sabato 24 luglio 2010

IL CALVARIO DI CATERINA E LO SPLENDORE DELLA FEDE

Pubblicato da Massimo Pandolfi Sab, 24/07/2010 - 07:39
E non venitemi a dire che la fede non rende più belli, forse più buoni, di certo più veri. Mi sono commosso, qualche sera fa, nel leggere sul libro di Antonio Socci 'Caterina, diario di un padre nella tempesta' la lettera che il fidanzatino di Caterina (si chiama Stefano) ha scritto in giugno ad Antonio e Alessandra, i genitori della ragazza caduta in coma il 12 settembre del 2009 (il suo cuore si fermò per più di un'ora) e che ora ha iniziato un lungo, difficile, misterioso, cammino di riabilitazione. Stefano, in questi mesi, è sempre stato vicino a Caterina. Vivono la storia d'amore e di fede con quella delizia che solo una compagnia vera (quella dei giovani di Comunione e Liberazione) rende inimitabile. E pensare che un ragazzo di poco più di 20 anni può scrivere certe cose, beh, lo ripeto, mi commuove. Ecco la sua lettera: 'Cari Antonio e Alessandra, oggi è stata una bella giornata. E volevo ringraziarvi. A volte mi sento morire per quanto Cate mi manca. Mi mancano i suoi richiami, i suoi rimproveri, i suoi sorrisi, i suoi sguardi che bastavano per farmi capire tutto, i suoi silenzi pieni di giudizio. Ma poi quando mi fermo e la guardo negli occhi (come piace fare a me) capisco subito che lei è lì esattamente come prima e, con modalità diverse (a volte proprio uguali) è richiamo all'unica cosa che conta. Cari, Cate c'è, e questo è davvero un miracolo. Non smetto un istante di chiedere la sua completa guarigione... Darei la mia vita per la sua guarigione... ma ciò che Dio ha preparato per lei e noi sarà sicuramente uno spettacolo che non possiamo nemmeno immaginare. Ce lo ha promesso.... Grazie di tutto'

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