mercoledì 3 giugno 2009

IL PAPA " NON HO CAPITO PERCHE' DIO HA SCELTO PROPRIO ME MA LO ACCETTO"

"...Dobbiamo essere amici, fratelli». «Non eravamo santi - sottolinea Benedetto XVI - abbiamo avuto i nostri litigi, ma era una bella comunione. La distinzione tra ricchi e poveri, tra intelligenti e meno intelligenti, non contavano nella comunione con Gesù. Abbiamo trovato la capacità di vivere insieme, abbiamo imparato ad accettare l’uno e l’altro, a portare il peso a vicenda. Nonostante le nostre debolezze ci accettiamo e insieme troviamo la strada della pace e impariamo a vivere insieme»...."



Benedetto XVI, incontrando i bambini dell'Opera missionaria

«Per dire la verità non avrei mai pensato di diventare Pontefice»

Papa Benedetto XVI (Ansa)
CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI, incontrando i bambini dell'Opera missionaria, ha confessato di avere ancora oggi «difficoltà a capire come il Signore» possa avere destinato proprio lui a questo «mestiere». «Ma lo accetto, anche se mi sembra una cosa che vada molto oltre le mie forze; so che il Signore mi aiuta», ha detto.


«RAGAZZO INGENUO» - «Per dire la verità non avrei mai pensato di diventare Papa: sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo in una piccola provincia dimenticata». Benedetto XVI ha risposto così ai bambini della Pontificia Infanzia Missionaria. «Il Papa - ha ricordato - allora era Pio XI: lo conoscevamo e lo vedevamo come nostro padre, ma in una realtà molto lontana e superiore a noi».

LITIGARE È UMANO - «Qualche volta sembra inevitabile nella vita umana litigare ma è importante l’arte di riconciliarsi, il perdono e non lasciare amarezza nell’anima»: il Papa risponde così ai bambini che - nel corso dell’udienza in Vaticano all’Infanzia Missionaria - gli domandano come fare di fronte alle differenze culturali e religiose. «Ho vissuto gli anni della scuola elementare in un piccolo paese di 400 abitanti - racconta il Papa - eravamo un po’ ingenui; in questo paese eravamo da una parte agricoltori molto ricchi e anche poveri impiegati, artigiani e la nostra famiglia poco prima della scuola elementare era arrivata in questo paese da un altro paese. Quindi eravamo un po’ stranieri, e in questa classe che frequentavo si riflettevano culture diverse. Ma gli altri bambini - prosegue il Pontefice - mi hanno insegnato il loro dialetto, abbiamo collaborato, anche litigato ma poi ci siamo anche riconciliati. E con gratitudine mi ricordo come ci siamo aiutati l’uno e l’altro; abbiamo imparato insieme a pregare, ci siamo preparati insieme alla comunione. Dobbiamo essere amici, fratelli». «Non eravamo santi - sottolinea Benedetto XVI - abbiamo avuto i nostri litigi, ma era una bella comunione. La distinzione tra ricchi e poveri, tra intelligenti e meno intelligenti, non contavano nella comunione con Gesù. Abbiamo trovato la capacità di vivere insieme, abbiamo imparato ad accettare l’uno e l’altro, a portare il peso a vicenda. Nonostante le nostre debolezze ci accettiamo e insieme troviamo la strada della pace e impariamo a vivere insieme».



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