mercoledì 16 gennaio 2008

ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI ESPRIMONO LA LORO SOLIDARIETA' AL PAPA

CARD. RUINI, INVITO “A TUTTI I ROMANI” PER L’ANGELUS DI DOMENICA
Un invito rivolto non solo ai fedeli, ma “a tutti i romani”, ad essere presenti in piazza S. Pietro per la recita dell’Angelus di domenica prossima, 20 gennaio. A rivolgerlo è oggi il card. Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, come “gesto di affetto e di serenità” ed “espressione della gioia che proviamo nell’avere Benedetto XVI come nostro vescovo e nostro Papa”. Il Vicariato di Roma – si legge in una nota – “ha seguito passo dopo passo, in stretta collaborazione con i competenti organi della Santa Sede, le tristi vicende che hanno costretto il Santo Padre a rinunciare alla visita all’Università La Sapienza, alla quale era stato da molto tempo invitato”. “In questa circostanza, che colpisce tanto dolorosamente tutta la nostra città – si legge ancora nel comunicato, firmato dal card. Ruini – la Chiesa di Roma esprime la sua filiale e totale vicinanza al proprio Vescovo, il Papa, e dà voce a quell’amore, a quella fiducia, a quell’ammirazione e gratitudine per Benedetto XVI che è nel cuore del popolo di Roma”.
ALL'INTERNO LE VARIE TESTIMONIANZE DI SOLIDARIETA'
dei vari movimenti e associazioni

FISC, “PREOCCUPANTE DEGRADO CULTURALE E DEMOCRATICO”
NAPOLITANO: VIVO RAMMARICO
COMUNIONE E LIBERAZIONE, “UN’ALTRA VERGOGNA PER L’ITALIA”
AZIONE CATTOLICA ITALIANA: EPISODIO INCREDIBILE E INQUIETANTE
MOVIMENTO DEI FOCOLARI, “L’IMPEGNO PER UN DIALOGO FECONDO E RISPETTOSO”
OLIVERO (ACLI), “SEGNO DI UN DECLINO CULTURALE”
FUCI, “UN GRAVE ATTO DI INTOLLERANZA”
SCIENZA E VITA, “LAICISMO FATTOSI IDEOLOGIA”
CIF, “INCREDIBILE CHIUSURA CULTURALE”
FISM, “USCIRE DAL DOGMATISMO DELLE IDEOLOGIE”
MCL FIRENZE: SPERIAMO CHE IL PAPA VENGA A FIRENZE
ACLI TOSCANE: VICENDA SCONCERTANTE E AVVILENTE

FISC, “PREOCCUPANTE DEGRADO CULTURALE E DEMOCRATICO”
L’EDITORIALE DELL’OSSERVATORE ROMANO
“Un fatto senza precedenti che dimostra un preoccupante degrado culturale e democratico”. Così la Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), cui fanno capo 168 giornali, commenta con una nota diffusa oggi l’annullamento della visita del Papa all’Università La Sapienza di Roma. “La Federazione – si legge nella nota – indignata per l’atto di intolleranza, è vicina al Santo Padre Benedetto XVI in questo momento di profonda amarezza. Riteniamo sconcertante che, nel nostro Paese, una sparuta minoranza di laicisti intolleranti possa chiudere la bocca al Papa”. Per i settimanali cattolici, “bisogna reagire in nome della libertà di parola sancita dalla Costituzione e che sta alla base di ogni vivere civile; bisogna tenere aperto un dialogo profondo con la vera cultura laica sul tema del rapporto tra fede e ragione ed emarginare questi gruppuscoli estremisti che, non avendo argomenti da opporre al lucido pensiero del Papa, grande filosofo e teologo della modernità, pretendono di farlo tacere”. La Fisc, infine, nota che “da tempo il clima culturale in Italia sta cambiando a favore dei grandi valori etici, cristiani e nello stesso tempo laici. C’è qualcuno che ovviamente vuol contrastare, anche scompostamente, questo positivo processo. Siamo convinti che non ci riusciranno”.


NAPOLITANO: VIVO RAMMARICO
"È con sincero, vivo rammarico che ho appena appreso la notizia della cancellazione della Sua visita alla Università La Sapienza di Roma prevista per il 17 gennaio prossimo”. E’ uno degli stralci della lettera inviata al Santo Padre dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e rilanciata nel pomeriggio di mercoledì dalla sala stampa della Santa Sede. “Sono convinto – l’altro passo presidenziale riportato nel comunicato vaticano - che questo evento avrebbe offerto una preziosa opportunità di riflessione su temi di grande rilevanza per la società italiana, come per tutte le società. E considero inammissibili manifestazioni di intolleranza e preannunci offensivi che hanno determinato un clima incompatibile con le ragioni di un libero e sereno confronto”. Stamane un comunicato del Quirinale aveva confermato ufficialmente la notizia che il capo dello Stato aveva inviato ieri una lettera al Pontefice, “non appena appresa la notizia della cancellazione della visita del Santo Padre all'Università La Sapienza di Roma”. Nella missiva, aveva reso noto il Quirinale, Napolitano aveva inoltre richiamato “i temi della conversazione telefonica dello scorso 24 dicembre con il Pontefice, nell'auspicio di ogni possibile continuazione del dialogo tra l'Italia e la Santa Sede”.
Ecco le reazioni del mondo cattolico a questo atto di intolleranza verso il Papa.

COMUNIONE E LIBERAZIONE, “UN’ALTRA VERGOGNA PER L’ITALIA””I Papi hanno potuto parlare ovunque nel mondo: l’unico posto dove il Papa non può parlare è La Sapienza, un’università fondata, tra l’altro, proprio da un pontefice”. E’ il commento di Comunione e Liberazione all’annullamento della visita del Papa all’Università “La Sapienza” di Roma. Per Cl, l’episodio mette in evidenza “due fatti gravissimi”: da un lato, “l’incapacità del governo italiano a garantire la possibilità di espressione sul territorio italiano di un Capo di Stato estero, nonché vescovo di Roma e guida spirituale di un miliardo di persone. Piccoli gruppi trovano, di fatto, protezioni anche autorevoli nell’impedire ciò che la stragrande maggioranza della gente attende e desidera”. Dall’altro, prosegue Cl in una nota, “la fatiscenza culturale dell’università italiana, per cui un ateneo come La Sapienza rischia di trasformarsi in una ‘discarica’ ideologica”. “Come cittadini e come cattolici – conclude Cl – siamo indignati per quanto avvenuto e siamo addolorati per Benedetto XVI, a cui si sentiamo ancora più legati, riconoscendo in lui il difensore – in forza della sua fede – della ragione e della libertà”.

AZIONE CATTOLICA ITALIANA: EPISODIO INCREDIBILE E INQUIETANTE
Trasmettiamo integralmente la nota dell’Azione Cattolica Italiana sull’annullamento della visita del Papa alla “Sapienza”, a firma del presidente nazionale, Luigi Alici. “Il papa Benedetto XVI ha annullato la visita all’università di Roma La Sapienza. Comunque si considerino le resistenze opposte all’invito del Rettore da parte di un manipolo di docenti e studenti, il giudizio sull’episodio non può che essere lo stesso: incredibile e inquietante. Sotto il profilo del merito, il no all’incontro con il Papa è stato motivato dalle sue idee “conservatrici e reazionarie”: ammesso e non concesso che questo giudizio possa dirsi fondato, non si è mai sentito motivare in questo modo, da nessuna parte, un rifiuto a far mettere piede ad un collega in università! Non dovrebbe essere l’istituzione universitaria il luogo della ricerca libera, e persino spregiudicata, in cui questi giudizi sono elaborati e rimessi continuamente in discussione, anziché essere usati come armi improprie? Esiste forse qualcuno nel mondo universitario che possa ergersi a giudice insindacabile, autorizzato, in nome di un sapere chiuso e dogmatico, a dispensare attestati “progressisti” di ammissibilità? Sotto il profilo del metodo, è certamente ancora più grave e incomprensibile motivare un divieto di accesso non per alcune affermazioni discutibili, ma in un certo senso “a prescindere”; come se un Papa che entra in università commettesse un abuso intollerabile, non per quello che potrebbe dire, ma per quello che rappresenta, un corpo estraneo dal quale l’istituzione si deve difendere”.

“Proviamo a dire le cose come stanno: negli ultimi anni si sono sedute sulle cattedre universitarie, con astuti corteggiamenti mediatici, le categorie più bizzarre di docenti impropri: cantanti, giocatori, comici, attori, giornalisti… Pur di strappare due colonne sulla stampa si sono dispensate lauree “honoris causa” a man bassa: oves et boves et pecora multa. Perché mai qualcuno ha paura di invitare Benedetto XVI, che è nello stesso tempo pastore della Chiesa universale, vescovo di Roma, suprema autorità religiosa a cui guardano con rispetto e attenzione i credenti di altre fedi e confessioni religiose, nonché Capo di uno Stato estero? Verrebbe proprio da dire: perché mai qualcuno vuole farsi del male, infilando un autogol dopo l’altro? Un’ultima considerazione potrebbe essere ancora più amara: negli ultimi anni il dibattito sulla natura e il senso della laicità in una società postsecolare ha conosciuto uno sviluppo straordinario, anche nel dialogo fra credenti e non credenti, arricchendosi di contributi di altissimo spessore”.

“Si ha la sensazione, tuttavia, che quanto più alto e qualificato è il profilo scientifico e culturale di questa ricerca comune, in spirito di reciproco riconoscimento, tanto più sul piano della vita pubblica s’inaspriscono le aggressioni ideologiche e le esasperazioni mediatiche, sempre pronte a sceneggiare (e in qualche caso ad allestire) il conflitto. Che di quest’irrigidimento siano però protagonisti gruppi di docenti e studenti universitari, riuscendo a tenere in ostaggio una mega-ateneo, francamente è proprio avvilente” “Nello stesso tempo, tuttavia, il mondo cattolico non deve cadere nella trappola del muro contro muro: la denuncia di episodi incredibili e inquietanti come questo deve sempre mantenere quel carattere mite (e forse anche un po’ ironico) che non consente mai di rinunciare a tessere insieme, pazientemente, la rete del rispetto, dell’ascolto reciproco, del dialogo critico e costruttivo. L’Azione Cattolica Italiana, vicina come sempre con affetto filiale a papa Benedetto, vive quest’episodio come una dolorosa battuta d’arresto in un cammino che tuttavia non può interrompersi per colpa di una minoranza. Un cammino che intendiamo portare avanti con fermezza, denunciando ogni atto d’intolleranza che vorrebbe riportare indietro il paese, privandolo di quella cultura della convivenza civile e del bene comune alla quale, da sempre, i cattolici italiani hanno dato un contributo non proprio disprezzabile”.

MOVIMENTO DEI FOCOLARI, “L’IMPEGNO PER UN DIALOGO FECONDO E RISPETTOSO”In una nota diffusa mercoledì 15 il Movimento dei Focolari manifesta “solidarietà” a Papa Benedetto XVI per la sua mancata partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Università La Sapienza di Roma. “È soprattutto un senso di tristezza – si legge nella nota - quello che rimane dopo quanto accaduto”. “Noi, come tanti altri con noi, ci rammarichiamo anche perché il Pontefice è un professore universitario, oltre che una figura spirituale, morale e culturale di autorevolezza unica nel mondo”. Nella nota, il Movimento dei Focolari conferma “il suo rinnovato impegno, con il Papa, perché, nonostante le incomprensioni di alcuni, il mondo cattolico continui ad offrirsi alla società italiana, in particolare alla sua componente scientifica ed accademica, in un dialogo rispettoso e fecondo che operi concretamente, tutte insieme le forze positive e vitali, per il bene del nostro Paese”. Sempre il Movimento dei Focolari ha fatto sapere che ieri pomeriggio il segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, era a Castel Gandolfo al convegno dei sacerdoti focolarini. “I movimenti – ha detto in quella occasione il cardinale – hanno piena cittadinanza nella Chiesa. La loro presenza, viva, efficace, trasformante, suscita attenzione anche nei non cristiani”.


OLIVERO (ACLI), “SEGNO DI UN DECLINO CULTURALE”

“Una vicenda sconcertante e avvilente. Un’altra brutta pagina del nostro Paese che farà il giro del mondo e ci farà vergognare”. Con queste parole il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commenta le vicende di queste ore, che hanno portato all’annullamento della visita di Benedetto XVI all’Università “La Sapienza” di Roma, prevista per giovedì prossimo. “Quanto accaduto – afferma Olivero – è mortificante innanzitutto per le istituzioni culturali del nostro Paese. Qualunque altra università, in qualunque altro Paese, sarebbe stata onorata di poter ospitare il Papa, di ascoltare l’intervento di una delle figure spirituali, morali e culturali più autorevoli del mondo”. “Essere costretti a rinunciare a questa opportunità – osserva – è il segno di un declino culturale ben più grave del tanto paventato declino economico”.

FUCI, “UN GRAVE ATTO DI INTOLLERANZA”

“Se la decisione della Santa Sede è pienamente comprensibile in considerazione dello stato di tensione vissuto nelle ultime ore dall’ateneo romano – proseguono - è tuttavia inaudito che le sterili proteste di un gruppo di faziosi contestatori impediscano al Papa, coraggioso testimone dei nostri tempi, di parlare all’università”. E’ quanto affermano i presidenti Nazionali della Fuci (Federazione universitari cattolici italiani), Silvia Sanchini e Tiziano Torresi. Per la Fuci, si tratta di “un grave ed illegittimo atto di intolleranza che macchia la coscienza profonda dell’università italiana”, perché “il chiasso e le posizioni ideologiche ed intellettualmente scorrette di pochi hanno pregiudicato l’ascolto e la riflessione di molti: ciò che è accaduto ci fa prendere sul serio lo stato preoccupante a cui è arrivata la nostra comunità accademica”. “C’è chi dice di combattere per difendere la laicità – concludono i presidenti - ma la laicità sta in un pluralismo che sa ascoltare le diverse posizioni e voci non nell’evitarle con le armi dell’ideologia o della violenza”. Daniela Biondo e Nicola Galizia Presidenti della FUCI di Roma aggiungono: “Eravamo pronti ad accogliere il Papa: con grande amarezza non ci resta che citare una eloquente frase di Orwell: se esiste la libertà è la libertà di poter dire ciò che gli altri non vogliono sentirsi dire. Chi ha protestato non lo ha imparato”.




SCIENZA E VITA, “LAICISMO FATTOSI IDEOLOGIA”
“Se oggi il solo richiamare i limiti della ricerca scientifica che inevitabilmente coincidono con i confini di una coscienza retta, può divenire motivo di intollerante rifiuto all’ascolto vuol dire che una sindrome autoritaria si sta lentamente ma inesorabilmente facendo strada nelle aule delle università italiane”. E’ quanto afferma in una nota l’Associazione Scienza & Vita, all’indomani dell’annullamento della visita di Benedetto XVI all’Università romana “La Sapienza”. L’associazione esprime profonda amarezza per “l’epilogo della contestazione di professori e studenti” che “hanno sbattuto la porta in faccia ad un uomo del dialogo” come il Papa, “proprio là dove dovrebbe essere massima cura degli scienziati garantire non solo la qualità del dialogo, ma l’efficacia di una ricerca a servizio dell’uomo, senza se e senza ma”. Siamo sicuri che il Papa – conclude Scienza & Vita – non si farà intimorire e continuerà a parlare in difesa dell’uomo e di tutti gli uomini, anche nei riguardi dei sostenitori di una scienza priva di uno statuto di responsabilità”. L’auspicio, infine, che “i mondi accademico e studentesco sappiano far maturare gli anticorpi necessari a respingere la violenza di chi, in nome di un laicismo fattosi ideologia, vuol togliere la voce ad un uomo come Benedetto XVI”.

CIF, “INCREDIBILE CHIUSURA CULTURALE”

“Proprio mentre l’Europa dedica l’anno 2008 al Dialogo interculturale, una prestigiosa università statale italiana, quale La Sapienza di Roma, i suoi maestri ed i suoi studenti si rendono protagonisti di una incredibile chiusura culturale impedendo nella sostanza al Santo Padre, guida spirituale per milioni di persone e vescovo di Roma, di parlare”. E’ quanto scrive il Centro Italiano Femminile (Cif), in una nota, a proposito dell’annullamento della visita del Papa all’ateneo romano, il più frequentato d’Europa. Tutte le donne del Cif, “nel condannare un fatto così increscioso, invitano le istituzioni a riflettere e a condannare con una sola voce quanto accaduto e ad impegnarsi perché il dibattito politico – così povero di contenuti e di valori – a cui il popolo italiano è sottoposto da alcuni anni, ritrovi una modalità degna della nostra tradizione democratica, poiché è necessario conoscere per poi comprendere e per poter infine parlare, esprimere cioè un giudizio”. Consapevoli che “occorre ricominciare con forza – istituzioni e associazioni e seriamente” ad “investire sulla cultura”, il Cif invita a “non sottovalutare i segni di un degrado culturale” quale quello accaduto all’Università La Sapienza di Roma.


UCSI, “UNA LEZIONE ANCHE PER I MEDIA”
Dalla vicenda Sapienza viene “una lezione anche per i media”: “oggi più che mai occorre essere costruttori coraggiosi, in tute le culture e con tutte le sensibilità, più che pseudo-rivoluzionari pateticamente fuori dalla storia”. L’unione cattolica stampa italiana (Ucsi) interviene i questi termini sulla mancata visita del Papa al più grande ateneo romano, che secondo l’associazione impone una riflessione su “quanta cultura, quanta scienza, quanta economia, quanta cronaca sono raccontate ogni giorno più per le ragioni del mercato dell’audience e di esigue minoranze politico-culturali rispetto al sentire della larga maggioranza degli italiani”. “Quante volte – si chiede inoltre l’Ucsi in una nota – risulta distorta e falsata l’immagine della Chiesa perché presentata con le categorie improprie della politica, dell’economia e della cronaca mondana?”. Più in generale, secondo l’associazione “c’è una malattia che sta inquinando la società italiana: si chiama violenza. Violenza di esigue minoranze, violenza di un laicismo senza radici9, violenza di un antagonismo super pubblicizzato”. Anche Benedetto XVI, prosegue il comunicato, è “vittima di questa violenza”, lui che, “grande testimone della speranza, guida una Chiesa cattolica che percorre la strada del dialogo per favorire l’intesa tra diverse culture, tradizioni e sapienze religiose”.

FISM, “USCIRE DAL DOGMATISMO DELLE IDEOLOGIE”Nella nostra società, rimangono “frange pur limitate ma non solo estremiste, incapaci di uscire dal dogmatismo di ideologie che non ammettono il pluralismo, anche se ne riempiono la bocca quando riguarda le proprie opinioni”. La Fism (Federazione italiana scuole materne) esprime in questo modo “affetto e vicinanza filiale” al Papa, dopo la mancata visita di domani all’Università “La Sapienza” di Roma. Per l’associazione, “l’incapacità di accettare solo l’idea di un confronto è il segno non soltanto di un patetico ritorno al passato, ma soprattutto di paura del futuro”, perché “una società civile si misura sulla capacità di dialogo e non sui veti”. Sulla base “dell’esperienza quotidiana delle piccole scuole per i piccoli di provenienza culturale, sociale ed anche religiosa diverse”, la Fism – si legge in una nota – “sa quanto arricchisca il confronto, anche difficile, e quanto siano mortificanti l’uniformità ed il pregiudizio”. L’auspicio dell’associazione è che “in futuro non si debbano più vivere giornate così umilianti per la vita democratica del nostro Paese e non ci siano più muri di intolleranza nei confronti di voci così nobili come quella del nostro Papa”.


MCL FIRENZE: SPERIAMO CHE IL PAPA VENGA A FIRENZE“Speriamo davvero che il Papa sia invitato dall’Università di Firenze e che accetti di venire a parlare nella nostra città”. E’ l’auspicio del presidente del Mcl fiorentino, Pierluigi Grossi, che interviene dopo la notizia dell’annullamento della visita del Santo Padre alla Sapienza di Roma e dopo l’auspicio di alcuni fiorentini di vedere ‘salire in cattedra’ a Firenze Benedetto XVI. “Siamo cattolici e ovviamente saremmo onorati e felici di poter ascoltare nella nostra città le parole del successore di Pietro – spiega Grossi -, da laici veri tra l’altro consideriamo un affronto alla verità impedire la libertà d’espressione. In molti sono bravi a citare Voltaire e i principi dell’Illuminismo, salvo poi dimostrare di non essere in grado di applicarli. Evidentemente l’ideologia e il pregiudizio sono ancora due nemici duri da sconfiggere. Per quanto ci riguarda qualora il Papa dovesse venire a Firenze siamo pronti a dare il nostro contributo. Per il momento preghiamo perché si aprano le menti dei nostri fratelli ancora convinti che impedire di parlare a qualcuno sia un modo per dimostrare la laicità dello Stato”.

ACLI TOSCANE: VICENDA SCONCERTANTE E AVVILENTE


«Le ACLI Toscane ritengono che si tratti di una vicenda sconcertante e avvilente, di un'altra brutta pagina del nostro Paese che farà il giro del mondo. E’ una vicenda mortificante per le istituzioni culturali. Qualunque altra Università, in qualunque altro Paese, sarebbe stata onorata di poter ospitare il Papa, di ascoltare l'intervento di una delle figure spirituali, morali e culturali più autorevoli del mondo. Essere costretti a rinunciare a questa opportunità – sottolinea il Presidente regionale Paolo Martelloni è il segno di un declino culturale che si aggiunge al declino economico. Anche questa è una brutta pagina dell'Italia, che l’opinione pubblica nazionale e internazionale ha già condannato».


L’EDITORIALE DELL’OSSERVATORE ROMANO

Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’editoriale, dal titolo “La paura della verità”, scritto oggi dal direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian pubblicato nell’edizione di giovedì 17 gennaio del quotidiano.

La notizia ha scosso l'Italia e ha poi cominciato a fare il giro del mondo, mentre cresce la marea delle reazioni, sincere o strumentali: incredule, addolorate, indignate, enfatiche, in alcuni casi persino più o meno soddisfatte. L'ondata decrescerà, naturalmente, ma resta il fatto grave che il Papa ha dovuto rinunciare a recarsi nella prima università di Roma, la città di cui è vescovo, nell'ateneo più grande del Paese del quale è primate. Perché si è arrivati a tanto? La risposta è semplice: a causa dell'intolleranza, radicalmente antidemocratica, di pochi, anzi di pochissimi.
E ora, come nella favola dell'apprendista stregone, tra quanti, a diversi livelli, hanno lasciato, in modo irresponsabile, che montasse questa opposizione preconcetta e ottusa — che va distinta da possibili dissensi, ovviamente legittimi quando siano espressi in modi civili e con metodi democratici — alla visita papale, vi è addirittura chi si preoccupa e rammarica. Dopo aver osservato nei giorni precedenti un silenzio pressoché totale. E la gravità del fatto, senza precedenti nella storia della Repubblica italiana, è confermata dalla lettera al Papa del capo dello Stato, un gesto sincero e nobile che attenua in parte l'incidente.

L'intenzione di Benedetto XVI era evidente: dimostrare interesse e simpatia nei confronti della più vasta comunità accademica italiana, da decenni afflitta da molteplici problemi e che vive in questi ultimi tempi la crisi più ampia delle istituzioni universitarie, in Italia e più in generale nel contesto europeo. Per dire la sua sul ruolo dell'università, certo, ma con una chiarezza ragionevole e desiderosa di confronto che si accompagna a una mitezza fuori del comune. Da teologo e pastore quale è sempre stato. Senza dimenticare la statura intellettuale e accademica, di respiro davvero internazionale, in genere riconosciutagli anche dai suoi avversari.

Per di più in una istituzione laica e autonoma la cui storia secolare è profondamente intrecciata a quella del papato — sin dalla fondazione nel 1303 da parte di Bonifacio VIII, e con benemerenze culturali indubbie — e dove i successori di Pietro si sono di conseguenza sentiti quasi come a casa propria, come sottolineò il 15 marzo 1964 durante la sua visita Paolo VI, antico studente nell'ateneo romano, e come mostrò il 19 aprile 1991 Giovanni Paolo II, quel giorno ospite dell'antico studium urbis.

In continuità con i suoi predecessori, Benedetto XVI avrebbe voluto tornare in un luogo dov'era già stato da cardinale il 15 febbraio 1990 per sostenere la necessità di una dialettica positiva tra fede e ragione, ma ha dovuto rinunciare. Già Paolo VI, avvertendo l'atteggiamento oppositorio fondato su luoghi comuni e toni polemici di quanti mantengono occhi chiusi e animo ostile, volle rassicurarli: il Papa — disse — non forzerà il loro raziocinio chiuso, non scardinerà alcuna porta e starà fuori a bussare, come il «testimone» descritto dall'Apocalisse (3, 20), dicendo a chi non apre: studia, capisci te stesso, leggi nella tua anima, guarda l'esperienza autentica che il nostro tempo sta vivendo proprio nella negazione dei valori religiosi e delle verità trascendenti, e troverai, in così diffuso tormento, un numero ingente di paurose rovine; a cominciare dalla più ampia e desolata: la disperazione, l'assurdo, l'arido nulla.

Ora anche Benedetto XVI bussa senza stancarsi alla porta di ogni essere umano, fiducioso che la ragione non vorrà chiudersi alla fede, all'incontro con Cristo. Davvero c'è qualcuno che onestamente può considerare questo atteggiamento oscurantista, prevaricatore, nemico della scienza? Chi può davvero temere quest'uomo mite e ragionevole, questo pastore che appena eletto alla sede di Roma ha dichiarato di avere assunto il suo ministero nella consapevolezza di non essere solo? E il Papa non è solo: tutta la Chiesa oggi prega per lui, come pregava per Pietro a Gerusalemme, e sono moltissimi anche i non cattolici e i non cristiani che gli sono vicini. Senza paura di confrontarsi con la verità.

Nessun commento: