martedì 31 gennaio 2012

ANONIMO SCRIVE

Già il film Le chiavi di casa di Amelio avevo aperto un po' questa strada, vale a dire il metter in chiaro che relazionarsi con l'handicap non è per niente facile nè bello, anche se quell'handicappato è tuo figlio.
E il libro di Verga sfonda la porta. Basta fare i perbenisti, i politicamente corretti e chi più ne ha più ne metta! I genitori di figli handicappati si sentono in colpa, cattivi, frustrati, impotenti e la sopportazione arriva al limite perché...siamo esseri umani. E pur amando e adorando i propri figli handicappati, a volte non si regge, a volte non ce la si fa più. Perché siamo fallibili. Tu hai mai avuto a che fare con handicappati? O con anziani, magari con Alzheimer o decadimento cognitivo? Anche se sono i tuoi genitori arrivi a non farcela più, a scoppiare perché non sei un santo né un'immaginetta ad uso e consumo di preti e parrocchie.
Verga ha soltanto detto ciò che prova, non ha voluto essere ipocrita, si è messo a nudo con il rischio di essere condannato, come nel tuo caso. Ma sono convinta che ama questo figlio e che continuerà ad aiutarlo ad andare avanti.
p.

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