martedì 23 marzo 2010

POPIELUSZKO

....Nel 1984, all’età di 37 anni, fu rapito da tre funzionari che lo torturarono e poi lo uccisero. Dopo alcuni giorni di ricerche, il suo corpo fu ritrovato in uno stagno della Polonia centrale. Oltre 500.000 persone parteciparono ai suoi funerali.
Papa Giovanni Paolo II lo definì un “autentico profeta dell'Europa, quella che afferma la vita attraverso la morte”......




Il film “POPIELUSZKO:

non si può uccidere la speranza” del regista polacco Rafal Wieczynski è da far vedere ai giovani, perché possano imparare dalla storia e attingere a piene mani da un passato che in questo caso è denso di significato anche per il nostro presente.
Il film, in parte documentario, in parte tutto incentrato sulla figura del testimone, è teso ed estremamente drammatico. Bellissimo per come è girato ed è interpretato.


Il grande affresco corale descrive la vita di padre Jerzy, la sua formazione e soprattutto la sua implicazione con il sindacato libero Solidarnoœæ, quello fondato da Lech Walesa, di cui fu in pratica, su richiesta degli operai, il cappellano. La sua fama aumentò quando nella Polonia stretta nella morsa dello stato di guerra proclamato dal generale Jaruzelski, promosse le Messe per la Patria, celebrate una volta al mese a Varsavia, che attirarono migliaia di fedeli da tutto il Paese. Era considerato un maestro di vita da tanti studenti, intellettuali, operai, artisti e anche persone lontane dalla fede per il suo modo di vivere il cristianesimo: una totale dedizione al fatto cristiano vissuto come risposta all’uomo dentro le circostanze del presente.
Nel 1984, all’età di 37 anni, fu rapito da tre funzionari che lo torturarono e poi lo uccisero. Dopo alcuni giorni di ricerche, il suo corpo fu ritrovato in uno stagno della Polonia centrale. Oltre 500.000 persone parteciparono ai suoi funerali.
Papa Giovanni Paolo II lo definì un “autentico profeta dell'Europa, quella che afferma la vita attraverso la morte”.

Che cosa s’impara dal film? Che cosa possono imparare i giovani?
Anzitutto che la storia recente dell’Europa ha un nodo rappresentato dalla nazione polacca e in essa dal ruolo giocato dalla Chiesa cattolica.
Fili provvidenziali imperscrutabili legano eventi storici recenti come l’elezione al soglio di Pietro di un Papa polacco, la nascita del movimento di Solidarnosc, l’estendersi del suo metodo pacifico di opposizione al regime comunista fino allo sfaldamento, nel 1989, dell’intero blocco comunista europeo orientale.
Si impara, ancora, a non sedersi sugli allori: la vita è un compito il cui nucleo si assapora trafficando ciò che si è ricevuto. Ciò per cui ci si consuma, il significato dell’esistenza, abbellisce e matura la persona anche nel dramma del sacrificio.
Il regista del lungometraggio, Rafal Wieczynski, non a caso ha spiegato che: “Il mio scopo era di testimoniare il suo destino". Ed il film su Polpieluszko rappresenta molto bene che il destino è un bene presente, per il quale il sacerdote dona tutto se stesso perché tutti noi possiamo ricevere, grazie alla testimonianza, la medesima certezza.
Il film è attualmente in visione in tre/quattro città in tutta Italia. Come al solito la cultura dominante preferisce addormentare le coscienze per renderle più prone alle mode e al sottile potere del nichilismo.
Facciamo un appello affinché il film sia richiesto, spiegato, approfondito. Anche da qui passa una responsabilità educativa. (editoriale di DIESSE)

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