giovedì 15 gennaio 2009

PADRE ALDO CI SCRIVE

.......Per questo dico sempre è molto piú difficile obbedire alla realtá che ai superiori. In questo caso la realtá mi chiede una cosa che i superiori non mi chiederebbero e un borghese direbbe “sono a posto...ho fatto quanto richiesto ed essendo estate ho il diritto alla vacanza”. La realtá non lasciandomi “riposare” mi fa riposare perchè per iniziare con questo caldo ogni mattino con i bambini che sono un terremoto devo mettermi in ginocchio. E questo è il riposo.......


Cari amici,
La realtá si impone e obbedirle é la cosa piú drammatica, difficile e bella. Difficile, ma semplice: basta guardarla. Difficile: perchè partiamo dagli stati d’animo, dall’umore, dai pregiudizi, da quanto respiriamo ogni giorno vittime piú o meno coscienti del sistema dominante. Allora ecco alcuni fatti che mi commuovono, perchè la realtá è proprio bella e drammatica.



1- Sono tornato dal Brasile, il caldo è terribile e mi aspettava la colonia estiva-seconda parte. La prima parte era stata in dicembre. Lascio a voi immaginare cosa ha voluto dire per me, a 62 anni, con un caldo impressionante mettermi subito al lavoro con i bambini piú tutto il resto. Peró la realtá é amica ed eccomi giá alle 9 del mattino in mezzo ai bambini. Si educa solo cosí: stando e comunicando la passione per la realtá. Come posso lasciare tutti questi bambini nella strada o a guardare la TV ecc...? no, la realtá chiede un’altra cosa...e allora si obbedisce.

Per questo dico sempre è molto piú difficile obbedire alla realtá che ai superiori. In questo caso la realtá mi chiede una cosa che i superiori non mi chiederebbero e un borghese direbbe “sono a posto...ho fatto quanto richiesto ed essendo estate ho il diritto alla vacanza”. La realtá non lasciandomi “riposare” mi fa riposare perchè per iniziare con questo caldo ogni mattino con i bambini che sono un terremoto devo mettermi in ginocchio. E questo è il riposo.



2- Le vacanze con gli Zerbini. Un mondo che ho sempre vissuto con alcuni amici qui, ma che certamente, scusate se sono impertinente, non vedevo piú da quando Giussani per la malattia non ha piú potuto guidare il movimento. Mi rendo conto che solo Carron poteva, e ce lo sta testimoniando, farci rivivere, rinverdire nel carisma del Giuss. Dio mio, ma non c’è parola di quest’uomo che non mi faccia “piangere” dalla commozione. Con lui sono tornato all’inizio, quando ho incontrato Giussani. Come è evidente che per i semplici di cuore lui ha un’unica preoccupazione: portarci nel cuore del carisma. Con lui Giussani non è piú un mito o un “c’era una volta...” come nelle favole, ma un c’è oggi, oggi è possibile, oggi accade. L’incontro con gli Zerbini è stato vivere con intensitá questa posizione, questa avventura. Dopo anni in cui ho vissuto, quasi da solo o con pochi amici, l’avventura della prima ora, della grande storia degli inizi e che i vecchi come me si o si ricordano, ho ritrovato in modo sorprendente e commovente, come Giovanni e Andrea, il volto umano del Mistero. Guardare gli Zerbini è stato rivedere la mia umanitá, guardando loro e con loro Carron il mio io si è una volta ancora manifestato a me in tutto il suo splendore. Alcuni esempi:

a) l’entusiasmo per la realtá, per cui tutto è segno inconfondibile di Cristo. Abbiamo passato ore e ore parlando della realtá, cioé di Cristo, perchè come dice S.Paolo ai Colossesi: “la realtá è il corpo di Cristo” . Non dice: “il corpo di Cristo è la realtá”. È partendo dalla realtá nella sua totalitá che posso toccare e abbracciare il lebbroso che ho nella clinica o l’ammalato di AIDS con la tubercolosi. Viceversa avrei un’immagine di Cristo che non me lo permetterebbe. Con Cleusa e Marcos e Bracco abbiamo fatto ore e ore di macchina, con un caldo che per me è una sofferenza, senza accorgerci, perchè parlando di tutto in tutto c’era chiarissima la Presenza di Cristo. Era come quando mangiavo, andavo in vacanza, facevo a Corvara una buona camminata con lui. Lui ci faceva gustare Cristo in tutto. In lui tutto era unito. Lui si commuoveva per l’ago di un pino. Vecchi amici, ve lo ricordate o no? O siamo diventati come dice Cleusa gli esegeti, gli intermediari di Giussani o della Scuola di Comunitá?

Con gli Zerbini è impossibile ricondurre a Cristo le cose, perchè ti fanno scoprire dentro le cose la “res” la presenza di Cristo.

b) l’impeto missionario. Vi ricordate quando facevamo un mare di volantini, quando andavamo al mare e in montagna a volantinare, a vendere le riviste, quando una comunitá visitava l’altra, quando si pregava “le ore” davanti alla scuola, in universitá, quando la vita era “una ingenua baldanza” come la chiamava il Giuss, l’impeto missionario? Vi ricordate quando si giudicava tutto e si tratteneva il valore? Vi ricordate quando in tutti l’ideale della verginitá ci affascinava e il desiderio della missione ci bruciava il “culo”? Ebbene, per me è sempre stato cosí per pura grazia, ma oggi lo vedo brillare negli Zerbini. Loro sono quelli che eravamo noi, ma con una maturitá impressionante. Loro fanno quello che noi borghesi, comodi, direbbe Cleusa, non facciamo piú. Ma che bello stare con questi uomini. Capite che tutto il Brasile freme per questa presenza. Capite che solo ora capisco quanto detto da Paolo VI: “l’America Latina è la speranza della Chiesa”. Come, se anche un vescovo qui è Presidente, come, se tutta l’America Latina segue la teologia della Liberazione? Carron a Natale ci parlava del tronco secco da cui spunta un germoglio. È ciò che sta accadendo qui, qui fra noi, qui dove finalmente vedo l’inizio del compiersi della profezia di Paolo VI. Questi uomini, che guidano piú di 100.000 persone, le ho viste, con alcuni ho vissuto, stanno portando il seme di una novitá destinata a dare a tutti una speranza, una baldanza nuova...sempre che siamo “umili e semplici” come ci ricorda Carron. I loro volantinaggi (2.000.000) a S.Paolo mi fanno rivivere ció che da sempre vivo. Per Natale qui in questo povero paese abbiamo distribuito 20.000 editoriali dell’articolo di Carron sul Natale. Allora capite perchè il Vicepresidente della Repubblica, parlamentari, ministri, mendicanti, ubriaconi, vengono qui ad incontrarci. Stando con gli Zerbini e vedendo tutto questo ho rivisto tutta una storia, che è oggi quella di 35 anni fa per me, peró con uno spessore unico. La politica: ma chi fa politica come loro, con la coscienza di loro? Cleusa il grido dei poveri, “la sindacalista”, mi diceva lei che grida e Marcos il deputato calmo, preciso, che ascolta, accoglie e porta avanti con chiarezza e amore il grido dei poveri, nel parlamento. Se i nostri politici vedessero, vedessero le periferie di S.Paolo dove loro vivono cosa sta diventando, si entusiasmerebbero se semplici di cuore.

c) la scuola di comunitá. È la vita, la realtá che parla. Non si fa esegesi. Una breve lettura del testo, 15 minuti di meditazione lì nel salone con 2.000 persone e poi domande o racconti di fatti, di esperienze di vita. E la vita cambia.

d) l’accoglienza: il cuore di tutto è il bisogno, il bisogno di ognuno. Per questo mi sono sentito abbracciato, accolto. Non mi hanno lasciato solo un secondo. Mi hanno portato all’aeroporto. Poi mi ero sbagliato di aeroporto a S.Paolo e vedendomi un po nervoso Cleusa mi dice: “padre, è la Provvidenza, è la Provvidenza, cosí possiamo stare un’ora in piú con te.”. E mi hanno riportato all’altro aeroporto. E fino a chè non sono sparito dietro i vetri non mi hanno mollato. Era come fossi tornato a 20 anni fa quando Giussani mi ha accompagnato a Linate per prendere l’aereo per il Paraguay. Mi hanno portato a vedere lo stadio dove faremo l’incontro con Carron a metá febbraio. Mi chiedevano consigli, che umiltá! Ed infine loro che hanno deciso con 30 universitari di venire qui ad Asuncion per vedere quanto il Mistero sta facendo. Esattamente come sempre per me quando andavo ad incontrare gente, visitare comunitá, fare esperienza dovunque di quanto incontrato. “Litterae comuninis” torna a rivivere. Il Brasile viene in Paraguay e il Paraguay va in Brasile. Dove ci sono punti inconfondibili del Mistero chi è “VIR” UOMO sente il fascino dell’attrazione, dell’andare. Vi ricordate, sessantenni come me 30 o 40 anni fa? Ringrazio Dio perchè per me peccatore è ancora cosí e sono felice. Cosí una volta al mese andró a vivere un giorno con loro. Ho bisogno di guardarli perchè guardandoli ritrovo me stesso. Questi giorni sono stati il piú bel regalo per i miei 62 anni suonati.

Ciao

Con affetto

P.Aldo

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