sabato 11 ottobre 2008

MARTINO CI SCRIVE

Complimenti ai superiori di padre Aldo che non hanno mai "rischiato" di far fare gli esami di Stato al loro allievo. Eh già, perchè allora avrebbe rischiato di imparare a pensare in modo cosciente, magari (o addirittura avrebbe sacrificato la sua beata ignoranza con il frutto della conoscenza, orrore!) Molto meglio tenerselo asino, docile e ubbidiente.
Grazie, continuate ad insegnarmi molto sulla religione.


PS: caro Padre Aldo, non le voglio male ma mi creda: Gesù non ha alcun bisogno di un asino su cui viaggiare, ma di un compagno di strada con cui camminare, fianco a fianco, da pari.

CARO MARTINO

Quando e' nato Gesu' gli era accanto un asino e un bue.
Ancora ai nostri tempi quando rappresentiamo la nascita non ci dimentichiamo di mettergli accanto i due animali.
I Sapienti sono arrivati dopo,sono arrivati ma in seconda battuta.
Il Signore ha bisogno di tutti e noi dobbiamo veramente imparare da padre Aldo a diventare Suoi servi umili.
Se siamo a fianco del Signore come potrebbero i nostri occhi stupirsi?
I discepoli lo videro e lo seguirono.
Pietro "non certo era uomo di cultura",lo ha tradito fino all'ultimo istante ma alla domanda "mi ami tu?" ha risposto Tu lo sai Signore che ti amo.
Gesu' non affido' il suo regno ai sapienti ma a Pietro un semplice ed ignorante pescatore.





Coscienza, in ambito neurologico, è lo stato di vigilanza della mente contrapposta al coma.
Coscienza, in ambito psicologico, è lo stato o l'atto di essere consci contrapposta all'inconscio.
Coscienza, in ambito psichiatrico, come funzione psichica capace di intendere, definire e separare l’io dal mondo esterno.
Coscienza, in ambito etico, come capacità di distinguere il bene e il male per comportarsi di conseguenza, contrapposta all'incoscienza.

Coscienza, in ambito filosofico, nel senso di consapevolezza, attività con la quale il soggetto entra in possesso di un sapere.
Autocoscienza, come riflessione del pensiero su se stesso.
Coscienza di classe, in ambito sociale, è la consapevolezza che gli appartenenti di una specifica classe sociale hanno di sé come gruppo.

1 commento:

Martino ha detto...

Vorrei solo che fosse chiara una cosa del mio commento: fare attenzione a non confondere l'umiltà con l'umiliazione. La prima manca, purtroppo, a molti che detengono oggi il potere, che credano o no nell'esistenza di un unico Dio. La seconda invece abbonda in troppi popoli ed è un bene che vada combattuta, con la fede o con la ragione, ma sempre attraverso un'istruzione. Ignoranza non è sinonimo di umiltà, nè tantomeno di bontà: anzi, spesso il male viene compiuto da chi ignora cosa sia il bene (al proposito leggere Socrate, umile ma non certo ignorante..). La conoscenza forse non basta a rendere una persona buona, ma l'aiuta certamente a discernere meglio ciò che è bene da ciò che non lo è.

grazie ancora per l'attenzione