mercoledì 15 aprile 2009

VIA CRUCIS NEW YORK

....Seguendo quella croce, accompagnati da quella gente si puo' arrivare fino a Ground Zero senza dover dimenticare il dolore passato, e si puo' guardare al futuro con speranza, perche' si segue Colui - l'unico - che ha saputo sconfiggere la morte. La Way of the Cross over the Brooklyn Bridge cresce ogni anno, ogni anno diventa piu' "bella", come succede a cio' che e' vivo e vero, ma questo accade solo perche' ognuno - ciascuno secondo il suo cuore e la sua liberta' - decide di seguire quell'Amore che si e' donato totalmente perche' tutto sia salvato.


in tremila ricordano la Passione nella “città che non dorme mai”
da il sussidiario

La "Way of the Cross over the Brooklyn Bridge" è diventata una vera tradizione in una città che solitamente brucia e dimentica tutto molto in fretta. Anche quest'anno, per la quattordicesima volta, un popolo di fedeli ha seguito la croce di Nostro Signore attraversando il Ponte di Brooklyn e giungendo fino a Ground Zero.

Un popolo numeroso come non mai, tanto che nè St. James - la Cattadrale di Brooklyn da cui la processione si avvia, ne' St. Peter - punto finale di arrivo, la più antica parrocchia di New York a pochi passi da dove si ergevano le Twin Towers - si sono rivelate in grado di accogliere tutti i partecipanti.



E' la comunità newyorkese di Comunione a Liberazione che in tutti questi anni, da quel Venerdi Santo del 1996 in cui forse venticinque di noi si ritrovarono sul ponte, ha continuato a proporre questo gesto della pietà cristiana portandolo nel cuore di New York. Accompagnati dalle parole del Santo Padre, incoraggiati e sostenuti dalle due Diocesi di cui NYC e' fatta e dall'Arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico alle Nazioni Unite, quasi tremila persone hanno seguito le stazioni della Via Crucis con grande raccoglimento, in ordine e silenzio in mezzo alla consueta baraonda della "Citta' che non dorme mai".



Questo gesto è andato crescendo anno dopo anno cosi come una creatura viva, restando però estremamente semplice, com'e' giusto che sia. Semplice e bello.

Semplice perchè nella sua ingenua baldanza dell'offrirsi totalmente ed incondizionatamente a tutti, continua a seguire i passi che da secoli la tradizione cristiana ha indicato.

Bello perchè ricordare il sacrificio della croce significa anzitutto riconoscere il bene che ci e' voluto, la forza travolgente della Misericordia che ci salva dalle nostre incapacità, incoerenze, limiti e fallimenti. E poi con una cosa come la Way of the Cross sul Brooklyn Bridge diventa proprio visibile che "Gloria Dei vivens homo", che la Gloria di Dio e' l'uomo che vive.

Diventa visibile a tutti e diventa una fatto che si può seguire. Anche quest'anno tanti si sono uniti a noi lungo il cammino.



Certi ci aspettavano alle varie stazioni, cosi come avviene da sempre nei pellegrinaggi, ma altri si sono aggregati cosi, spontaneamente ed inaspettatamente, rispondendo con un impeto del cuore a qualcosa di imprevisto incontrato lungo il cammino. Colpiti magari dall'imponenza di questa strana folla, o dalle struggenti armonie del coro o più banalmente dal nugolo di reporters e fotografi a ronzare costantemente alla testa del corteo. Cosi si capisce come la Via Crucis sul Ponte di Brooklyn sia una testimonianza di fede, un invito a seguire il Mistero, l'Infinito, seguendo della gente in carne ed ossa.


Seguendo quella croce, accompagnati da quella gente si puo' arrivare fino a Ground Zero senza dover dimenticare il dolore passato, e si puo' guardare al futuro con speranza, perche' si segue Colui - l'unico - che ha saputo sconfiggere la morte. La Way of the Cross over the Brooklyn Bridge cresce ogni anno, ogni anno diventa piu' "bella", come succede a cio' che e' vivo e vero, ma questo accade solo perche' ognuno - ciascuno secondo il suo cuore e la sua liberta' - decide di seguire quell'Amore che si e' donato totalmente perche' tutto sia salvato.



(Riro Maniscalco)

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