mercoledì 17 settembre 2008

L'APPELLO DURANTE LA MESSA A NOTRE DAME DU ROSAIRE

....«cercare il sorriso di Maria non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato» ma è la «giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega» alla donna donataci «come madre» da Cristo. Benedetto XVI parla della sofferenza prolungata che «rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita»....


bisogna guardare a Maria per non cadere nella tentazione dell’eutanasia
Tratto da Il Giornale del 16 settembre 2008

«Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alle vita: volgetevi a Maria!».

Benedetto XVI si congeda da Lourdes e dalla Francia con la cerimonia più intima e commovente, quella con i malati, che qui nel paesino dei Pirenei dove 150 anni fa avvennero le apparizioni mariane a santa Bernadette sono di casa. Il Papa ha amministrato a dieci di loro il sacramento dell’unzione degli infermi. Nell’omelia ha spiegato che «cercare il sorriso di Maria non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato» ma è la «giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega» alla donna donataci «come madre» da Cristo. Benedetto XVI parla della sofferenza prolungata che «rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita». Un combattimento che «l’uomo non può sostenere da solo», spiega Ratzinger, e quando mancano parole adeguate «s’afferma il bisogno di una presenza amorevole», il bisogno di avere qualcuno vicino. «Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa madre?», si chiede il Papa, invitando quelli che soffrono a volgersi verso Maria per trovare la forza» per proseguire il combattimento contro la malattia» e la «grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio».

Benedetto XVI ha ricordato che Cristo «non è medico alla maniera del mondo» perché «per guarirci non resta fuori dalla sofferenza» ma viene «ad abitare in colui che è colpito dalla malattia». E ha infine ringraziato i volontari e i barellieri, definendoli «le braccia della Chiesa, umile serva».

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