sabato 7 febbraio 2009

SIMONA SCRIVE

Il mio caro amico Lorenzo mi ha girato questo.
Sono sicura che lo hai gia' letto ma e' davvero molto bello per il blog e di grande aiuto per la prova a cui voi e Gio' siete chiamati,
quando parla della madonna alla fine mi sei venuta in mente.

2009/2/1 Berra, Lorenzo, M.D.

.... guarda che grande il papa oggi all'angelus- veramente bello quando parla
del dolore e della sofferenza

Cari fratelli e sorelle!

Quest'anno, nelle celebrazioni domenicali, la liturgia propone alla nostra
meditazione il Vangelo di san Marco, del quale una singolare caratteristica è il
cosiddetto "segreto messianico", il fatto cioè che Gesù non vuole che per il
momento si sappia, al di fuori del gruppo ristretto dei discepoli, che Lui è il
Cristo, il Figlio di Dio. Ecco allora che a più riprese ammonisce sia gli
apostoli, sia i malati che guarisce di non rivelare a nessuno la sua identità.
Ad esempio, il brano evangelico di questa domenica (Mc 1,21-28) narra di un uomo
posseduto dal demonio, che all'improvviso si mette a gridare: "Che vuoi da noi,
Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!".
E
Gesù gli intima: "Taci! Esci da lui!". E subito, nota l'evangelista, lo spirito maligno, con grida strazianti, uscì da quell'uomo. Gesù non solo scaccia i demoni dalle persone, liberandole dalla peggiore schiavitù, ma impedisce ai demoni stessi di rivelare la sua identità. Ed insiste su questo "segreto" perché è in gioco la riuscita della sua stessa missione, da cui dipende la nostra salvezza. Sa infatti che per liberare l'umanità dal dominio del peccato,

Egli dovrà essere sacrificato sulla croce come vero Agnello pasquale. Il diavolo, da parte sua, cerca di distoglierlo per dirottarlo invece verso la logica umana di un Messia potente e pieno di successo. La croce di Cristo sarà la rovina del demonio, ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che per entrare nella sua gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso (cfr Lc 24,26), essendo la sofferenza parte integrante della sua missione.

Gesù soffre e muore in croce per amore. In questo modo, a ben vedere, ha dato
senso alla nostra sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca
hanno capito e fatto proprio, sperimentando serenità profonda anche nell'amarezza di dure prove fisiche e morali. E proprio "la forza della vita nella sofferenza" è il tema che i Vescovi italiani hanno scelto per il consueto Messaggio in occasione dell'odierna Giornata per la Vita. Mi unisco di cuore alle loro parole, nelle quali si avverte l'amore dei Pastori per la gente, e il coraggio di annunciare la verità, il coraggio di dire con chiarezza, ad esempio,che l'eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell'uomo. La vera risposta non può essere infatti dare la morte, per quanto "dolce", ma testimoniare l'amore che aiuta ad affrontare il dolore e l'agonia in modo umano. Siamone certi: nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio.
La Vergine Maria ha custodito nel suo cuore di madre il segreto del suo Figlio,ne ha condiviso l'ora dolorosa della passione e della crocifissione, sorretta
dalla speranza della risurrezione. A Lei affidiamo le persone che sono nella
sofferenza e chi si impegna ogni giorno al loro sostegno, servendo la vita in
ogni sua fase: genitori, operatori sanitari, sacerdoti, religiosi, ricercatori,
volontari, e molti altri. Per tutti preghiamo.

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