mercoledì 20 giugno 2012

Dal terremoto dell’Emilia: “Quel che ci è chiesto ora è di sostenere la speranza”


Ora nella zona in cui abito per un raggio di 30 km, non c’è più una chiesa, sono tutte fortemente danneggiate. Di fronte a questo mi dicevo: ora Gesù dobbiamo essere noi a renderti presente nel mondo.
Quel che c’è chiesto ora è di sostenere la speranza, che per tutti sia evidente che il Signore è più forte del terremoto.
Carissimi amici vi ringrazio della vostra vicinanza e delle vostre preghiere, vi chiedo di continuare a pregare perché noi possiamo essere testimoni di Gesù: unica vera Speranza.


dal webTratto da Anna Vercors il 16-06-2012
Una testimonianza dall’Emilia scossa dal terremoto:
Carissimi amici vi volevo raccontare ciò che ho vissuto in quest’ultimo periodo.
La zona in cui abito dal 20 maggio è soggetta a scosse continue di terremoto.  Il 20 ci siamo svegliati nel cuore della notte (erano circa le 4) con una violentissima scossa; tutto era in terra, i mobili spostati dal muro, tutto era in movimento. Con le prime luci del giorno abbiamo cominciato a vedere parecchie chiese danneggiate, così pure tutto ciò che è legato alla nostra storia, raso al suolo. 500 anni di storia in polvere in 20 secondi.




Abbiamo passato alcuni giorni con varie scosse più leggere, si dormiva in macchina poi piano piano l’attività lavorativa per molti era ri-iniziata.
Martedì 29 è stata una giornata terribile, tutto è iniziato alle 9 con la prima scossa, ero in centro a San Possidonio e in un attimo tutto ha cominciato a muoversi, il campanile è crollato a pochi metri da me, l’asfalto della strada si muoveva in continuazione, i palazzi oscillavano. Le persone intorno piangevano, urlavano occhi smarriti e disperati ovunque.
Il mio primo pensiero è stato di chiedere al buon Dio di rendersi presente e nel frattempo mi risuonavano le parole di Giobbe “ Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore”.
Sono tornata a casa di corsa e ho cominciato la ricerca dei miei familiari e dei miei amici più vicini: i telefoni, le strade, tutto era bloccato.
Dopo alcune ore ho saputo che tutti stavano bene.
La terra ha tremato per parecchie ore di continuo in maniera molto forte, si udivano rumori di crolli intorno e intanto arrivavano le prime notizie di persone sotto le macerie.
Che cosa porto nel cuore dopo tutto questo?
-         Una grande pace. Il Signore si è reso presente subito attraverso una compagnia di amici che non ci ha lasciato soli. Centinaia di messaggi e telefonate (il primo è stato Alberto che dopo pochi minuti nel cuore della notte mi chiede: come stai?) Ogni sera sono commossa e grata della vostra vicinanza, segno del Suo abbraccio e mi ritorna alla mente ciò che ci ha richiamato Carron al trentennale di Famiglie per l’accoglienza: “ ti ho amato di un amore eterno e ho avuto pietà del tuo niente”.
-         C’è chiesta una povertà, alcuni nostri amici hanno perso la casa o il lavoro, molti di noi non riescono a rientrare nelle abitazioni o perché sono troppo lesionate o perché è troppa la paura. Con il terremoto io ho perso una casa di campagna e dentro avevo tutti i mobili e gli oggetti personali di 30 anni della mia vita: dai libri, le foto, i vestiti……  Per noi è evidente che ti puoi alzare nel cuore della notte e non avere più nulla di tutto quello che era tuo. Tutto quello che c’è, mi è dato, compresa la mia vita. Che stupore alzarsi con questa coscienza ogni mattina, il cuore trabocca di gratitudine perché ci sono, perché ci sono i miei cari e ci sono tutti i miei amici.
Continuo a essere scelta e amata da Gesù e avverto questa preferenza come la cosa più preziosa per la mia vita.
Ora nella zona in cui abito per un raggio di 30 km, non c’è più una chiesa, sono tutte fortemente danneggiate. Di fronte a questo mi dicevo: ora Gesù dobbiamo essere noi a renderti presente nel mondo.
Quel che c’è chiesto ora è di sostenere la speranza, che per tutti sia evidente che il Signore è più forte del terremoto.
Carissimi amici vi ringrazio della vostra vicinanza e delle vostre preghiere, vi chiedo di continuare a pregare perché noi possiamo essere testimoni di Gesù: unica vera Speranza.

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