martedì 2 febbraio 2010

COME TI SOSTENGO IL SOSTEGNO

..... tra i genitori di Tommaso ed Elisa, così come di Camilla e Francesco, e dall’osservare quale grande occasione sia per i bambini avere in classe un compagno disabile.
Da questa amicizia, da questa intuizione, è nato l’interesse per quella situazione particolare che è l’inserimento dei bambini disabili nel mondo della scuola.......


di Emanuela Belloni
16/04/2009 - Storia di un'associazione nata dall'amicizia tra i genitori di Tommaso ed Elisa, compagni di classe. Che aiuta i bambini disabili ad inserirsi nel mondo della scuola.
Tutto è iniziato da Elisa e Tommaso...




In classe insieme alla Scuola dell’infanzia della Cooperativa San Tommaso Moro di Milano. Tutti e due biondi, Elisa con gravi problemi motori e sensoriali e Tommaso con una fortuna in più: poter condividere le ore di scuola con Elisa.
L’Associazione Sostieni il Sostegno nasce tre anni fa proprio dall’amicizia tra i genitori di Tommaso ed Elisa, così come di Camilla e Francesco, e dall’osservare quale grande occasione sia per i bambini avere in classe un compagno disabile.
Da questa amicizia, da questa intuizione, è nato l’interesse per quella situazione particolare che è l’inserimento dei bambini disabili nel mondo della scuola.
Le classi che accolgono i bambini con difficoltà motorie, comportamentali o psichiche devono dotarsi, infatti, di un “sostegno”, di una figura cioè che accompagni quotidianamente i bambini nel percorso scolastico.
Per una delle tante difficoltà legislative che accompagnano la vita delle scuole paritarie nel nostro Paese, la spesa per il sostegno, se nelle scuole pubbliche è completamente a carico dello Stato, in quelle paritarie è invece affrontata “a singhiozzi”, a seconda del grado di scuola, del comune di appartenenza, degli anni e dei governi...
Risultato: quando serve il sostegno, la scelta della scuola più adatta ai propri figli è particolarmente ardua e gravosa per le famiglie.
A partire da questo bisogno è nata l’idea di creare una onlus. È così iniziato il dialogo con le famiglie, con la scuola, con gli enti pubblici e con le aziende. E, nel tentativo di affrontare il problema in modo adeguato, l’attività dell’associazione si è sviluppata su due livelli. Il primo è quello del fund raising, cioè l’attività di raccolta di fondi con cui creare delle “borse di studio” per aiutare le famiglie nel caso le sovvenzioni pubbliche non arrivino, quindi per dare una tranquillità nella scelta della scuola garantendo un fondo che valga per l’intero ciclo scolastico.
Il secondo livello dell’opera dell’associazione consiste nella diffusione di quella che si può chiamare “cultura dell’accoglienza”. Ciò si identifica con una posizione aperta alla realtà, disposta a un abbraccio e a una comprensione di ogni persona nella sua unicità, che ha un’origine ben precisa. A partire dall’interesse per l’accoglienza del bambino disabile, «ci siamo accorti che non parlavamo più solo e tanto del bambino disabile all’interno della scuola, ma intravedevamo una posizione culturale che coinvolgeva il nostro stare nel mondo del lavoro, il nostro essere famiglie e così via», spiega Claudio Ceresani il responsabile del fund raising dell’associazione . E continua: «Da questo interesse è nato un orizzonte più grande rispetto al quale coinvolgere altri e agire nel portare avanti la nostra piccola opera».
«Sin dall’inizio l’associazione è stata uno stupirsi continuo per gli incontri con persone eccezionali che ci hanno aiutato ad approfondire l’intuizione iniziale e ci hanno mostrato stima e attenzione; sono arrivate le prime donazioni di privati e di aziende che ci hanno consentito di assegnare i fondi ad alcune famiglie... È da una sovrabbondanza di Grazia per la nostra vita che tutto nasce e prosegue...», racconta il presidente di Sostieni il Sostegno, Giovanni Prinetti, «Abbiamo organizzato per due anni una serata speciale per far conoscere l’associazione e abbiamo riempito il Teatro Allianz ricevendo anche la visita del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni».
Prossimi passi?«Per ora la nostra attività ha coinvolto principalmente la scuola frequentata dai nostri figli, la San Tommaso Moro, ma ci è già capitato di discutere e confrontarci con i responsabili di altre scuole di Milano. Ci piacerebbe estendere l’attività dell’associazione proponendo un aiuto tra le famiglie nelle infinite necessità che accompagnano la vita dei bambini disabili: aiutarli nel fare i compiti, accompagnarli a fare le terapie, persino portarli in montagna e insegnargli a sciare... Non come soluzione di un problema, ma come la possibilità di condividere un’esperienza concreta di come il Mistero si può fare presente e amico».
La vita dell’associazione è fatta soprattutto di incontri: l’incontro con il rettore della scuola, professor Carlo Wolfsgruber, che, per primo ci ha spinti a non demordere davanti agli ostacoli; poi l’incontro con Lorenzo, Mirella e Maria Grazia della Cometa (un'opera per l'educazione e il sostegno dei minori e delle loro famiglie, www.puntocometa.org); e, ancora, incontri con famiglie, come è capitato con una famiglia di Torino che ha contattato l’associazione perché doveva trasferirsi a Milano e voleva capire dove iscrivere il figlio che aveva bisogno del sostegno; ma anche incontri con i dirigenti pubblici e le aziende a cui si chiedono risposte e aiuti...
Proprio da uno degli incontri più preziosi, quello con i monaci della Cascinazza (il monastero benedettino di Gudo Gambaredo alle porte di Milano), è nata l’idea di portare a fine maggio la mostra “Con le nostre mani, ma con la Tua forza” presso il complesso scolastico di via Inganni, in collaborazione con l’Associazione Vasilij Grossman e con altre realtà della zona, proponendo un lavoro di approfondimento dei temi della mostra a tutti i soci (che oggi sono circa 70), e a chi si trova a conoscere e condividere il cammino dell’associazione. Una nuova sfida, la proposta di un modo nuovo per affrontare la realtà e conoscerla.
Conclude Prinetti: «All’inizio parlare di associazione poteva suonare un po’ formale e burocratico, ma adesso per noi è un punto della nostra esperienza che ci sta insegnando ad affrontare tutta la vita con la stessa passione, la stessa curiosità e quella buona dose di ’baldanza ingenua’ che portare avanti una simile associazione richiede».

Nessun commento: