sabato 14 gennaio 2012

CONTINUATE CON I COMMENTI

Sarebbe bello far nascere una discussione!
Dirsi le cose con sincerita' come questo padre di Moreno ha fatto.
Ammiro il suo coraggio anche se non condivido le modalita' di comunicazione che ha usato.
Dentro in ogni pagina del libro c'e' lo strazio di un padre,una ferita sanguinante una grande solitudine.
Leggere il libro comunque conviene a tutti.
Non si potra mai comprendere lo strazio di un padre, forse si potrebbe cominciare a comprendere un po'.
Certamente, dopo una simile lettura, tutti ma proprio tutti non si sentiranno piu' schiacciati dai tagli che lo stato sta attuando.

1 commento:

Anonymous ha detto...

Leggerlo...non so, ci devo pensare, quindici euro sono tanti per farsi vomitare addosso, soprattutto se poi questo padre non lo si può nemmeno guardare in faccia e abbracciare. Ho ascoltato l'intervista e letto la presentazione del libro. Prima di essere tacciata anch'io di perbenismo, premetto che ho anch'io un bambino disabile grave, il più piccolo dei miei quattro figli, con la sindrome di down e una grave compromissione dello sviluppo per una sofferenza cerebrale prenatale che lo ha portato ad essere anche epilettico. Quindi ci sono dentro in pieno. Anch'io a volte dico che mio figlio ha una specie di frittura mista in testa, per squarciare il velo di chi lo vede carino (è proprio bello) e dentro di sé pensa che sono una cretina perchè non ho fatto l'amniocentesi ed eliminato il problema prima o di chi mi compatisce e pensa comunque come sopra. Spero che prima di scrivere quest'uomo abbia potuto parlarne con qualcuno, che non sia stato il suo unico modo di poter affrontare l'argomento. Non credo che la disabilità in sé sia un dono; se non hai qualcuno (e Qualcuno) che ti fa compagnia e a cui chiedere 'cosa mi vuoi dire e dare in questa circostanza? Cosa mi chiedi?', la rabbia è il migliore dei sentimenti, altrimenti si passa alla rassegnazione (che secondo me è ancora peggio,perchè non ti muove a nulla). Ho partecipato a tante riunioni di genitori di disabili che si associano per risolvere problemi concreti ma con l'occhio di chi vuole sistemare,contenere, appianare, proteggere...Non che non facciano bene, ma a me non basta. Io ho bisogno che Qualcuno mi si faccia compagno e mi dica che io sono amata e mio figlio con me, amnzi lui ha una parte grande in questo amore. Spero poi veramente che questo papà non creda che suo figlio non sia in grado capire se è amato o meno solo perchè non gli si può fare un discorso completo; nemmeno un padre di un disabile può permettersi di essere un idiota, come d'altronde nessun padre! Questo figlio è il velo del tempio che si squarcia. Bisogna guardare fino in fondo e vedere che siamo attesi e visitati da Qualcuno di molto grande, che ci chiama.
Buon anno a tutti,
Cristina