sabato 1 ottobre 2011

Fratta Pasini: perché lo Stato vuole un Paese per vecchi?

FAMIGLIA/ Fratta Pasini: perché lo Stato vuole un Paese per vecchi?
Carlo Fratta Pasini,


(Lorenzo Torrisi)
Mercoledì prossimo, 5 ottobre 2011, alla Fiera di Verona Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, terrà una conferenza dal titolo “L’esperienza della famiglia. Una bellezza da riconquistare” nell’ambito del Family happening, un evento che si svolge da sette anni nella città veneta.

presidente del Consiglio di sorveglianza del Banco popolare e numero uno di Assopopolari, è tra i principali sostenitori della manifestazione, assieme a Paolo Biasi, presidente della Fondazione Cariverona, e di Paolo Bedoni, presidente di Cattolica Assicurazioni.

Avvocato Fratta Pasini, da che cosa nasce l’idea di questo incontro? Perché la scelta di far intervenire Carrón?





Da qualche tempo seguiamo con interesse l’evento del Family happening e abbiamo pensato che non potesse immaginarsi un’iniziativa migliore che riflettere sul valore e sulla bellezza della famiglia, affidandone la guida al padre spirituale di una comunità di famiglie e di una compagnia di intraprese che costituiscono una presenza significativa e vivace nella realtà veronese e più in generale di tutto il nord-est.

Perché un banchiere pensa che sia importante un incontro dedicato alla famiglia?

Perché la famiglia è esperienza e dimensione di relazioni e di vita per ogni uomo, anche di quelli che si occupano di banca.


Cosa le suggerisce il titolo dell’incontro di Carrón?


Il titolo sorprende, perché sostituisce il consueto riferimento al valore o ai valori della famiglia con il riferimento alla sua bellezza, e indica un modello alto di famiglia, dove le relazioni familiari possano essere vissute in intensità, pienezza e armonia.


Che reazione si aspetta dalla città di Verona?


Non penso a una reazione all’evento. Penso piuttosto che i pensieri di don Carrón potranno trovare attenzione e portare buoni frutti nel tempo, non solo in un mondo cattolico variegato e vitale come quello veronese, ma più in generale in una società disorientata nella quale la famiglia, anche se spesso vissuta in declinazioni fragili, continua peraltro a rappresentare un punto di riferimento.


Pensando all’attuale crisi finanziaria ed economica, la famiglia viene vista come una delle “vittime” della situazione. Lei pensa che possa avere un ruolo diverso, magari di protagonista di un cambiamento?


Credo che la famiglia sia la speranza del nostro Paese, non solo per la propensione al risparmio o perché costituisce la base di tante piccole imprese, quanto perché la vita comune e soprattutto quella politica hanno la necessità di riscoprire i valori propri della dimensione familiare.

Quali sono questi valori? E perché sono importanti?

Relazioni gratuite, bene comune, capacità di rinunciare oggi per costruire un futuro migliore, propensione alla vita come nascita e crescita, solidarietà, giusto ruolo del merito e del bisogno, orizzonte di lungo periodo, superamento dei conflitti generazionali. Tutto ciò che è proprio della famiglia sembra oggi necessario e mancante alla nostra comunità politica e sociale. E quindi dovremmo ricominciare dalla famiglia senza dimenticare che, come ci ha insegnato Gesù, la relazione familiare è anche il modello della nostra relazione con il Padre celeste.

Se la famiglia è così importante per il bene comune, perché secondo lei non è tutelata dallo Stato?

Forse perché il nostro è un Paese di vecchi, con politici impegnati a farne un Paese vecchio e per vecchi. La politica per la famiglia non è quindi solo esclusa dalle politiche correnti, ma ne è lontana, quasi agli antipodi.



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