sabato 15 marzo 2008

L'AMORE E' QUELLO CHE CAPISCE COME UN ROSSETTO POSSA CAMBIARE IL MONDO

Ricordando che la cattedrale è il luogo in cui Dio abita la città, suggerisce il valore dell’incontro tra un’espressione così significativa della società civile e la Chiesa. Marcos Zerbini racconta la gratitudine per l’incontro tra il movimento dei Trabalhadores sem terra e CL attraverso la gratitudine verso alcune persone.

Riceviamo, e con grandissima gioia pubblichiamo la cronaca di come davanti all'arcivescovo di San Paolo del Brasile Julián Carròn abbia accolto in Comunione e Liberazione il movimento dei Senza Terra guidato da Cleuza Ramos e Marcos Zerbini.(centro culturale Lugano)

San Paolo del Brasile, 11 milioni di abitanti. Plaza da Fe, piazza della fede, cuore della città, una domenica pomeriggio di febbraio.
Palco, striscioni, altoparlanti e una folla enorme, preludio di festa. Tutto pronto per un grande evento. La polizia stima 50.000 persone, forse sono un po’ meno per via della pioggia, comunque una marea di giovani fitti fitti; per avvicinarti al palco devi insinuarti e strisciare nel tunnel degli ombrelli. È evidentemente un avvenimento importante. Leggendo gli striscioni si capisce di cosa si tratta: tutta questa gente è venuta a consegnare alla sequela di don Julian Carron il proprio movimento, quello dei Trabalhadores sem terra di San Paolo, oltre 120.000 persone, che ha come leader Marcos Zerbini e Cleuza Ramos.

Gli striscioni parlano chiaro: danno il benvenuto a Carron, ringraziano, dicono che dall’incontro con Comunione e Liberazione hanno imparato a guardare le cose in un modo nuovo, che consegnano il movimento a Carron. Piove. È la stagione delle piogge qui a San Paolo, e, come dice Marcos Zerbini, qui non è come a Roma, memore della giornata dell’incontro del 24 marzo 2007 con il Papa, in Piazza San Pietro, qui in Brasile quando piove, piove sul serio. Infatti i piani della festa vengono sconvolti.

Alle 16, l’ora x, Marcos prende il microfono e invita la gente ad entrare dentro la Cattedrale, perché “l’evento” si svolgerà lì. Non più una festa di piazza ma una festa di Chiesa. Resta fuori la gran parte della gente, gli altoparlanti con la musica, gli striscioni, il chiasso della piazza ed entriamo in questa bellissima cattedrale di 100 anni, dedicata alla Madonna Assunta (nella foto).
Sembra un dettaglio, ma già in questo fatto si coglie lo spirito di Cleuza e Marcos: noi abbiamo organizzato tutto, abbiamo predisposto gli strumenti, ma la forma che prende questo evento la decide Colui per il quale siamo qui. Con loro succede che anche parlando del tempo arrivi a parlare del destino. Tutto quello che succede, con loro, anche la pioggia, non è mai banale. Così l’incontro tra questa folla, questo movimento, e Comunione e Liberazione assume un tono più solenne. Il Cardinale Odilo Pedro Scherer, che ha accolto la folla nella Cattedrale all’ultimo momento, dice la sua sorpresa per l’enorme numero di giovani e ci fa intravedere il segno di Dio che porta nella Chiesa un evento di Chiesa.

Ricordando che la cattedrale è il luogo in cui Dio abita la città, suggerisce il valore dell’incontro tra un’espressione così significativa della società civile e la Chiesa. Marcos Zerbini racconta la gratitudine per l’incontro tra il movimento dei Trabalhadores sem terra e CL attraverso la gratitudine verso alcune persone. E in particolare Mario Molteni, che in questi quattro anni di vita li ha aiutati in vari momenti di difficoltà, e Giorgio Vittadini che con la “storia del rossetto”, ha determinato esperienze nuove nelle loro comunità.

Aveva infatti raccontato loro che don Giussani, di fronte alla delusione dei suoi per l’uso dei soldi da parte di una donna povera della “bassa milanese”, che aveva speso denaro per comprare un rossetto, aveva risposto che non si può misurare l’effetto di un rossetto, se restituisce a una donna attraverso il desiderio del bello il senso della dignità di sè. Donna Cleuza ha fatto suo questo giudizio, introducendo nelle comunità del movimento centri di bellezza femminile, trasformandone radicalmente la percezione di sé.
Poi Marcos ha ringraziato Enzo e Rosetta, due persone che hanno vissuto l’inizio del movimento di CL e della sua presenza in Brasile. Non se lo aspettavano, e li ha colti l’emozione. Enzo condivide ora la vita con gli Zerbini a San Paolo, mentre Rosetta continua con le sue opere educative a Belo Horizonte. Marcos con questo gesto ha rivelato ancora una volta una grande empatia con CL, cogliendo la coincidenza tra storia e presente di CL in queste due persone, segnate da Cristo attraverso il carisma di don Giussani e fedeli ad esso, per questo sempre nuove nel loro cammino e compagnia per lui. “La nostra vita – ha detto Marcos – è passata attraverso tanti sì.

Grazie al nostro sì all’incontro con il carisma di don Giussani, quattro anni fa, la nostra storia è diventata così bella. Ed è attraverso voi, amici del movimento dei Trabalhadores sem terra, attraverso il vostro sostegno, che abbiamo potuto dire sì”. Cleuza è intervenuta rivolgendosi a don Carron dando carne alla “consegna”. Lo guarda e gli dice “Carron” quasi come una figlia che deve dire una cosa importantissima a suo papà, che deve aprirgli il suo cuore. Quasi come in una dichiarazione d’amore, delle più alte. Gli ha consegnato Da dignitade à Oportunidade il libro scritto negli ultimi mesi da una giornalista, Goimar Dantas, in occasione dei 20 anni di storia del loro movimento, e in quel gesto gli ha consegnato se stessa. “Dentro questo libro c’è la mia vita, la nostra vita, la nostra fatica e i nostri risultati. Carron, con CL abbiamo capito che non bastano le case e l’accesso all’università, ma che noi abbiamo bisogno di speranza. Carron io non ho più bisogno di cercare perché ho trovato quello che cercavo. Carron, oggi era tutto preparato, ma Dio, con la pioggia, ha cambiato tutto, perchè lui fa. Carron, siamo felici di confluire in CL”.

Una donna così forte e così umana, che chissà quante ne ha viste nella vita, che mobilita 120.000 persone, una donna con un’intelligenza dell’umano che lascia senza parole, che convince rettori e imprenditori universitari ad applicare una tassa di iscrizione ridotta fino al 50% per i suoi ragazzi, una donna che incanta le platee della piazza e assemblee di 2.000 studenti universitari: questa donna ha bisogno di consegnare a qualcuno se stessa e quello che ha fatto.

E Carron, di fronte ad almeno 8.000 persone, dentro la Cattedrale di San Paolo, di fronte a questa disarmante consegna, ha a sua volta aperto il cuore. “Provo la stessa commozione e allegria di quando Giussani mi ha chiamato con se alla guida di CL. Mi sono sentito così piccolo per quella sfida. Ora qui è la stessa emozione. Ma non abbiamo paura, siamo certi che chi ha iniziato in noi questa opera la porterà a compimento”. Una consegna certa a Carron, che ha ricordato come lui ha vissuto personalmente la stessa esperienza di incontro e consegna a CL, con il suo movimento Nueva Tierra, in Spagna. “E non ho sbagliato. La mia vita è diventata sempre più lieta e ragionevole. Vogliamo condividere tutto con voi, un’amicizia bella e grande.”

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