mercoledì 22 dicembre 2010

DA ZERO A UNO

.....Ma educare é piuttosto aiutare una persona a diventare veramente uomo, qualsisi persona puó generare dei figli ma sono pochi coloro che educano veramente i propri figli, questo vuol dire che li educano ad affrontare la vita, le circostanze in un modo adeguato e ragionevole.Se vogliamo educare , dobbiamo rispettare e usare la ragione e la libertá dei nostri figli, coscienti che loro sono persone diverse da noi; il loro futuro non ci appartiene....


dal blog di Rosa
Cari amici:
Nel quotidiano locale “Ultima hora” é apparso questo articolo a firma del giornalista Cristian Cantero. Auguri a tutti di Buon Natale !!!

“Tra tutta la posta elettronica e gli auguri di Natale e tanti altri saluti, ho trovato uno che mi ha chiamato l´attenzione per il suo titolo: “Da zero a uno”.

Leggendo il contenuto , trovo che si parla di un´associazione senza fine di lucro, fondata dagli amici di P. Aldo Trento, per aiutare tutte le opere che si svolgono nella parrocchia S. Rafael, in questo caso in particolare La casetta di Betlemme. Per raccontare l´origine di questa denominazione don Aldo ,un giorno disse che avendo ricevuto la pagella della scuola dei suoi “figli” della casetta di Betlemme, si rese conto che quasi tutti erano stati bocciati-, pensó che invece di riprenderli o rimproverarli, come farebbe qualsiasi padre di familia, organizzó una festa .

Secodo racconta lo stesso don Aldo, disse loro in quel momento: “Figli miei, vi faccio i miei complimenti, perché la cosa piú importante nella vita non é avere dei voti da 1 a 5; ma l'opportunita' che avete avuto di passare da una condizione in cui eravate considerati “nessuno” ad essere protagonisti della vostra vita!

Per capire questo é necessario ricordare chi sono questi bambini, raccolti da don Aldo, sono con lui perché sono stati abbandonati dalle loro famiglie e dimenticati dalla societá. Alcuni sono figli rimasti orfani da quelli malati di AIDS, morti nella sua clínica Divina Providenza “S. Riccardo Pampuri”.



Si potrebbe dire che sono bambini ai quali la vita ha dato una secondal opportunitá, perché hanno trovato un luogo un focolare dove sono valorati e trattati con dignitá; un luogo dove imparano ad essere protagonisti della propria vita.

Nel mondo nel quale i parametri col quale si misurano le persone sono l´esito, il potere, i soldi o la fama che uno puó raggiungere, ascoltare o leggere storie di questo tipo ci permette di comprenderé quale sia il valore e il senso vero della vita.

Tante volte, noi genitori ci preoccupiamo fin troppo nell´assicurare il benessere materiale ai nostri figli riducendo l´edicazione alla semplice istruzione o trasmissione di dati, ed é perció che ci abituiamo a misurare la capacitá dei bambini in base ai risultati che ottengono, come una semplice formula matematica.

Ma educare é piuttosto aiutare ad una persona a diventare veramente uomo, qualsisi persona puó generare dei figli ma sono pochi coloro che educano veramente i propri figli, questo vuol dire che li educano ad affrontare la vita, le circostanze in un modo adeguato e ragionevole.Se vogliamo educare , dobbiamo rispettare e usare la ragione e la libertá dei nostri figli, coscienti che loro sono persone diversi da noi; il loro futuro non ci appartiene.
É rivelatore il testimonio dello psichiatra viennese, Viktor Frankl, che raccontava questa confidenza che le feci uno studente americano: “Ho 22 anni, sono laureato, ho la macchina di lusso, economicamento sono indipendente e ho a disposizione piú sesso e prestigio di ció che ne abbia bisogno.Ma, ciononostante mi domando: che senso ha avere tutto questo?
L´educazione vera é aiutare la persona a capire il senso della realtá in genere e il suo significato ultimo. Ma per fare questo, é necessario che ci siano dei genitori che si lascino educare anche se hanno 50 anni!, perché questo processo dura tutta la vita e nessuno finisce mai di imparare. Come dice don Aldo: “Soltanto dentro l´esperienza di un abraccio umano il mio io si sveglia, si commuove e si muove”.E cosí si converte in una sfida il passare dallo zero all´uno.
Cristian Cantero”




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