domenica 18 gennaio 2009

SARA' BEATO DON GNOCCHI IL PAPA HA FIRMATO IL DECRETO

Sarà beato don Carlo Gnocchi, il sacerdote dei mutilatini, considerato anche un benemerito dei trapianti perché nel 1956 al momento della morte offrì tra i primi le proprie cornee. Benedetto XVI ha firmato oggi il decreto che approva un miracolo a lui attribuito, decisione che completa la precedente che lo dichiarava venerabile e ne approvava le virtu' eroiche.

Fu l'aiuto ai bambini orfani e alle vittime della guerra il senso della missione di don Carlo Gnocchi, al quale sono tuttora intitolati 26 centri distribuiti in nove regioni italiane e una ong attiva anche nei Paesi in via di sviluppo a sostegno di disabili, anziani e malati terminali.




Secondo le autorità vaticane competenti, per sua intercessione sarebbe stato salvato nel 1979 Sperandio Aldeni, un elettricista rimasto folgorato che ne invocò il nome. Nato il 25 ottobre 1902 a San Colombano al Lambro, vicino a Lodi, don Gnocchi rimase orfano di padre all'età di cinque anni, e si trasferì a Milano con la madre e i due fratelli, morti giovanissimi poco dopo.

Ordinato sacerdote nel 1925, fu inizialmente educatore e pedagogo. Poi, quando molti dei suoi studenti furono chiamati al fronte, si fece cappellano militare e seguì gli alpini nei Balcani e poi in Russia, rischiando la vita. Ritornato in Italia nel 1943, fu vicino alle famiglie dei caduti, al quale restituiva catenine, lettere, ricordi di giovani, poco più che adolescenti, morti tra i sassi in luoghi lontani. In questo stesso periodo, aiutò molti partigiani e politici a fuggire in Svizzera, rischiando nuovamente in prima persona: venne infatti arrestato dalle SS con l' accusa di spionaggio e di attività contro il regime.

Nel 1945 cominciò a prendere forma un progetto di aiuto abbozzato negli anni della guerra. Nacquero i primi centri, e poi la fondazione 'Pro infanzia mutilata'. Don Gnocchi diventò famoso, e Alcide De Gasperi lo volle al suo fianco come consulente della Presidenza del Consiglio.

Fu invece Giovanni Gronchi a posare la prima pietra del suo primo grande centro di riabilitazione per le vittime di guerra, a Milano. Morì nel 1956, a soli 54 anni, di tumore, donando le cornee a un ragazza e un ragazzo non vedenti, quando in Italia non c'era ancora una legge sul trapianto, varata, anche per merito suo, dopo poche settimane. I funerali in Duomo furono celebrati dall'allora arcivescovo Montini, poi papa Paolo VI, alla presenza di centomila persone.

Intanto, la Fondazione è cresciuta enormemente, ampliando il proprio raggio d'azione ai disabili, anche gravi, agli anziani, ai malati terminali, con 26 centri e 3.400 operatori distribuiti in nove regioni. I centri di Milano e Firenze sono riconosciuti quali Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). Riconosciuta dal ministero per gli Affari Esteri come Organizzazione Non Governativa (ONG), la Fondazione promuove e realizza progetti anche nei Paesi in via di Sviluppo.

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