martedì 7 dicembre 2010

NON E' "SCATTO DI VOLONTA'"

....Lo sappiamo bene, la nostra storia e la nostra tradizione ce lo ricordano con quotidiana precisione: la libertà non è assenza di legami, né, tanto meno, assoluta affermazione di sé: quando Nietzsche affermava che l’essere è «volontà di potenza», e che quindi tutto stava nell’assoluto libero arbitrio, dimenticava quello che poi la realtà gli ha fatto toccare con mano, cioè che siamo creature, e che «e’n la sua voluntade è nostra pace», così che nella sua assoluta solitudine ha concluso la sua vita nella follia. C’è bisogno di testimoniare l’assoluta bellezza dell’essere creature, che è il rispecchiarsi nel volto di Cristo......



di Don Gabriele Mangiarotti
Tratto dal sito Cultura Cattolica.it il 4 dicembre 2010
«E io vengo, carissimi fratelli e sorelle, per mostrarvi il significato di questa vicinanza; per dirvi che siamo vicino a voi per darvi un segno di quella speranza, che per l’uomo deve essere l’altro uomo. Per l’uomo sofferente, l’uomo sano; per un ferito, un medico, un assistente, un infermiere; per un cristiano, un sacerdote. Così un uomo per un altro uomo. E quando soffrono tanti uomini ci vogliono tanti uomini, molti uomini, per essere accanto a quelli che soffrono.


[…] Ho detto che quando soffrono uomini, quando soffre un uomo, ci vuole un altro uomo accanto a quello sofferente. Vicino a lui.» Giovanni Paolo II nell’ospedale di Potenza, 25 novembre 1980

Già ne abbiamo scritto, il suicidio di Monicelli e il suicidio di quel sacerdote di Caravaggio ci hanno riempito di dolore e sgomento. Non si può fare l’apologia della solitudine, della disperazione, né tanto meno del fatto che la misericordia non sembra essere la dinamica e la consapevolezza quotidiana.

È solo disgustoso ascoltare l’uso strumentale che della morte di Monicelli è stato fatto in questi giorni: pur comprendendo il dolore e la disperazione insiti in quel gesto, non possiamo pensare che sia una «scelta di libertà», ma neppure quello «scatto di volontà» che lo renderebbe in qualche modo degno. Abbiamo troppo caro quanto diceva Giovanni Paolo II ai terremotati dell’Irpinia: «Accanto a un uomo che soffre, ci vuole un altro uomo»!
È giunto il momento di poter dire a tutti, e mostrare con la nostra quotidiana presenza, che la vita è un bene, in ogni condizione, e che bisogna sapersi spendere ed investire in questo campo. Ed «essere accanto» chiede tempo, cuore, determinazione. Lo abbiamo visto in questi giorni, in seguito al rifiuto Fazio(so) di dare voce a chi la vita l’ha difesa e la difende, ottenendo anche risultati positivi. E non ci ha convinti un conduttore televisivo che chiedeva ai «difensori della vita» di non fermarsi alle parole. Perché le parole di chi difende la vita, pur legate ai fatti, anche nei vari programmi televisivi non hanno quasi mai avuto ospitalità, purtroppo. Grazie al Fazio(so), che non ha voluto avere tra i suoi ospiti questi testimoni (da lui chiamati opinioni), molte testimonianze si sono ascoltate (si sa, il diavolo fa – ha fatto – le pentole ma non i coperchi).

Lo sappiamo bene, la nostra storia e la nostra tradizione ce lo ricordano con quotidiana precisione: la libertà non è assenza di legami, né, tanto meno, assoluta affermazione di sé: quando Nietzsche affermava che l’essere è «volontà di potenza», e che quindi tutto stava nell’assoluto libero arbitrio, dimenticava quello che poi la realtà gli ha fatto toccare con mano, cioè che siamo creature, e che «e’n la sua voluntade è nostra pace», così che nella sua assoluta solitudine ha concluso la sua vita nella follia. C’è bisogno di testimoniare l’assoluta bellezza dell’essere creature, che è il rispecchiarsi nel volto di Cristo.
Siamo stanchi di dovere assistere ad ogni tipo di menzogna, di umiliazione dell’uomo, di mistificazione sul senso della vita. Vogliamo guardare in faccia i tanti testimoni del vero e del bene, li sentiamo compagni di cammino, li amiamo come veri fratelli, senza pretese, senza chiedere abiure, senza forzature ideologiche. In questo ci conforta Gesù che diceva: «Chi fa la verità viene alla luce». E di persone che vengono alla luce ne conosciamo tante. E desideriamo anche col sito di CulturaCattolica. it dare loro voce.



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