lunedì 2 giugno 2008

IL VACCINO ANTI HPV E IL SESSO

Ancora più efficace e scevro da problemi è vivere la tua vita senza sciupare nulla di te, né buttarti via e andare fino in fondo solo quando avrai incontrato l’amore vero, quello che dura. Che è come dire: carissima c’è un altro modo di vivere la sessualità, c’è un altro modo di amare, che è quello di rispettare te e lui, di non usare di te e di lui, dei vostri corpi, per un piacere istantaneo che lascia solo l’amaro in bocca. Anche un vaccino può servire a veicolare un messaggio tanto importante.

Il ministero della Salute ha dato vita a una campagna gratuita su tutto il territorio nazionale. Se servirà lo sapremo solo nel 2030. Quel che è sicuro è che costa moltissimo
Tempi 27 Maggio 2008
di Clementina Isimbaldi*
*Medicina e Persona Milano




Caro direttore, alcuni giorni fa una dodicenne mi ha chiesto cosa penso della vaccinazione preventiva del cancro al collo dell’utero, il vaccino anti-Hpv, contro il papillomavirus, responsabile nel nostro paese di circa 3.500 casi di tumore all’anno, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità. Dopo la prima infezione (dalla quale c’è guarigione spontanea nel 70-90 per cento circa dei casi), contratta durante rapporto sessuale, è la persistenza dell’infezione che può dare luogo al tumore. I 3.500 casi annui costituiscono una bassa prevalenza se si confronta il rischio di tumore del collo dell’utero (1 donna su 163) con quello del tumore della mammella (1 donna su 11).
La richiesta della ragazza mi ha stupito – sono curiose oggi le dodicenni e... attive – e mi ha obbligato a dare un parere che è doveroso da parte di chi come me si occupa di salute in età pediatrica. Spiegare a una bambina “non più bambina” che sta entrando nella fase della maturità sessuale a cosa serve la vaccinazione per il papillomavirus non è come spiegare il vaccino per la rosolia. Come dirlo? E non solo: una delle preoccupazioni dei genitori è che questo atto preventivo possa comportare un aumento di comportamenti sessuali a “rischio” e l’accettazione di un’attività sessuale precoce; la preoccupazione riguarda anche il fatto che sono poche le esperienze precedenti sul vaccino. E questo è il primo, il vero problema: quello educativo. Poi ce ne sono altri. Tutti ancora da chiarire.
Fino ad oggi la prevenzione del carcinoma è stata attuata mediante Pap-test, tuttora raccomandato in Italia ogni tre anni per le donne tra 25 e 64 anni, il più efficace mezzo di screening attualmente esistente. Nell’agosto 2006 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha pubblicato una guida per l’introduzione dei vaccini anti-Hpv secondo cui le adolescenti tra i 9 e i 13 anni rappresentano l’obiettivo primario del vaccino, proposto a questa fascia di età per ottenere la protezione immunitaria ancor prima che si verifichi l’infezione da Hpv con l’inizio dell’attività sessuale; in seguito l’Agenzia europea per i farmaci (Emea), ha autorizzato in Europa il primo vaccino contro l’Hpv, il Gardasil, attivo su quattro tipi del virus Hpv. Infine il Consiglio Superiore di Sanità nella seduta dell’11 gennaio 2007 ha indicato nella vaccinazione delle ragazze durante il dodicesimo anno di vita la migliore strategia preventiva a riguardo. Così da marzo 2008 il ministero ha dato il via alla campagna gratuita su tutto il territorio nazionale, prevista per le ragazze di 11 e 12 anni, che «produrrà una progressiva immunizzazione della popolazione giovane adulta esposta al rischio di infezione» come si legge sul sito del Ministero.
In Italia non è nota l’incidenza reale dei ceppi di Hpv; in una realtà come questa, c’è il rischio che il vaccino faccia emergere genotipi oggi più rari. Inoltre, pur avendo bassa capacità di copertura (il 65 per cento delle infezioni all’origine del tumore), l’estensione del vaccino potrebbe indurre nelle donne un falso senso di sicurezza con il conseguente abbandono dei programmi di screening consolidati – il Pap test – assolutamente più efficaci nella prevenzione. Non essendo poi note le ricadute in termini di efficacia del vaccino, di durata dell’immunità, di sicurezza su un’ampia popolazione, di una eventuale facilitazione alla selezione di ceppi oncogeni diversi dal 16 e 18, sarà imperativo (almeno speriamo) istituire nel nostro paese una stretta sorveglianza nei prossimi anni. Tutta quanta la questione somiglia più ad una sorta di sperimentazione sulla popolazione, che non all’introduzione di un vaccino utile perché già testato. Tra gli studi condotti sul vaccino solo uno è stato condotto da un ente di ricerca canadese indipendente (Rambout L., CMAJ, 2007).
Circa il costo, ha detto bene l’Istituto Mario Negri: «Il tempo fra l’infezione e una lesione pre-cancerosa è di circa 5 anni; il tempo fra la lesione pre-cancerosa e il tumore è di alcuni decenni (20-40anni)». Cioè scopriremo nel 2030 se avremo speso bene i nostri soldi. Infatti, non ci sono studi che finora abbiano concluso qualcosa circa l’efficacia di questo vaccino sull’incidenza del cancro, dal momento che il periodo di osservazione sino ad ora effettuato è di soli 5 anni. Secondo Occhio Clinico si tratta del vaccino più costoso della storia della medicina: «Negli Usa, un programma di immunizzazione di 4 milioni di 11-12enni nell’arco di vent’anni potrebbe costare 30 miliardi di dollari per salvare una singola vita umana».
Alla ragazzina che ha chiesto il mio parere non ho potuto dare tutte queste informazioni. Ma ho visto nei suoi occhi un lampo di interesse quando ho cambiato registro. Visto che ad oggi non ci sono informazioni conclusive sull’efficacia della vaccinazione, il mio messaggio è stato questo: se vuoi puoi farla, ma è più sicuro il Pap test. Ancora più efficace e scevro da problemi è vivere la tua vita senza sciupare nulla di te, né buttarti via e andare fino in fondo solo quando avrai incontrato l’amore vero, quello che dura. Che è come dire: carissima c’è un altro modo di vivere la sessualità, c’è un altro modo di amare, che è quello di rispettare te e lui, di non usare di te e di lui, dei vostri corpi, per un piacere istantaneo che lascia solo l’amaro in bocca. Anche un vaccino può servire a veicolare un messaggio tanto importante.
*Medicina e Persona Milano


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