mercoledì 16 marzo 2011

CARO SOCCI IO NON LITIGO CON LA CHIESA


.....L’Elefantino, spiega, anzitutto in merito alla pubblicazione di una serie di articoli sul testamento biologico che sostengono che aprirà le porte alla cultura eutanasica: «In questa posizione c`è del giusto, e sostenerla non vuol dire litigare con la chiesa ma dissentire da un orientamento dei vescovi. Però non è la mia. Io accetterei senza problemi una disposizione che rafforzi il codice quando proibisce ogni forma di omicidio, anche del consenziente, mi sembrerebbe una misura semplicemente razionale».

Sul Papa ad Assisi, poi, argomenta: «La mia opinione personale è che il Papa è in piena legittimità nell`andare ad Assisi, e che nonostante dubbi identitari legati al conflitto in corso da sempre tra le civiltà, non c`è incompatibilità tra Assisi e la logica della istruzione Dominus Iesus (2000), in cui l`allora cardinale Ratzinger parlò di Cristo come unico mediatore di salvezza, o il meraviglioso discorso di Ratisbona, che fu seguito da una rotta morale e politica dell`occidente nel più totale isolamento del Pontefice di fronte all`attacco selvaggio dell`islam politico»....


LA RISPOSTA DI FERRARA A SOCCI - Il direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara risponde dalle pagine di Libero ad Antonio Socci. Socci aveva avanzato l’ipotesi che alcune prese di posizione polemiche nei confronti della Chiesa di Ferrara derivassero da una frattura profonda risalente ai tempi della sua lista contro l’aborto.



Giuliano Ferrara risponde, sulle pagine di Libero, ad Antonio Socci che aveva scritto al direttore del Foglio - dopo una serie di articoli “polemici” di quest’ultimo su alcune scelte delle gerarchie vaticane e sulla posizione assunta dalla Chiesa in merito al biotestamento -: «credi di stare a polemizzare con la Chiesa e così credono anche gli altri. Ma in realtà, come Giacobbe che lottò con l`angelo tutta la notte, è con Dio, con l`Uomo-Dio che stai lottando. C`è un solo modo per vincere: assecondare quel fascino che avvertiamo, far vincere il nostro cuore, lasciarsi salvare». L’Elefantino, spiega, anzitutto in merito alla pubblicazione di una serie di articoli sul testamento biologico che sostengono che aprirà le porte alla cultura eutanasica: «In questa posizione c`è del giusto, e sostenerla non vuol dire litigare con la chiesa ma dissentire da un orientamento dei vescovi. Però non è la mia. Io accetterei senza problemi una disposizione che rafforzi il codice quando proibisce ogni forma di omicidio, anche del consenziente, mi sembrerebbe una misura semplicemente razionale».

Sul Papa ad Assisi, poi, argomenta: «La mia opinione personale è che il Papa è in piena legittimità nell`andare ad Assisi, e che nonostante dubbi identitari legati al conflitto in corso da sempre tra le civiltà, non c`è incompatibilità tra Assisi e la logica della istruzione Dominus Iesus (2000), in cui l`allora cardinale Ratzinger parlò di Cristo come unico mediatore di salvezza, o il meraviglioso discorso di Ratisbona, che fu seguito da una rotta morale e politica dell`occidente nel più totale isolamento del Pontefice di fronte all`attacco selvaggio dell`islam politico»
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Il caso della rupe di Orvieto, infine, con il suicidio di un diacono e la rimozione di un vescovo: «Ho detto due sole povere cose. La prima: è legittimo stabilire che un giovane non ha le caratteristiche necessarie all`ordinazione, accettare le dimissioni di un vescovo nella forma di una rimozione, e da parte del vescovo è anche legittimo obbedire e parlare, come suggeriva san Paolo, opportune et inopportune. Ma è sbagliato invece farsi pervadere dalla cultura del secolo, e non dalla migliore, accettando che sia un esame psicologico, presuntivamente scientifico, a decidere quel che la chiesa maestra di umanità può e deve decidere con i suoi antichi mezzi».

E ancora: «Quando la chiesa decidesse di superare il celibato, un laico come me accetterà la cosa senza problemi, figuriamoci, ma se a fare una campagna intrusiva contro la castità è il secolo, con la grottesca e planetaria invenzione di una speciale predisposizione del clero alla pedofilia, e se la chiesa su questo punto cede terreno, io mi sento privato di una delle libertà fondamentali del mio mondo tollerante e civile: la libertà di religione».

Un commento, infine, sul proprio tanto discusso e travagliato rapporto con la fede: «Non ho la fede, questo è un fatto. Non ne affetterei pubblicamente la venuta all`occasione. Per ragioni riguardanti la mia a personale, subirei questa grazia in silenzio. Ma mi considero un po, con il beneficio di quella che a me pare una saggia ironia, vir ecclesiaticus. Per questo, caro Antonio, anche nel "litigio" cerco di essere pudico».


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