martedì 29 luglio 2008

IL PADRE DI ELUANA TIRA DRITTO

«Sul diritto alla vita non può decidere la magistratura»
Tratto da Avvenire del 27 luglio 2008

Nessun ripensamento. Gli inviti e gli appelli a cam­biare idea giunti da più parti, il clamore e la polemica po­litica, sorti dopo la pronuncia del­la Corte d’appello civile di Milano, non sembrano toccare Beppino Englaro, il papà di Eluana, che i giu­dici milanesi hanno autorizzato a sospendere l’alimentazione e l’i­dratazione che tengono in vita la figlia.



«Queste cose – spiega – non mi toccano, non mi sfiorano nean­che: ognuno è libero di dire e fare tutto quello che vuole. Io sono per la libertà assoluta». Englaro è cate­gorico: le manifestazioni e gli ap­pelli, giunti in maniera particolare dal mondo cattolico e dall’associa­zionismo, «non mi riguardano: non le prendo nemmeno in considera­zione ». Intanto, prosegue il dibattito poli­tico sulla decisione delle Camere di sollevare conflitto di attribuzione con la Corte di Cassazione, che ha dato origine alla sentenza milane­se. «Su materie come il diritto alla vita, l’eutanasia e il testamento bio­logico – ha dichiarato il capogrup­po alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in un intervento publi­cato ieri da Libero – in assenza di un intervento del Parlamento, non può essere la magistratura a deci­dere. È condivisibile la mozione presentata al Senato da Cossiga e Quagliariello, a proposito del caso Englaro. Questioni che riguardano troppo da vicino i diritti fonda­mentali della persona, che solo il Parlamento può formulare».

Intervenendo all’assemblea nazio­nale di An, il sottosegretario all’In­terno, Alfredo Mantovano, ha inve­ce ricordato che « non si può co­struire nulla se non si rispetta la vi­ta, e si permette che questo limite venga meno per sentenza, come è accaduto per il caso Englaro».



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