martedì 22 maggio 2012

MONS. CAVINA «In mezzo a un cimitero di chiese terremotate, non ho visto piagnistei»











.........Però i parroci erano rincuorati dall’atteggiamento dei fedeli, che li hanno aiutati e sostenuti. Mi sembra che nella sofferenza la gente stia reagendo con coraggio e speranza. Soprattutto, se devo dirlo con una parola, non ho trovato piagnistei.............

TEMPI maggio 21, 2012 Leone Grotti
Intervista al vescovo di Carpi, Francesco Cavina, che ieri ha operato un sopralluogo nel modenese nei luoghi più colpiti dal sisma: «Una chiesa più distrutta dell’altra. Ma la gente ha reagito con speranza e coraggio».
«Il mio sopralluogo di ieri è stato un cammino nella distruzione, tra le macerie, fatto in mezzo a un cimitero: non di persone, ma di chiese». Sono queste le parole con cui monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, descrive il sopralluogo che ha operato ieri nel modenese in alcune delle zone più colpite dal sisma che ha colpito l’Emilia Romagna e che ha già causato sette morti e oltre 4 mila sfollati. Ma in mezzo alla distruzione, come dichiara a tempi.it, ha anche visto un’Italia forte e gente pronta ad aiutare e a ricostruire: «Ho visto i parroci in buono stato, confortati dalla solerzia della gente nell’aiutarli. E soprattutto, nessun piagnisteo».



Ci racconti il suo sopralluogo nelle zone colpite dal sisma.




Sono partito da San Martino in Spino per arrivare fino a Concordia passando per Mirandola: uno spettacolo desolante, ho visto una chiesa più distrutta dell’altra. Il dolore più grande l’ho provato nell’osservare il Duomo di Mirandola, squarciato, che mi ha lasciato sconvolto.
Qual è la situazione degli edifici?
Le chiese sono ridotte molto male e molte opere d’arte significative sono andate distrutte. Per fortuna le canoniche e gli asili sono rimasti intatti e i parroci si sono già messi in moto per allestire dei luoghi dove celebrare le funzioni religiose. Sono rimasto consolato nel vedere i sacerdoti forti e non scoraggiati, desiderosi di continuare la loro attività pastorale.
Ha incontrato gli abitanti del luogo?
No, perché ieri pioveva a dirotto ma i parroci mi hanno raccontato che la gente si è subito data da fare per cercare di liberare le chiese dalle macerie. Un’iniziativa molto bella anche se hanno dovuto smettere visto che non era possibile cominciare i lavori, perché molte chiese sono pericolanti. Però i parroci erano rincuorati dall’atteggiamento dei fedeli, che li hanno aiutati e sostenuti. Mi sembra che nella sofferenza la gente stia reagendo con coraggio e speranza. Soprattutto, se devo dirlo con una parola, non ho trovato piagnistei.
Anche la sua città è stata colpita?
Il Palazzo episcopale è seriamente danneggiato e anch’io dovrò fare il profugo. Stanotte abbiamo dormito nel garage.
Da dove potranno ripartire le persone in una situazione così difficile?
Da quello che ho visto, dalla volontà di tornare alla normalità. Questo è stato un fatto molto positivo. C’è un forte desiderio di tornare alla normalità. Mi dà speranza anche la sinergia che ho visto tra realtà ecclesiali e civili. Il loro desiderio di lavorare insieme mi ha colpito molto. Il Comune, ad esempio, mi ha telefonato poco fa per capire quali ambienti sono stati colpiti qui a Carpi, perché ci muovessimo assieme. Ieri ho anche incontrato la sovrintendente delle Belle Arti, che ha promesso di dare tutto l’aiuto possibile per mettere in sesto e in sicurezza i luoghi di culto. Ci tengo ad aggiungere una cosa.
Prego.
Voglio elogiare molto i Vigili del fuoco e la Protezione civbile, perché stanno svolgendo un servizio encomiabile con professionalità e diponibilità. Di solito queste cose nessuno le fa vedere in Italia, ma la gente le percepisce. Si pongono con le persone in modo molto delicato, anche perché ora la gente ha bisogno di attenzione e incoraggiamento.
@LeoneGrotti

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