martedì 24 gennaio 2012

IL CRISTIANESIMO COME CONTEMPORANEITA'

DA IL CLANDESTINO


Nella intervista rilasciata al Corriere della sera nei giorni scorsi il presidente della fraternità

di comunione e liberazione,

don Julian Carron,

precisa la posizione del movimento

sia rispetto alla politica sia rispetto alla crisi.

Ne esce il ritratto di un movimento che da metà

degli anni '50 a oggi continua a crescere

in tutto il mondo – e non italianocentrico come

molti si ostinano a vedere - grazie a una passione

per la vita intera, a una distanza critica

dalla politica e a una libertà di giudizio

e di azione rispetto a quanto il potere

(ogni potere, compreso quello mediatico) vorrebbe.

Il cristianesimo resta - nel suo nocciolo

di esperienza umana di liberazione nel vivo

drammatico della esistenza - una cosa

sconosciuta se non ai semplici di cuore.

Il continuo tentativo di ridurre

una esperienza di Chiesa ad altro

è destinato a frangersi contro

questa semplice intelligenza dei cuori.

Le testimonianze di tenacia, di carità

e di impegno (senza esimersi dai

rischi che queste cose -la carità

compresa- comportano)

è il modo migliore con cui il movimento

parla di ciò che lo origina e muove.

La responsabilità dei cristiani

in questa epoca di crisi è di essere se stessi,

con la gioia del profondo e la passione

con cui la fede anima le nostre vite,

anche quelle piene di limiti e di difetti

come quelle di tutti.
dr

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