me?».
Ecco, avremmo voluto sentir rivendicare questo, a titoli cubitali. Marrazzo. Ma se voi non lo fate, perché non lo può fare lui? E invece no. Vaneggiano e stanno con la loro superiorità morale un po’ come stanno d’autunno sugli alberi le foglie

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