sabato 29 marzo 2008

TUTTI AL ROSSI BAR

“In ogni caso poi la gente sai che cosa vuole, in fondo vuole Natale con la neve”. Natale con la neve, il senso a questa sera, non potrai mai trovare un altro come me, senti che fuori piove senti che bel rumore. Le cose private, allargate dalla sua faccia, le cose normali, intensificate dalla sua voce, le cose che in bocca a Vasco diventano un po’ più inguaiate, almeno.


Vasco entra superbamente nella mezza età a passo di jogging ma restando al centro del rock
di Annalena Benini
Tratto da Il Foglio del 28 marzo 2008


Vasco Rossi ringrazia il cielo e le chitarre ed entra superbamente nella mezza età, come una rockstar assennata (ma sempre molto molto sexy), come uno che, a differenza di Mick Jagger, sa che non ci si può vestire per sempre da Rolling Stones, sennò i figli fanno le facce: “Oh no, papà…”, e si vergognano.

Vasco è meno sconvolto, è più d’amore. Anche se “è sempre quello che non si potrebbe che vorrei, ed è sempre quello che non si farebbe che farei”, come tutti, come sempre: ma com’è malinconico, adesso, sentirlo cantare da lui. Voleva l’avventura, ha avuto tutte le avventure, gli si leggono addosso, però a un certo punto “neppure io posso vivere come un cartone animato”, e infatti c’è una canzone nel nuovo disco (“Il mondo che vorrei”) in cui ripete soltanto, fino alla fine, “ho bisogno di te”. Vasco fa jogging prima e dopo i concerti, adesso, per caricarsi e per scaricarsi, Vasco sta con Laura da un secolo e la ama ancora, Vasco ha dei figli, Vasco si commuove per Valentino Rossi, Vasco dice che in fondo non ha mai avuto una vita spericolata e che gli piacerebbe molto, Vasco spera che alla fine della corsa ci sia un angelo o un rock’n’roll fatto bene. Vasco è il Roxy bar: è il posto dove andare per ricordarsi le spericolatezze andate, è il disco da ascoltare per pensare di averne ancora qualcuna ad aspettarci. “In ogni caso poi la gente sai che cosa vuole, in fondo vuole Natale con la neve”. Natale con la neve, il senso a questa sera, non potrai mai trovare un altro come me, senti che fuori piove senti che bel rumore. Le cose private, allargate dalla sua faccia, le cose normali, intensificate dalla sua voce, le cose che in bocca a Vasco diventano un po’ più inguaiate, almeno. Non si può fare nessun viaggio in macchina senza Vasco Rossi che canta, non si può smettere di ascoltare nemmeno Albachiara, non si può avere nessun’altra rockstar, qui, che non sia lui (anche infilarsi nei camerini, da ragazzine, per provare a sedurlo, è credibile solo per lui). La vita esagerata poi cambia, anche se a Vasco Rossi non va, e infatti dice che vorrebbe continuare a vivere come nei film, dove non fanno mai vedere i tempi morti: quando si dorme, quando si mangia, quando si guarda la tivù, lui vuole “solo le cose belle”, come i bambini. Ma il tempo passa, bisogna dormire per forza sennò ci si schianta, bisogna mangiare meglio sennò è la fine, bisogna darsi una calmata perché ci sono un sacco di casini, bisogna perfino guardare la tivù, perché non è più pensabile passare il tempo a fare l’amore. Allora, per consolazione, ecco l’ultimo disco di Vasco Rossi: in memoria di tutto quello che si dovrebbe, un giorno, ricominciare a fare.

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