giovedì 14 gennaio 2010

ORDINI MENDICANTI PROFONDO RINNOVAMENTO ECCLESIALE

....."Anche oggi c'è una 'carità della e nella verità', una 'carità
intellettuale'" - ha concluso il Pontefice - "da esercitare, per illuminare
le intelligenze e coniugare la fede con la cultura. L'impegno profuso dai
Francescani e dai Domenicani nelle università medievali è un invito, cari
fedeli, a rendersi presenti nei luoghi di elaborazione del sapere, per
proporre, con rispetto e convinzione, la luce del Vangelo sulle questioni
fondamentali che interessano l'uomo, la sua dignità, il suo destino eterno".......

CITTA' DEL VATICANO, 13 GEN. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la
catechesi dell'Udienza Generale di questo Mercoledì, tenutasi nell'Aula
Paolo VI, agli Ordini Mendicanti, sorti nel secolo tredicesimo, di cui i più
noti e più importanti sono i Frati Minori e i Frati Predicatori, Francescani
e Domenicani, così chiamati dal nome dei loro Fondatori, Francesco d'Assisi
e Domenico di Guzman.

"Sono i santi" - ha spiegato il Papa - "guidati dalla luce di Dio, gli
autentici riformatori della vita della Chiesa e della società. Maestri con
la parola e testimoni con l'esempio, essi sanno promuovere un rinnovamento
ecclesiale stabile e profondo".




Santi come Francesco d'Assisi e Domenico di Guzman "ebbero la capacità
di leggere con intelligenza 'i segni dei tempi', intuendo le sfide che
doveva affrontare la Chiesa del loro tempo. Una prima sfida era
rappresentata dall'espansione di vari gruppi e movimenti di fedeli che,
sebbene ispirati da un legittimo desiderio di autentica vita cristiana, si
ponevano spesso al di fuori della comunione ecclesiale". Fra questi gruppi
vi erano i Catari e gli Albigesi che riproposero antiche eresie come "la
svalutazione e il disprezzo del mondo materiale, la negazione della libera
volontà, l'esistenza di un principio del male equiparato a Dio".

"Questi movimenti ebbero successo, specie in Francia e in Italia, non solo
per la solida organizzazione, ma anche perché denunciavano un disordine
reale nella Chiesa, causato dal comportamento poco esemplare di vari
esponenti del clero".

"I Francescani e i Domenicani, sulla scia dei loro Fondatori, mostrarono,
invece, che era possibile vivere la povertà evangelica senza separarsi dalla
Chiesa. (...) Intendevano così testimoniare una vita estremamente sobria,
per essere solidali con i poveri e confidare solo nella Provvidenza. Questo
stile personale e comunitario degli Ordini Mendicanti, unito alla totale
adesione all'insegnamento della Chiesa e alla sua autorità, fu molto
apprezzato dai Pontefici dell'epoca (...) i quali offrirono il loro pieno
sostegno a queste nuove esperienze ecclesiali, riconoscendo in esse la voce
dello Spirito".

"Anche oggi, pur vivendo in una società in cui spesso prevale l''avere'
sull''essere', si è molto sensibili agli esempi di povertà e di solidarietà"
- ha sottolineato Papa Benedetto XVI ricordando quanto affermava Paolo VI
nella 'Evangelii nuntiandi': 'Il mondo (...) ascolta volentieri i maestri,
quando sono anche testimoni. È questa una lezione da non dimenticare mai
nell'opera di diffusione del Vangelo: vivere per primi ciò che si annuncia,
essere specchio della carità divina".

Gli Ordini Mendicanti seppero felicemente venire incontro anche alla
necessità molto diffusa all'epoca di una istruzione religiosa predicando e
trattando "argomenti vicini alla vita della gente, soprattutto la pratica
delle virtù teologali e morali, con esempi concreti, facilmente
comprensibili".


"L'importanza degli Ordini Mendicanti crebbe così tanto nel Medioevo che
Istituzioni laicali (...) ricorrevano spesso alla consulenza spirituale dei
Membri di tali Ordini per la stesura dei loro regolamenti (...). I
Francescani e i Domenicani diventarono gli animatori spirituali della città
medievale. Con grande intuito, essi misero in atto una strategia pastorale
adatta alle trasformazioni della società. Poiché molte persone si spostavano
dalle campagne nelle città, essi collocarono i loro conventi non più in zone
rurali, ma urbane. (...) Con un'altra scelta del tutto innovativa, gli
Ordini mendicanti abbandonarono il principio di stabilità, caratteristica
della vita monastica per molti secoli. Minori e Predicatori viaggiavano da
un luogo all'altro, con fervore missionario. Di conseguenza, si diedero
un'organizzazione diversa (...). Al posto della tradizionale autonomia di
cui godeva ogni monastero, essi riservarono maggiore importanza all'Ordine
in quanto tale e al
Superiore Generale, come pure alla struttura delle province. (...) Così i
Mendicanti" - ha commentato il Santo Padre - "erano maggiormente disponibili
per le esigenze della Chiesa Universale".

"Un'altra grande sfida era rappresentata dalle trasformazioni culturali in
atto. Nuove questioni rendevano vivace la discussione nelle università.
Minori e Predicatori non esitarono ad assumere anche questo impegno e, come
studenti e professori, entrarono nelle università più famose del tempo,
eressero centri di studi" ed "incisero significativamente nello sviluppo del
pensiero".

"Anche oggi c'è una 'carità della e nella verità', una 'carità
intellettuale'" - ha concluso il Pontefice - "da esercitare, per illuminare
le intelligenze e coniugare la fede con la cultura. L'impegno profuso dai
Francescani e dai Domenicani nelle università medievali è un invito, cari
fedeli, a rendersi presenti nei luoghi di elaborazione del sapere, per
proporre, con rispetto e convinzione, la luce del Vangelo sulle questioni
fondamentali che interessano l'uomo, la sua dignità, il suo destino eterno".


AG/ORDINI MENDICANTI/... VIS 100113
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