Con questo blog desidero dare la possibilita' a tutti di leggere articoli ,commenti ,interventi che mi aiutano a guardare la realta', a saperla leggere ed essere aiutati a vivere ogni circostanza positivamente. Mounier diceva "la vita e' arcigna con chi le mette il muso" (lettere sul dolore). E' importante saper abbracciare la realta' tutta per poter vivere la giornata con letizia.
giovedì 30 giugno 2011
IL VATICANO IN RETE APRE UN NUOVO PORTALE
Tratto da Rai Vaticano - il blog il 27 giugno 2011
Sarà un clic di papa Benedetto XVI a lanciare ufficialmente in rete “News.va” www.news.va , il nuovo portale multimediale vaticano che sarà visitabile a partire da mercoledì 29 giugno, festività dei Santi Pietro e Paolo e 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di papa Ratzinger.
INCHIESTA SULLA CONTINUITA'E SULLE ROTTURE POSSIBILI
....Ed è per questo che ha sorpreso molti la decisione del Papa di ribaltare le carte in tavola, o almeno di imprimere una svolta: dopo trentun anni (Martini arrivò a Milano nel 1980) la guida di una delle diocesi tra le più grandi e prestigiose del mondo cambia radicalmente conduzione. Il punto non è tanto, nonostante le frizioni che hanno caratterizzato nei decenni passati il rapporto tra Cl e la curia di Milano, che arrivi un figlio spirituale di don Giussani. Ma che dopo due porporati fortemente istituzionali e legati a una chiesa della mediazione, sempre alla ricerca del dialogo con il mondo, arrivi un cardinale sulla carta profondamente diverso, “carismatico”. Carismatico nel senso che la sua formazione è stata segnata da una importante appartenenza a un movimento ecclesiale: l’appartenenza a Cl portò Scola a essere escluso dal seminario di Venegono, quello stesso luogo spirituale e di studi dove Giussani si era formato. Questo sorprende: che Benedetto XVI abbia scelto di caratterizzare in senso carismatico quella che, a detta dei più, è la nomina più importante del suo pontificato. Un magistero carismatico, dicono a Milano, significa, sulla carta, contenuti forti da contrapporre a un pensiero, quello del mondo laico, sempre più debole sui valori. Un’idea precisa di linea ecclesiale, dunque. Ha detto recentemente al Foglio Alberto Melloni: “Chiunque verrà scelto sarà il ‘prescelto’ del Papa. Perché è evidente che se su altre diocesi Ratzinger accoglie i pareri dei suoi collaboratori, su Milano decide in autonomia. Non c’è per un Pontefice nomina più importante di Milano. Perché la nomina è un’autostrada verso il papato e, quindi, decisiva più per la chiesa nel suo insieme che per la diocesi ambrosiana. Insomma, il sospetto che il successore di Tettamanzi possa fare la fine di un Achille Ratti (poi Pio XI) o di un Giovanni Battista Montini (poi Paolo VI) è grande”.....
Il Patriarca “retrocesso” ad arcivescovo, in una diocesi molto papale. Inchiesta sulla continuità e sulle rotture possibili
Benedetto XVI ha nominato il cardinale Angelo Scola nuovo arcivescovo di Milano. Scola, fino a oggi Patriarca di Venezia, prende il posto del cardinale Dionigi Tettamanzi che ha guidato la diocesi del capoluogo lombardo dal 2002.
Quando il 21 luglio del 2002, Festa del Redentore, il patriarca di Venezia Angelo Scola inaugurò il suo ciclo di discorsi alla città, ci fu qualcuno che provò a paragonare il suo testo a quelli che fino all’anno prima, ogni 6 dicembre, vigilia di Sant’Ambrogio, il cardinale Carlo Maria Martini aveva tenuto a Milano. Dice in proposito il vaticanista Sandro Magister: “Il linguaggio del cardinale Martini era più risaputo. Rifletteva la linea culturale e politica che da Giuseppe Dossetti, attraverso Beniamino Andreatta, ha prodotto l’Ulivo.
S.S.BENEDETTO XVI: 60 ordinazione sacerdotale, solennità San Pietro e Paolo
Cari fratelli e sorelle,
“Non vi chiamo più servi ma amici” (cfr Gv 15,15).
A sessant’anni dal giorno della mia Ordinazione sacerdotale sento ancora risuonare nel mio intimo queste parole di Gesù, che il nostro grande Arcivescovo, il Cardinale Faulhaber, con la voce ormai un po’ debole e tuttavia ferma, rivolse a noi sacerdoti novelli al termine della cerimonia di Ordinazione. Secondo l’ordinamento liturgico di quel tempo, quest’acclamazione significava allora l’esplicito conferimento ai sacerdoti novelli del mandato di rimettere i peccati.
“Non più servi ma amici”: io sapevo e avvertivo che, in quel momento, questa non era solo una parola “cerimoniale”, ed era anche più di una citazione della Sacra Scrittura. Ne ero consapevole: in questo momento, Egli stesso, il Signore, la dice a me in modo del tutto personale. Nel Battesimo e nella Cresima, Egli ci aveva già attirati verso di sé, ci aveva accolti nella famiglia di Dio. Tuttavia, ciò che avveniva in quel momento, era ancora qualcosa di più.
"DON GIUS CON LUI HO SCOPERTO IL LEGAME FRA CRISTO E LA VITA
....Nel 1958, l’incontro con don Luigi Giussani, che tiene per i liceali di Lecco una tre giorni pasquale intitolata «Gioventù come tensione». «Era la prima volta che sentivo parlare del cristianesimo in maniera diversa. Emergeva il nesso tra Gesù Cristo e la mia vita di tutti i giorni», avrebbe ricordato il neo-arcivescovo di Milano. Scola diventa un militante di Gs. Tra i suoi amici c’è anche a un liceale più giovane di lui di qualche anno, Roberto Formigoni oggi presidente della Regione Lombardia. «L’ho conosciuto quando era un ragazzo di 14 anni e faceva scherma. Lo invitai io ad aderire a Gioventù Studentesca di Lecco. Adesso ci incrociamo al massimo a Natale».....
TORNIELLI: Card. Scola: “Don Gius? Con lui ho scoperto il legame fra Cristo e la vita”
Andrea Tornielli
Roma
All’inizio della storia di Angelo Scola ci sono un padre camionista che leggeva il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, e una madre devota che recitava il rosario ogni sera nella penombra della cucina. «Devo essere grato all’Unità. Probabilmente a undici anni sarei finito anch’io, come tutti i miei compagni delle elementari, a lavorare, se mio padre non mi avesse insegnato che studiare era, molto, molto importante. Permettendomi così di iscrivermi al liceo classico…».
COMUNICATO STAMPA
Appresa la notizia della nomina del cardinale Angelo Scola a arcivescovo di Milano, don Julián Carrón ha inviato il seguente messaggio a nome di tutto il movimento di Comunione e Liberazione:
Eminenza carissima, ci uniamo alla gioia del popolo ambrosiano per la Sua nomina a arcivescovo di Milano, grati allo Spirito e al Santo Padre che L’ha scelta come successore di Sant’Ambrogio e San Carlo. «Sufficit gratia Tua»: la fede e la passione per Cristo che abbiamo sempre visto in Lei ci rende certi che questo vorrà condividere con tutti coloro che incontrerà come pastore di Milano.
Come ogni battezzato ambrosiano desideriamo essere confermati nella fede per comunicare ai fratelli uomini il fascino dell’incontro con Cristo, sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi in tutti gli ambienti di vita, di studio e di lavoro.
Per questo consegniamo nelle Sue mani le nostre persone e le nostre comunità sparse in tutta la diocesi, per continuare a collaborare alla missione della Chiesa secondo la natura del carisma che abbiamo ricevuto da don Giussani − nostro padre nella fede −, che ha nella testimonianza la sua espressione compiuta, certi che la nostra fede è per la Chiesa e per il mondo.
La Madonna di Caravaggio La sostenga nello struggimento perché Cristo sia conosciuto e assicuri fecondità al Suo ministero, così che tutti possiamo fare esperienza oggi − seguendo il nuovo Arcivescovo − della grande tradizione ambrosiana: «Ubi fides ibi libertas» (S. Ambrogio).
Don Julián Carrón
l’ufficio stampa di CL
Milano, 28 giugno 2011.
SCOLA UN BENE PER MILANO
Il Card. Angelo Scola è arcivescovo di Milano
Henri de Lubac e Hans Urs von Balthasar sono stati i due interpreti inquietanti e profondi della necessità di reincarnare il cristianesimo nella società tutta, sconvolta dalle tragedie degli anni trenta, dalla terribile guerra civile spagnola e dalla devastante seconda guerra mondiale.
60 ANNIVERSARIO DEL GIUBILEO SACERDOTALE DI DIAMANTE
...Ha sempre incarnato la figura del pastore, che è per Dio e vuole introdurre gli altri alla Sua conoscenza. Penso sempre che mio fratello possa essere un esempio, perché si è speso tutto per la sua vocazione e non ha mai posto innanzi le proprie preferenze personali. Il suo compito è per lui la vita.
Una fedeltà nell’umiltà che lo ha portato al momento dell’elezione a definirsi un lavoratore nella vigna del Signore...
... e lo è davvero. Ha voluto esserlo. Per questo ha usato quell’immagine evangelica, in cui la Chiesa viene paragonata a una vigna, nella quale qualcuno deve lavorare affinché il vino riesca bene. E lui in questa vigna della Chiesa vuole assolvere pienamente il suo compito....
Georg: «Annunciare a tutti l’amore di Dio missione che lui svolge in modo esemplare»
Joseph Ratzinger «si è speso tutto per la sua vocazione» e in tutte la tappe della vita sacerdotale ha sempre voluto portare a termine il suo compito di pastore, cioè essere sempre disponibile per ciò che Dio vuole e per cercare di «introdurre gli altri alla Sua conoscenza». Quel 29 giugno del 1951 in cui venne ordinato nel duomo di Frisinga, così come oggi.
ACCOLGO IL DISEGNO DI DIO NELLA MIA VITA
Scola: «Accolgo il disegno di Dio nella mia vita»
Eminenza, Eccellenza, Fratelli nel sacerdozio, Carissimi fedeli, Vi ho convocato in questa preziosa Sala del Tintoretto per comunicarVi la decisione del Santo Padre, portata a mia conoscenza qualche giorno fa, di nominarmi Arcivescovo di Milano.
Potete ben capire come non sia facile per me darVi questa notizia. E proprio per questo saprete essere magnanimi nei miei confronti.
mercoledì 29 giugno 2011
BUON ONOMASTICO A TUTTI I PIETRO E PAOLO
29 GIUGNO SAN PIETRO E PAOLO
......La festa, o più esattamente la solennità, dei ss. Pietro e Paolo al 29 giugno, è una delle più antiche e più solenni dell’anno liturgico. Essa venne inserita nel messale ben prima della festa del Natale e vi era già nel secolo IV l’usanza di celebrare in questo giorno tre S. Messe: la prima nella basilica di S. Pietro in Vaticano, la seconda a S. Paolo fuori le mura e la terza nelle catacombe di S. Sebastiano, dove le reliquie dei due apostoli dovettero essere nascoste per qualche tempo, per sottrarle alle profanazioni barbariche.
Il giorno 29 giugno sembrerebbe essere la ‘cristianizzazione’ di una ricorrenza pagana, che esaltava le figure di Romolo e Remo, i due mitici fondatori di Roma, come i due apostoli Pietro e Paolo sono considerati i fondatori della Roma cristiana.
San Pietro è l’apostolo investito della dignità di primo papa da Gesù Cristo stesso: “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”. Pur non essendo stato il primo a portare la fede a Roma, ne divenne insieme a s. Paolo, fondatore della Roma cristiana, stabilizzando e coordinando la prima Comunità, confermandola nella Fede e testimoniando con il martirio la sua fedeltà a Cristo.
martedì 28 giugno 2011
BENEDETTO XVI HA NOMINATO IL CARD:ANGELO SCOLA ARCIVESCOVO DI MILANO
arcivescovo di Milano:
"Voi comprenderete quanto la notizia, che mi è stata comunicata
solo qualche giorno fa, trovi il mio cuore ancora oggi in un certo
travaglio. Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio.
D'altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa
sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede
[…] L'obbedienza è l'appiglio sicuro per la serena certezza di
questo passo a cui sono chiamato. Attraverso il papa Benedetto XVI
l'obbedienza mia e vostra è a Cristo Gesù. Per lui e solo per lui
io sono mandato a voi. E comunicare la bellezza, la verità e la bontà
di Gesù risorto è l'unico scopo dell'esistenza della Chiesa e
del ministero dei suoi pastori".
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ARCIVESCOVO DI MILANO "ANGELO SCOLA"
La svolta di Milano: oggi è il giorno di Scola
di Sabrina Cottone
Angelo Scola è il nuovo arcivescovo di Milano. La nomina, già firmata dal Papa giorni fa, sarà ufficializzata con ogni probabilità questa mattina a Milano, a Venezia e in Vaticano. Dionigi Tettamanzi rimarrà in carica come amministratore apostolico fino a settembre, quando avverrà l'insediamento del cardinale Scola.
Tettamanzi, dopo nove anni alla guida della diocesi di Milano, va in pensione, anche se forse l'idea della quiescenza sta stretta a questo settantasettenne attivo, che fino all'ultimo momento del suo episcopato ha inanellato un impegno dopo l'altro. L'ultimo appuntamento domenica scorsa, con tre solenni beatificazioni in piazza Duomo. Pochi giorni prima aveva guidato un'imponente e affollata processione con il Santissimo Sacramento per le vie del centro.
L’arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi da settembre andrà a vivere a Triuggio, nel verde della Brianza, nella casa di esercizi spirituali della Diocesi a pochi chilometri da Milano, dove c’è un gran via vai di fedeli, religiosi e laici organizzati dalle parrocchie. «Continuerò a fare il prete che è diventato vescovo e che ha incontrato tante persone sul suo cammino», ha detto poche settimane fa ai giornalisti.
lunedì 27 giugno 2011
ACCOGLIENZA
venerdì 24 giugno 2011
martedì 21 giugno 2011
COMPLEANNO FILIPPO
Al mare in campeggio.
Festeggiamo Filippo un compagno di scuola di Giovanni che sta trascorrendo una vacanzina con noi.
Ieri ha compiuto 11 anni e l'abbiamo festeggiato.Auguri caro FILIPPO.
domenica 19 giugno 2011
PADRE ALDO TRENTO
VISITA DEL PAPA A SAN MARINO
...E che cosa vuol dire integralità?
«Non ci sono fede e vita, non ci sono fede e cultura. C`è la fede che fa la vita e la cultura».
Lei è considerato un vescovo “interventista”. Scrive ai presidenti del consiglio e non si tira neanche indietro nelle questioni, diciamo così, politiche…
«Il cattolico deve essere testimone di Cristo nel mondo, punto. Prima di morire mi piacerebbe vedere un presidente della Repubblica italiana cattolico, che investa su questi valori. Poi la testimonianza si fa a seconda delle circostanze».....
intervista Mons. Negri e PROGRAMMA 19 giugno 2011
BENEDETTO XVI A SAN MARINO
«Il Papa ci darà un colpo d’ala»
di Massimo Pandolfi
15/06/2011 – «Un’occasione gigantesca».
Dal “Resto del Carlino”, monsignor Luigi Negri parla della visita del Pontefice alla sua diocesi.
Tra crisi lavorativa, rapporti con l’Italia e una gioventù assente: «Ma con lui possiamo ritrovare la nostra identità»
Monsignor Luigi Negri, emozionato?
«Un po’ mi agito, un po’ mi deprimo, diciamo che in questi giorni alterno diversi stati d’animo. C’è anche l’emozione, sì».
Sorride il vescovo di San Marino e del Montefeltro, la diocesi più bizzarra del mondo, 68mila anime, due stati (San Marino appunto e Italia), due regioni (Marche ed Emilia Romagna).
Cosa rappresenta per voi l’arrivo di Benedetto XVI?
«La verifica di un cammino che stiamo facendo. Quando mi chiedeva prima del mio stato d’animo, devo dirle che per l’educazione che ho ricevuto da don Giussani, questo stato d’animo è comunque fondato sempre su un giudizio».
E in questo caso, qual è il giudizio?
sabato 18 giugno 2011
CACCIA ALL'AFORISMA
CACCIA ALL'AFORISMA: GKC, L'HA DETTO O NON L'HA DETTO? | ||
Gira da tempo una frase straordinaria di Chesterton che è, oggettivamente, assolutamente chestertoniana quanto allo spirito. "La vita è la più grande delle avventure, ma solo l'avventuriero lo scopre". Sennonché, cerca che ti ricerca, non si riesce a trovarne la fonte esatta. La frase è usata per feste, l'ha citata un cardinale, nel web è reperibilissima. Ma anche wikiquote, che pure la riporta, segnala che manca la fonte. Un'educatrice, dovendo usarla in un articolo, la usa, però si mette a cercare il dove sia senza venirne a capo. Un amico prova a supportarla nella ricerca ed arriva fino alla società chestertoniana italiana. E lì scopre che il tema è dibattuto e la frase cercata da anni. Ora, GKC ha scritto un'enormità di cose, avventura inclusa, ed anche la società degli amici di GKC non ha certezze assolute. Per questo - per il puro gusto della passione e amicizia con GKC - ci siamo messi a caccia della fonte, se c'è. Potrebbe essere anche in qualche edizione inglese a noi ignota o in qualcuno dei suoi innumerevoli articoli. Chi sa, parli. L'unica citazione vicina che abbiam reperito è da Eretici: "l'avventura suprema è nascere. Così noi entriamo d'improvviso in una trappola splendida e allarmante..." (ecc. il resto, prima e dopo, è bellissimo, sulla famiglia e sull'amore, pag. 131 della I edizione Piemme 1998). Sia ben chiaro, GKC non s'offende dell'eventuale aforisma "rimixato". Lo spirito avventuroso è il suo e nella tomba se la ride comunque. Se qualcuno tuttavia trova la fonte ci fa più felici. |
NOTIZIE DI ALTRI TEMPI NEL NOSTRO QUOTIDIANO
La maestra che ospita i fratellini dimenticati
Rimasti soli all'asilo, lei li porta a casa sua
di Isabella Bossi Fedrigotti
Tratto da Il Corriere della Sera del 16 giugno 2011
Esistono ancora le maestre da libro Cuore. Lo si è visto a Milano, scuola materna di via Crescenzago. La vicenda è finita sul giornale, un po’ un’eccezione visto che di solito vi finiscono le maestre sorprese a picchiare i bambini, a rinchiuderli dentro uno sgabuzzino buio, a obbligarli a mangiare il cibo vomitato
BUON COMPLEANNO PAOLO DUE ANNI!
IL SACRIFICIO NON TI PERMETTE DI DIMENTICARE NULLA.........
.....Sfidiamolo, andiamo a vedere se è vero, se è possibile questa gioia! Però giocando l’esperienza della vita come la dice Lui! E giocando l’esperienza della vita come la dice Lui, restiamo povera gente come tutti gli altri; gente che non giudica più nessuno, tanto è cosciente dei limiti propri, ma che ha la possibilità della gioia, che nei termini normali, quotidiani, si chiama letizia: «Renderò evidente che Io sono Dio dalla letizia del loro cuore». La parola “letizia” dovrebbe essere espunta da qualsiasi vocabolario, perché non esiste nell’uomo normale la possibilità della letizia: della contentezza sì, della letizia no, e della gioia è altamente impossibile, eccetto che alla luce di Cristo, della certezza portata da Cristo......
.....Domanda.Io vorrei capire perché lei dice che l’esperienza del centuplo qui e ora passa attraverso un sacrificio dell’immediato e che anche l’esperienza di un possesso più grande, di un possesso vero, avviene attraverso un distacco.
Giussani. Io dico normalmente ai miei amici che non si può stabilire un rapporto vero con nulla e specialmente con nessuno, se non si implica un sacrificio. Per stabilire un rapporto vero tra me e te, immagina che ci siano questi sei metri da superare. In questi sei metri, a ogni centimetro, appare qualcosa, insorge un’apparenza che mi invita, che in qualche modo mi invita. Se io mi soffermo, non giungo più a te: se mi ci soffermo, le vado dietro, mi disperdo e non riconosco più la strada. Se a ogni centimetro c’è un’apparenza, devo lasciare quell’apparenza per venire da te. Lasciare un’apparenza, per l’uomo, sempre - anche l’apparenza dolorosa -, è un sacrificio, è un dolore. Staccarsi dall’apparenza: l’apparenza ha come una colla sopra che ti trattiene, che malamente, o bonariamente, o felicemente, ti trattiene; ma è un presente falso: l’apparente è un presente falso. Perciò, guai a chi vi appoggia l’avvenire! È il contrario della speranza, è l’origine della delusione: l’apparenza è l’origine della delusione. Se io fisso una cosa certa - certa! -, certamente esatta: che tu ci sei qui, se io voglio venire da te... come un ragazzo che vuole andare dalla sua ragazza, perché sa che è buona, sa che è giusto, sa che gli vuole bene, potrebbe avere sbagliato, ma sa che gli vuole bene e che è provvisorio il suo sbagliare: deve lasciare tutto quello che gli prende il braccio per trattenerlo; tutto gli prende il braccio per trattenerlo: deve strapparsi e andare, strapparsi e andare. E quando è giunto davanti alla faccia della sua ragazza, quell’apparenza - perché è apparenza anche quella - lo attira cento milioni di volte più di tutto il resto, ma se si avventasse come l’impeto gli direbbe, sciuperebbe; se vi si avventa, se la prende, sarebbe come un... sì, un possesso. Il possesso ti traduce o ti tradisce, ti cambia nella forma di una zampa di animale che strappa - dicevo oggi -, “discerpe”tutta la faccia dell’altro: due o tre anni dopo non è più come prima! Nel senso che muore, muore quello che ti ha destato dentro. Con Cristo, ogni giorno che andavano con Lui, cresceva quello che era destato dentro di loro, e cresce; cresce talmente che commuove anche me dopo duemila anni; è qui, ora; qui e ora.
Perciò, innanzitutto, non si può stabilire un rapporto di conoscenza, di affezione verso una cosa o una persona senza un sacrificio dentro, senza strapparsi da qualche cosa, senza strapparsi a un’apparenza. È qualcosa di oltre l’apparenza che deve emergere, rendersi concreto, farti cambiare, strappare te stesso all’apparenza tua, cambiare il gioco. Allora puoi fare veramente una famiglia, puoi iniziare una famiglia in modo vero. Immaginati tutte le sere, non quando faceste il gesto dell’Ave Maria insieme (come spesso non si dice),
BUON COMPLEANNO PAOLO 2 ANNI
martedì 14 giugno 2011
GIOVANNI
lunedì 13 giugno 2011
OGGI VISITA DI CONTROLLO
IL PAPA CHIEDE AGLI SPOSI CRISTIANI LA TESTIMONIANZA DELLA FEDELTA' CONIUGALE
....sentire nuovamente l’urgenza della sfida che interpella oggi i popoli di questo Continente: quella, cioè – di non avere paura di Dio, del Dio di Gesù Cristo, che è Amore e Verità, e non toglie nulla alla libertà ma la restituisce a se stessa e le dona l’orizzonte di una speranza affidabile”, ha concluso.....
E' la “prima educazione alla fede” per i figli
Tratto dal sito ZENIT, Agenzia di notizie l'8 giugno 2011
Papa Benedetto XVI ha ricordato questo mercoledì alle famiglie cristiane che la prima testimonianza che sono chiamate a dare è quella della fedeltà degli sposi.
Com'è abitudine, ha voluto dedicare l'Udienza generale a riflettere sui momenti più importanti del suo recente viaggio apostolico in Croazia.
venerdì 10 giugno 2011
MARCIA MACERATA LORETO
Un cammino di otto ore, attraverso 28 chilometri dell’hinterland marchigiano, da Macerata a Loreto, durante la notte. Saranno anche quest’anno circa 80mila i partecipanti al pellegrinaggio Macerata-Loreto che partirà domani dallo stadio Helvia Recina di Macerata dopo la Messa delle 20.30 celebrata dall’arcivescovo Jean-Louis Bruguès, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Ieri mattina, nella sala consiliare del Comune di Macerata è stata infatti presentata ufficialmente la 33ª edizione di un evento che ogni anno coinvolge migliaia e migliaia di giovani, provenienti da tutta Italia, da Belluno a Catania, da Rovigo a Lecce, da Firenze a Caserta.
giovedì 9 giugno 2011
GIUSEPPE
DA UN INTERVENTO DI DON CARRON
DA UN INTERVENTO DI DON CARRON
......Lo stesso don Giussani, negli anni caldi del Movimento Popolare, a scanso di sbandamenti aveva richiamato più volte i suoi all' «esperienza della fede» come radice del movimento. E così è il discorso di don Carrón a dare la famosa «linea», la radicalità della fede, la stessa rotta tenuta ferma dal «Gius», anche e soprattutto negli ultimi anni. Il tema è la libertà, «oggi un bene tanto prezioso quanto scarso», perché al di là della «soddisfazione dei desideri» la libertà autentica è quella «filiale» della parabola evangelica del Figliol prodigo. «È questa apertura alla totalità che mi fa essere libero, capace di scegliere tra diverse cose, di non essere ridotto a parte dell' ingranaggio delle circostanze, del potere». Come Giussani, l' argomentazione è sostenuta dalle inquietudini del pensiero laico, da Hannah Arendt («Solo perché non mi sono fatto da me posso essere libero; se mi fossi fatto da solo, avrei potuto prevedermi e, così, avrei perso la libertà») al Cesare Pavese de Il mestiere di vivere («ciò che uno cerca nei piaceri è un infinito, e nessuno rinuncerebbe mai alla speranza di conseguire questa infinità»), fino al poeta più amato dal fondatore, Leopardi: «Il desiderio nostro sarebbe più grande che sì fatto universo». Così «l' unica possibilità» di essere davvero liberi è che «il cristianesimo continui ad accadere come avvenimento», e questo avviene «nella Chiesa», ma «solo se essa mi educa al riconoscimento del Mistero». Come fece don Giussani, ricorda commosso: «Possiamo fare esperienza della libertà perché abbiamo conosciuto un uomo libero». Il che significa non chiudersi, «non rimanere incastrati nell' ingranaggio delle circostanze». E stare attenti alle imitazioni: «Il cristianesimo non può proporsi all' uomo in nessuna delle versioni riduttive, come moralismo o spiritualismo, ma attraverso la testimonianza di una esperienza: il cristianesimo deve mettere sul palcoscenico del mondo "uomini liberi"»......
IL 4 GENNAIO 1996 DON GIUSSANI SCRIVEVA
...... Ma lei si sente più garantito da un «cristiano» al governo?
No. Il problema è la sincera dedizione al bene comune e una competenza reale e adeguata. Ci può essere un cristiano ingolfato nei problemi ecclesiastici la cui onestà naturale e la cui competenza possono lasciare dubbi. Preferisco che non sia così. Come, secondo me, non è così per De Gasperi, La Pira, Moro e Andreotti.
Lei usa frequentemente termini come «umanità» e «giustizia». Perché, le pare forse che stiamo procedendo verso un mondo più umano e più giusto?
Il nostro punto di vista è di offrire il metodo per la risposta. Ma nessun metodo può affrontare le due parole - umanità e giustizia - con significativa approssimazione di verità......
Punto di vista sulla società
Preghiamo per l'Italia in pericolo
Pierluigi Battista
Riproponiamo un'intervista di don Giussani al quotidiano La Stampa del '96 che contiene criteri e preoccupazioni per vivere più consapevolmente il momento presente
Le parole di don Luigi Giussani. Parole lavorate e levigate con puntigliosa precisione perché le parole, dice il fondatore di Comunione e Liberazione al giornalista che va ad intervistarlo per cercare di afferrarne l'itinerario di vita e il giudizio su un'Italia scossa da un uragano di mutamenti imprevedibili, «hanno un valore».
ANTONIO SOCCI SCRIVE
9 GIUGNO 2011 / IN NEWS
Rifare il Movimento popolare. Questa è la mia proposta. La spiegherò fra poco, prima voglio premettere che per noi cattolici non è possibile e non è giusto lasciar cadere nel vuoto il ripetuto, insistente appello del Papa e del presidente della Cei.
RISPOSTA MIA ALLA LETTERA DI ANTONIO SOCCI
Anni addietro molti si erano gia' cimentati in una simile avventura.
Don Giussani era poi intervenuto sciogliendo il movimento popolare.
Antonio ,giustamente,ci ricorda che continuamente anche il Papa richiama il suo popolo a vivere piu' seriamente l'adesione a Cristo.
Ritengo che ciascuno di noi debba mettersi in gioco testimoniando nel quotidiano la propria appartenenza.Penso che sperare pero' in un partito perfetto sia veramente voler riporre le forze ,le capacita' negli uomini.Ciascuno di noi e' chiamatyo in gioco,ci e'chiesta una presenza piu' viva ci e' chiesto di vivere in prima persona l'avventura della vita.
Anche noi ,come tutti, se non ci aiutiamo in questo cambimento piu' facilmente ci lasceremo prendere dalla corrente ci lasceremo inghiottire dalla sua forza.
Quello che ci manca non e' un partito ma la voglia di conversione.
..."In occasione del trentennale del movimento, Giovanni Paolo II riceve diecimila ciellini in udienza, dando loro il seguente mandato: «Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace che si incontrano in Cristo Redentore. Questa è la consegna che vi lascio». Viene così dato un nuovo impulso alla diffusione missionaria del movimento, oggi presente in circa settanta Paesi...."
UNA BIMBA DI TRE ANNI SALVA I GENITORI
.....Ma mentre i bambini sono sempre incolpevoli, stavolta chi ha rischiato la vita la colpa ce l’ha. Non giudico la devastazione psichica e fisica, i motivi del degrado umano di quei due genitori. So che non sono in grado di accudire, educare i loro bambini. E che è giusto affidarli a mani, e cuori più spalancati e affettuosi.
Ci sarà da lavorare, da avere pazienza e carità per strappare quei piccoli dai brutti pensieri, dalla paura, dal senso di abbandono: non sarà stata la prima volta che vedevano papà e mamma, cioè la casa, il tutto, per quell’età, cadere nel torpore dopo una siringa condivisa.....
La bimba di 3 anni ha salvato i genitori, ma chi la salverà da mamma e papà?
Versione adatta alla stampa
di Monica Mondo
Tratto da Il Sussidiario.net il 7 giugno 2011
Porto Recanati. Papà, mamma, bambina, una giornata al mare.
mercoledì 8 giugno 2011
CONGRATULAZIONI SIMONA GRADUATION
SIAMO IN GUERRA MA TUTTI TACCIONO
...“Chi mai può credere che i quotidiani bombardamenti su Tripoli sono fatti per difendere il popolo libico? Ecco perché stampa e Tv occidentali non parlano più della guerra in Libia. Non sanno più come giustificare una così evidente violazione dei diritti umani”.
L’assurdo poi è che la trattativa per far uscire di scena Gheddafi in modo incruento sarebbe stata possibile, ma proprio gli “umanitari” l’hanno uccisa sul nascere. Per quanto deve continuare questa guerra? E il nostro silenzio?
Antonio Socci
Da “Libero”, 5 giugno2011
SOCCI: Da tre mesi siamo in guerra e tutti tacciono. Dove sono i paladini della pace? E Napolitano…..
C’è una guerra in corso da tre mesi, i bombardieri della Nato tuonano giorno e notte, ma dove sono i giornalisti di denuncia, i Santoro, i Lerner, i Floris e dove sono l’Annunziata e la D’Amico?
Dov’è la schiena diritta del giornalismo sedicente libero, quello che chiama “servi” tutti gli altri? Sarei curioso anche di sentire la saggia voce di spiriti liberali come Paolo Mieli o Ernesto Galli della Loggia. Invece sono diventati tutti muti. A cosa si deve questo improvviso silenzio collettivo?
CHRISTOPH VON SCHONBORN CARDINALE DI VIENNA SPIEGA AL FOGLIO CHE LA CHIESA ....
Il Foglio 5 giugno 2011
.....“La chiesa manca oggi di offensiva? E’ vero. Ma ciò accade perché la purificazione è necessaria. Se la chiesa vuole essere una guida spirituale per la società, se la chiesa vuole avere come è giusto e legittimo che sia questo ruolo, deve confrontarsi con i suoi peccati. Perché non si può richiamare il mondo alla verità se la verità non si ha il coraggio di farla propria. Sembra di essere al tempo dei profeti dell’Antico Testamento. Le loro parole erano per il popolo come uno specchio. Il loro era un invito a guardarsi, a guardare i propri peccati e il proprio tradimento. Era Dio che attraverso i profeti chiamava la chiesa alla purificazione, alla metànoia che significa sempre un radicale e vissuto cambiamento del modo di pensare e di agire......
L’annus horribilis per la chiesa cattolica, il 2010 segnato dalle accuse alla chiesa e al Papa di aver insabbiato i peccati carnali del clero commessi sui bambini, è passato. Le ferite sono ancora aperte. Una parte di mondo ha cercato di entrare nella pelle e nel cuore della chiesa per cambiarla, mutarla, rinnovarla dall’esterno.
TESTIMONIANZA DI UN GIOVANE PELLEGRINO ALLA MACERATA LORETO
martedì 7 giugno 2011
MAURO, LA FESTA, I PAKISTANI E LA FORESTA CHE CRESCE
Accade solo quel che raccontano i giornali o accadono cose che i giornali non raccontano ma che contano? A Bologna in questi giorni si svolge una festa. Riguarda scuole, opere sociali, migliaia di persone. Liete. Non ce ne sono molte di feste così. E ci accadono anche cose sorprendenti, casomai ignorate dai media. Tempo fa una pattuglia di pakistani cristiani si ritrovò in piazza a Bologna a manifestare per la libertà religiosa. Era stato ucciso Batthi, il ministro cristiano. Un amico li incontra. E loro si son poi ritrovati alla citata festa per incontrare uno che si batte da anni contro le persecuzioni che uccidono migliaia di cristiani (il 75% degli uccisi per motivi religiosi nel mondo sono cristiani): Mario Mauro. Han cenato alla festa, avevano anche un computer portatile per far vedere a Mauro un breve video che racconta di queste terribili persecuzioni. Mauro è venuto a Bologna a parlare della guerra ai cristiani. Non per fomentare scontri, odi, ma per far vedere la realtà, per svegliare l'Europa, per far capire che ci sarà pace se non si nasconde la verità. Lo ha raccontato in un libro. Non ci saranno diritti umani rispettati - ha detto - se non ci sarà libertà religiosa. Parliamo di 51 Paesi che pure fan parte della "signora" Onu. Mauro ha parlato un'ora filata, tesissima, la gente toccata da storie sconosciute di martirio. Quelle del suo libro, con foto difficili da reggere senza star male. Alcuni pakistani incontrati a Bologna si son ridati appuntamento con Mauro al meeting di Rimini. La foresta che i giornali non sentono crescere perché non fa rumore però continua a crescere.
ECCESSIVO BUROCRATISMO NEANCHE BENEDETTO XVI HA FEDE IN QUESTA EUROPA
....Un’Europa che ha cancellato i valori cristiani dalle sue fondamenta, che ha perfino dimenticato il Natale nel diario prodotto per le scuole lo scorso dicembre, ma che si accanisce a elaborare montagne di legislazione inutile, magari solo per dire che «i lupini dolci non sono quelli amari» e che «una noce vuota per essere considerata vuota dev’essere vuota». Giuro che esistono davvero norme così.....
Il papa critica la "cultura razionalistica" e l’eccesso di "burocratismo centralistico" di Bruxelles. Un euroscetticismo dettato dalla delusione per un’istituzione ossessionata dai cavilli e lontana dalla gente
di Mario Giordano
Tratto da Il Giornale del 5 giugno 2011
Avere fede nell’Europa? Più facile avere fede nella dea Kalì. Il Papa vola in Croazia, chiacchiera con i giornalisti, com’è solito fare durante i viaggi, e apre quella che l’Osservatore Romano definisce «una riflessione chiara» sull’Unione. Mai sentito un Benedetto XVI così euroscettico. Non usa mezze parole, seppur nel vellutato linguaggio curiale: attacca il «burocratismo centralistico» di Bruxelles, l’eccesso di «cultura razionalistica» e la distanza dai cittadini dalle istituzioni comunitarie. Gli chiedono come mai i croati, nella lunga attesa di entrare a far parte del continente unito, diventano sempre più scettici. E lui fa intendere che li capisce perfettamente: per credere nell’Europa, oggi, ci vuole una fede così grande che nemmeno quella del Papa, evidentemente, basta.
lunedì 6 giugno 2011
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011), 05.06.2011 RECITA DEL REGINA CÆLI NELL’IPPODROMO DI ZAGREB
....Io so che voi trovate grande forza in Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. Perciò, in questo momento ci rivolgiamo a lei, spiritualmente rivolti al suo Santuario di Marija Bistrica, e le affidiamo tutte le famiglie croate: i genitori, i figli, i nonni; il cammino dei coniugi, l’impegno educativo, il lavoro professionale e casalingo.......
Al termine della Celebrazione Eucaristica nell’area dell’Ippodromo di Zagreb, il Presidente della Commissione Episcopale per la Pastorale delle Famiglie, S.E. Mons. Valter Župan, Vescovo di Krk, pronuncia un indirizzo di omaggio e di ringraziamento al Papa.
SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE, NELL’IPPODROMO DI ZAGREB
....Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita.....
OMELIA DEL SANTO PADRE
[Cari fratelli e sorelle!
In questa Santa Messa che ho la gioia di presiedere, concelebrando con numerosi Fratelli nell’episcopato e con un gran numero di sacerdoti, ringrazio il Signore per tutte le amate famiglie qui riunite, e per tante altre che sono collegate con noi attraverso la radio e la televisione. Un particolare ringraziamento al Cardinale Josip Bozaniƒ, Arcivescovo di Zagabria, per le sentite parole all’inizio della Santa Messa. A tutti rivolgo il mio saluto ed esprimo il mio grande affetto con un abbraccio di pace!]
VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI IN PIAZZA JOSIP JELAČIĆ A ZAGREB DISCORSO DEL SANTO PADRE
.....L’esperienza di san Paolo rivela come sia possibile, nel nostro cammino, custodire la gioia anche nei momenti oscuri.
A quale gioia egli fa riferimento? Tutti sappiamo che nel cuore di ognuno dimora un forte desiderio di felicità. Ogni azione, ogni scelta, ogni intenzione porta celata in sé questa intima e naturale esigenza. Ma molto spesso ci si accorge di aver riposto la fiducia in realtà che non appagano quel desiderio, anzi, rivelano tutta la loro precarietà.
Ed è in questi momenti che si sperimenta il bisogno di qualcosa che vada “oltre”, che doni senso al vivere quotidiano.
Cari amici, la vostra giovinezza è un tempo che il Signore vi dona per poter scoprire il significato dell’esistenza!.....
Cari giovani!
Vi saluto tutti con grande affetto! Sono particolarmente contento di essere con voi, in questa piazza storica che rappresenta il cuore della città di Zagabria. Un luogo di incontri e di comunicazione, dove spesso dominano il rumore e il movimento della vita quotidiana
BENEDETTO XVI IN CROAZIA
.....La partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane, come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace.
Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione.
E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza......
INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO POLITICO, ACCADEMICO, CULTURALE ED IMPRENDITORIALE, CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I LEADER RELIGIOSI, NEL TEATRO NAZIONALE DI ZAGREB
DISCORSO DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI IN CROAZIA
.....I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorità locale. Quel tempo particolarmente duro è stato caratterizzato da una generazione di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa. La gente ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti.
Questa unità spiega ciò che è umanamente inspiegabile: che un regime così duro non abbia potuto piegare la Chiesa.......
.....Cari consacrati e consacrate, molto la Chiesa si attende da voi, che avete la missione di testimoniare in ogni epoca «la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano» (Esort. ap.Vita consecrata, 22).
Dio sia sempre la vostra unica ricchezza: da Lui lasciatevi plasmare, per rendere visibile all’uomo d’oggi, assetato di valori veri, la santità, la verità, l’amore del Padre celeste. Sorretti dalla grazia dello Spirito, parlate alla gente con l’eloquenza di una vita trasfigurata dalla novità della Pasqua. L’intera vostra esistenza diverrà così segno e servizio della consacrazione che ogni battezzato ha ricevuto quando è stato incorporato a Cristo......
ai VESCOVI, SACERDOTI e RELIGIOSI
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011), 05.06.2011
Celebrazione dei Vespri con Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Seminaristi, e preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Viktor Stepinac nella Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e di Santo Stefano (Zagreb, 5 giugno 2011)
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari Fratelli nell’Episcopato e nel presbiterato,
Cari fratelli e sorelle!
Rendo grazie al Signore per questo
incontro, nella preghiera, che mi consente di vivere uno speciale momento di comunione con voi, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate, seminaristi, novizi e novizie. Vi saluto tutti con affetto e vi ringrazio per la testimonianza che rendete alla Chiesa, come hanno fatto nei secoli tanti Pastori e Martiri in questa terra, da san Domnio fino al beato Cardinale Stepinac, all’amato Cardinale Kuharić e a molti altri.]