martedì 23 febbraio 2010

GRAZIE FRANCESCO PER AVER MESSO GLI ARTICOLI

CIAO SONO GIOVANNI SONO UN BIMBO DOWN IPOVEDENTE GRAVE;COME VEDETE NON MI LASCIO MANCARE NULLA SONO FELICE PERCHE' MI SENTO AMATO ANCHE SE SONO CONTINUAMENTE SOTTOPOSTO AD INTERVENTI AGLI OCCHI.
IO VI VOGLIO BENE ANCHE SE SO CHE TANTI DI VOI AVREBBERO PREFERITO CHE NON NASCESSI!
Ci stupiamo!Purtroppo e' la mentalita'corrente.
Dodici anni trascorsi con il mio Giovanni mi hanno fatto comprendere come sia difficile se non difficilissimo trovare persone che sappiano accogliere la diversita',che sappiano guardare l'altro sempre come persona senza inchiodarlo al suo limite.
Abbiamo cambiato nome alla categoria ora li chiamiamo disabili,ora li chiamiamo down,ma al fondo di ciascuno di noi non e' cambiato nulla.
Ci dimentichiamo in fretta che prima dello sterminio degli ebrei tutto era cominciato da quello dei disabili.Ora lo sterminio c'e' e' in atto nascono sempre meno bambini portatori della sindrome di down.
Si era sentito che l'Emilia Romagna aveva raggiunto i migliori traguardi.
QUAL'E' ALLORA IL NOSTRO COMPITO?
Testimoniare che la vita con un figlio diverso non puo' che arricchire.
Non sono i soldi,il potere,che rendono felice l'uomo.
L'uomo e' felice se percorre la strada del suo Destino.
Fatica e dolore appartengono alla vita,alla positivita' del quotidiano.
Mi sto rendendo conto che vivere con Giovanni fa rifiorire i rapporti veri,elimina le certezze,insegna a mendicare e ricorda costantemente a tutti che apparteniamo ad un Altro.
Cosi' il semplice quotidiano,diventa avventura,i banali incontri suscitano spesso stupore.
Ci si libera giorno dopo giorno di tanti pregiudizi,e ci si accorge di quanto abbiamo necessita' di cambiare.
Giovanni punta il dito nella piaga del nostro limite e non ci permette di rimanere tranquilli.
Ci libera da ogni schema e giorno dopo giorno ci fa amare l'imprevisto.
Ieri al duomo Di Milano abbiamo ricordato don Giussani,lui ci ha insegnato che nella nostra vita la tristezza obbliga la memoria e la stanchezza obbliga alle ragioni per cui faccio tutte le cose.
DIO E' L'IPOTESI POSITIVA DI TUTTO CIO' CHE VIVIAMO.

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