giovedì 7 ottobre 2010

LA VERA SCIENZA E’ PER TUTTI GLI UOMINI,NON PER ALCUNI A DANNO DI ALTRI

....“Accettare tutto questo – conclude il Prof. Noia – ed assistere in silenzio a questo scempio è ancora più grave ove si tenga conto che risultati migliori già si ottengono fra le coppie apparentemente sterili – anche tra quelle che hanno tentato senza successo la “fivet” – imparando semplicemente a riconoscere la loro fertilità di coppia e che risultati sempre più incoraggianti si possono ottenere con correzioni chirurgiche di alcuni fattori anatomici concomitanti. Una vera scienza deve guardare a tutta la persona, a tutto l’uomo e non può riconoscere un successo clinico di alcuni esseri umani a scapito di altri”......

PROF. NOIA: La riflessione dell’Associazione Ginecologi e Ostetrici Cattolici sul Premio Nobel per la Medicina 2010 al padre della fecondazione “in vitro”
LA VERA SCIENZA E’ PER TUTTI GLI UOMINI,NON PER ALCUNI A DANNO DI ALTRI
Roma – “Di fronte all’entusiasmo ed all’esultanza suscitati in ambito ostetrico-ginecologico dalla notizia dell’assegnazione del premio Nobel al Prof. Edwards, che ha il “merito” di aver utilizzato una tecnica veterinaria già in uso per riprodurre anche gli esseri umani, ci sembra doveroso ricordare ai colleghi esultanti ed a tutti i cittadini l’altissimo costo in vite umane innocenti che la fecondazione in vitro anche a distanza di più di 32 anni dalla nascita di Louise Brown comporta” – è quanto dichiara oggi in una nota il Prof. Giuseppe Noia, Presidente dell’Associazione Ginecologici e Ostetrici Cattolici (AIGOC).

“I dati forniti dall’ultima relazione del Ministro della Salute sulla legge 40/2004 - dichiara Noia – dimostrano chiaramente che nel 2008 solo 7.855 degli 85.113 embrioni trasferiti in utero sono nati vivi e che solo 6.245 delle 40.574 coppie che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro hanno avuto la possibilità di avere uno o più figli in braccio. Se, dunque, è bene gioire per i 4,5 milioni di bambini che sono nati in questi 32 anni grazie alla fecondazione in vitro bisogna anche avere il coraggio di piangere amaramente i 41,535 milioni che sono stati coscientemente e volontariamente esposti a morte per poter far nascere i 4,5 milioni di bambini!”




“A tutto ciò – continua il Presidente dell’AIGOC – bisogna aggiungere i milioni di embrioni congelati in tantissimi laboratori di procreazione artificiale nel mondo, l’aumento delle gravidanze plurime, l’aumento della prematurità e della patologia neurologica del neonato e l’incremento delle malformazioni e delle anomalie cromosomiche, nonché, da ultimo, il business sulle banche degli ovociti, degli uteri in affitto e delle mamme-nonne. E’ questo il vero costo di ogni tipo di fecondazione in vitro, altissimo costo in vite umane innocenti ed indifese chiamate strumentalmente alla vita per consentire ad un bassissimo numero di essi di sopravvivere e di soddisfare il desiderio di una piccola parte delle coppie committenti! Considerato che la fecondazione in vitro non è terapia della sterilità coniugale umana, ma una tecnica alternativa di riproduzione umana (i concepiti sono solo un oggetto, un semplice ammasso di cellule), si può continuare ad accettare tacitamente il sacrificio di un numero così alto di vite umane innocenti ed indifese?”.

“Accettare tutto questo – conclude il Prof. Noia – ed assistere in silenzio a questo scempio è ancora più grave ove si tenga conto che risultati migliori già si ottengono fra le coppie apparentemente sterili – anche tra quelle che hanno tentato senza successo la “fivet” – imparando semplicemente a riconoscere la loro fertilità di coppia e che risultati sempre più incoraggianti si possono ottenere con correzioni chirurgiche di alcuni fattori anatomici concomitanti. Una vera scienza deve guardare a tutta la persona, a tutto l’uomo e non può riconoscere un successo clinico di alcuni esseri umani a scapito di altri”.



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