lunedì 2 luglio 2007

UOMO SERIO QUEL BLAIR SERIO ANCHE CON DIO


Davide Rondoni

Avvenire 24 giugno 2007

Un uomo forte. Uno che ha sempre puntato, nelle scelte e nella immagine pubblica, sulla forza che viene dal mostrarsi convinto anche nei momenti più delicati. Un leader che, dicono in molti, ha segnato la vita pubblica europea e mondiale di questo passaggio di secolo. E che anche nel momento in cui esce di scena dà una lezione di forza. Non di forza muscolare, o strategica ma di un altro genere di forza. Oggi si parla tanto di debolezza della politica in Italia. Forse, tale debolezza dipende anche da come uomini che vogliono gestire il potere si confrontano con il tema centrale di ogni questione: come vivere un rapporto con Dio, ovvero con il senso delle cose.



Come, dove, con chi confrontare seriamente i dilemmi che agitano la coscienza e la vita. Quella personale e quella civile. Un uomo che non prende sul serio tale problema, che non lo affronta o lo tratta in modo superficiale o strumentale difficilmente sarà un uomo veramente forte. Quest'uomo forte, dunque, è venuto in visita al Papa. È l'ennesimo segno di attenzione del Papa alla vita reale degli uomini. Segno di un Papa che sta prendendo sul serio la vita degli uomini. Ed è segno che in tanti, anche venendo da lontano, trovano in questo pastore un punto di riferimento. Dicono che sia venuto a parlargli della sua conversione, o meglio del passaggio dall'appartenenza ad una Chiesa che riconosce nel Re l'ultima autorità, alla Chiesa che è continuazione della presenza apostolica. I giornali di tutto il mondo hanno parlato della sua imminente conversione. Come se si trattasse, che so, di un imminente atto amministrativo, o di un prossimo gesto politico. Invece lui stesso, uscendo dalla udienza, ha sottolineato che la faccenda della sua conversione è personale e delicata. Insomma, un uomo forte che sa che in materia di fede personale gli schemi e gli annunci stampa non contano. Perché conta la posizione che un uomo assume di fronte a Dio, il suo rapporto col destino. E dunque la scelta che Mister Tony Blair vorrà fare è una questione che riguarda innanzitutto Mister Tony Blair. Per l'Inghilterra il rapporto con il cattolicesimo passa per una storia drammatica e ricca. Attraversata da martiri e da conversioni famose, da J.K.Chesterton a O. Wilde. E agitata da forze violentemente anticristiane. Un grande romanzo, "Con quale autorità", di R.H. Benson va al cuore della faccenda. La domanda del titolo è il cuore del problema. Infatti l'Anglicanesimo nacque distaccandosi da Roma non tanto per un conflitto teologico, ma per un conflitto di autorità. Il re volle essere - secondo il sogno di ogni potere di questo mondo - anche potere esercitato in nome di Dio. Ma la serietà con cui molti uomini cercano di vivere il rapporto con Dio, impedisce loro di affidarsi alla autorità politica come ultimo punto di confronto. Quella storia sta evolvendo, in modo visibile e in modo meno eclatante. C'è nel gesto personale di Tony Blair da un lato la massima considerazione per la tradizione del Paese che ha rappresentato e governato. E anche la massima consapevolezza che nella serietà del rapporto con Dio si misurano tutte le serietà e le forze di cui un uomo e capace. Noi non sappiamo che esito avrà il cammino di Mister Tony Blair. Sappiamo però che la serietà con cui lo sta affrontando è un buon esempio per tutti coloro che invece pensano di basare a propria forza su sogni vaghi di gloria, su strategie politiche o su un Dio creato a propria misura. Si parla dell'influenza della moglie e della famiglia su questa vicenda. Mentre in tanti si affannano a ficcare il naso in storie tra moglie e marito famosi, banalizzando tutto con un chiacchiericcio invasivo e vuoto, in questo caso viene solo da fare silenzio. Rispettoso silenzio. Come se il buon Dio, a cui la fantasia non manca, avesse un supplemento di pazienza nei nostri confronti. E accanto a spettacolini un po' deprimenti e dal copione scontato, ci mostrasse i pezzi di un altro spettacolo.

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