giovedì 17 gennaio 2008

RATZINGER SU GALILEO? LEGGETELO

Da AVVENIRE
Il professor Giorgio Israel non ha firmato l’appello e spiega perché: «È stato costruito su spezzoni del discorso fatto»
DI PAOLO VIANA


È una sorta di sindrome Wikipedia quella che sta provocando tanto sconcerto nei fisici della Sapienza che si oppongono all’intervento del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico. Con una punta d’ironia, Giorgio Israel, docente di storia della matematica, spiega perché è decisamente contrario all’appello dei suoi colleghi della facoltà di Scienze contro Ratzinger: «sarebbe meglio documentarsi e ragionare, invece troppo spesso si legge decontestualizzando e fraintendendo. Così chi ha scritto l’appello contro il Papa fondandolo sulla citazione di una frase di Feyerabend, avrebbe fatto meglio a leggersi tutto il discorso dell’allora cardinale Ratzinger e avrebbe capito che questo Papa non attaccava affatto la scienza né la ragione». Di più Israel non dice, ma il sospetto di un documento nato sulla lettura sbrigativa di documenti scaricati da internet è nell’aria.

I suoi colleghi si indignano, sobbalzano, si offendono e lei ci ride su?

Diciamo che allargo le braccia e spero che la protesta si eclissi in fretta, per decenza.Dovranno pur rendersi conto di aver scritto una lettera assurda, citando un discorso del Papa che dimostra l’esatto contrario di quel che loro sostengono.
Sia più preciso.

Gli estensori dell’appello al rettore accusano il Papa citando una sua citazione e precisamente la frase di un filosofo della scienza in cui si dice che all’epoca di Galileo la chiesa fu più fedele alla scienza dello stesso Galileo e che quindi il processo a quello scienziato fu ragionevole e giusto. Se uno, invece di indignarsi per un presunto vulnus al metodo razionale, si leggesse il discorso integrale dell’allora cardinale Ratzinger in cui appare questa citazione coglierebbe che nel suo discorso essa veniva interpretata in senso esattamente contrario a quel che sostengono i contestatori.

Il cardinale, oggi Papa Benedetto XVI, parlava della crisi di fiducia della scienza in sé stessa e dimostrava che, mentre per secoli si è creduto che il processo a Galileo fosse la prova del carattere oscurantista della Chiesa, in seguito, nell’ambito della cultura scientifica erano emerse posizioni diverse, le quali sostenevano che Galileo non aveva fornito prove dimostrative dell’eliocentrismo e che Feyerabend era arrivato al punto di sostenere che il punto di vista della Chiesa era più razionale. Ratzinger con quel discorso voleva mostrare che la scienza stava perdendo la fiducia in se stessa e, di fatto, difendeva il punto di vista di Galileo. Altro che attacco alla scienza...

Com’è possibile che nel mondo scientifico nessuno abbia colto questo significato?

Diciamo che non l’hanno colto i firmatari della lettera.
Come non hanno colto il senso delle parole di Ratzinger, il quale nel discorso di Parma ha detto esplicitamente che la sua intenzione non era quella di porre delle rivendicazioni e ha sottolineato che la fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della modernità.

Si può dire lo stesso del mondo scientifico italiano?

Non credo proprio. Sono convinto che questa sia una minoranza, anche se tra di essi vi è il presidente del Cnr. Il peso specifico delle firme non è trascurabile, ma i numeri della contestazione sono per ora modesti. Si tratta di una sessantina di persone in una facoltà di seicento docenti e in un ateneo che conta migliaia di professori. Ciò detto, sì, vi sono atteggiamenti ostili. C’è anzi il fastidio di alcuni ambienti, che non sopportano che il Papa parli di scienza. Del resto, in un paese in cui Oddifreddi vende 200.000 copie di un libro contro la religione e Veltroni continua a tenerselo stretto e lo vuol far convivere con la Binetti, perché stupirsi? Questi fenomeni riflettono il fatto che a una parte del mondo scientifico piace questo laicismo ateo e aggressivo e che a sinistra pochi se la sentono di opporsi a questi eccessi.
«È una minoranza del mondo accademico, anche se tra loro appare la firma del presidente del Cnr. C’è risentimento: non sopportano che il Papa parli di scienza»


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