lunedì 21 febbraio 2011

L'IMMORTALITA' E IL POTERE


L’immoralità e il potere
da IL CLANDESTINO

Ogni questione morale sollevata in campo pubblico – come hanno richiamato i vescovi italiani e il Papa - ha senso solo e in quanto richiamo a tutti ad essere più autentici. Usare una questione morale come arma di battaglia politica, con l’uso, come avviene ora in Italia, di una impressionante mole di strumenti giudiziari, non porta alcun bene alla collettività. Stiamo assistendo a uno scontro di potere non certo a un tentativo sincero di moralizzazione della cosa pubblica. Se no, invece di quintali di merda e di offese reciproche, di veleni sui media e di vergognoso linciaggio pubblico e presa in giro di ogni deontologia professionale sull’informazione, si assisterebbe a un serio dibattito intorno alla immoralità di avere in tanti, in troppi, da Ruby agli uomini di potere, ma anche gli uomini che tutti siamo, ormai come scopo della vita una riuscita misurata solo in termini di successo e di benessere.
Come se queste cose soltanto indicassero la riuscita della vita.
Invece non si parla di questa grande immoralità – uno scopo immorale della vita che tocca tutti - ma si mira a demolire moralmente l’avversario politico. E solo per sottrargli potere. Non per amore dell’Italia. Ma per amore del potere. E questo aggiunge immoralità a immoralità.

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