lunedì 19 luglio 2010

L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL MEETING EMILIA GUARNIERI A NEW YORK

VI RIPROPONGO ALCUNI PEZZI DELL'INCONTRO CHE MI SONO PARTICOLARMENTE PIACIUTI.
SPESSO E' DIFFICILE POTER LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO SPERO QUINDI DI FARVI PIACERE METTENDO ALCUNE FRASI:


Il Meeting fin dai suoi inizi si è connotato come un avvenimento di amicizia. La parola “amicizia”, inserita nel titolo della manifestazione, Meeting per l’amicizia fra i popoli, esprime infatti la certezza che il dialogo, il pluralismo, temi molto di moda negli anni '80 e anche oggi, sono valori importanti, ma l’amicizia è qualcosa di più, viene prima, è una stima gratuita nei confronti della diversità dell’altro, è il riconoscimento che ciò che può fare incontrare gli uomini è innanzitutto ciò che essi hanno in comune: il desiderio di felicità e di bellezza, il gusto della verità e della positività del vivere, ciò che Giussani, e ormai tanti di noi, chiamano cuore.
Non è un caso che il titolo del prossimo Meeting sia “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”.
Ogni anno infatti il Meeting ha un titolo, una suggestione, una provocazione, con la quale coloro che partecipano sono in qualche modo chiamati a paragonare la loro esperienza. Noi stessi siamo provocati a fare esperienza di ciò che il titolo suggerisce, perché se non è vero in ogni istante, per noi che lavoriamo, che invitiamo e incontriamo gli ospiti, che ciò che ci definisce è questa tensione alle “cose grandi”, all’infinito, non siamo neppure in grado di testimoniare il contenuto della nostra proposta.


Non siamo migliori degli altri, siamo persone che ogni giorno combattono contro la tentazione dell’individualismo, del proprio interesse, perché, come diceva recentemente Carrón “questa tentazione è sempre in agguato”. Ma siamo anche persone che hanno incontrato, cito ancora Carrón “un affetto più soddisfacente di qualsiasi individualismo, Gesù, il Mistero diventato carne. Solo chi ha avuto la grazia di incontrare un dono così, può capire cos’è quella soddisfazione che consente di sostenere tutta la vita”.


È veramente un gran colpo di fortuna quello che ci è successo! Incontrare CL è proprio una fortuna, perché una esperienza umana così intensa, così bella, così ricca non me la sarei immaginata. Neanche a 15 anni, quando mi commuovevo leggendo nel diario di Anna Frank “sento il rombo del cannone che ucciderà noi pure, ma non posso rinunciare a sperare che quello che desidero possa realizzarsi” e mi chiedevo, affascinata ed incredula, come si potesse avere una certezza così incrollabile.
Oggi capisco che il desiderio del cuore non si ferma neppure di fronte al rombo del cannone.
Lo capisco perché ho visto accadere nella mia vita un gusto per la realtà, una passione per gli uomini, un interesse per il mondo, un fascino per la bellezza, che non mi sarei mai immaginata. E ho visto e incontrato tanti uomini animati dalla stessa passione, mossi dallo stesso impeto, commossi dallo stesso struggente bisogno di infinito.

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