giovedì 12 aprile 2007

DIES FAMILIAE


...per questo non è più sufficiente vivere, respirare la famiglia ma bisogna proteggerla perché è sì una creatura antica e naturale, ma non per questo immortale e infrangibile. Al contrario è un bene prezioso e precario, come l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo; non ci vuole niente per inquinarla, ne parlava già Fedro a proposito del lupo e dell'agnello, anche se la prima denuncia di danno ambientale era, come quelle di certi fanatici ecologisti, pretestuosa....

...Chi chiede di cancellare il diritto naturale chiede di restituire l'uomo all'inciviltà, magari sofisticata, magari tecnologicamente avanzata, ma pur sempre barbara. perché fondata sul desiderio dell'Io dominato dagli istinti e dagli istanti....

....non c'è bisogno di essere cristiani per difendere la famiglia. E non c'è bisogno di essere sposati e con figli per riconoscere il suo valore di fondamento della società. Basta essere civili, e forse semplicemente umani. E poi se proprio volete farne una questione personale, ricordatevi di vostro padre e di vostra madre, se non dei vostri figli; e non dite loro che fu fatica sprecata mettervi al mondo, mantenervi, crescervi, educarvi e volervi perfino bene. Non siate figli ingrati di un errore, prodotti deviati dalla loro evoluta destinazione.......,



Articolo del 11/04/2007





Il buco dell'ozono mette a rischio anche la famiglia

Libero 11 aprile 2007
di MARCELLO VENEZIANI
Tenevo famiglia. Sarà questa la nuova bandiera che gli italiani porteranno in piazza al Family day? È la nuova versione della bandiera, vistosa anche se invisibile, che Longanesi vedeva incombere dietro ogni italiano, fino agli anni cinquanta. Ora che è finito il mondo delle mamme degli anni cinquanta, per cantarla con Bennato, ed è finita l'era dei nonni in casa e delle vecchie zie al balcone, spariti ormai nella preistoria i cugini e ridotti i figli stessi ad una rarità da collezionisti o da monomaniaci, la bandiera della famiglia si è fatta visibile ma inconsistente. E listata a lutto. Vi confesso che a me l'espressione Family day dà qualche fastidio: mi sembra un programma di Milly Carlucci con la nonna che balla il tip tap alla Fred Astaire e gli sposi che pattinano sul ghiaccio col sorriso stampato e le mani nelle mani. Non capisco perché scimmiottare i gay pride, americanizzando gratuitamente la cosa più antica e meno americana che abbiamo, la famiglia. Proposi di ribattezzarlo dies familiae e vedo che non sono il solo; ma lasciamo stare i nomi e passiamo ai contenuti. Non amo i cortei e le piazzate, ma questa volta condivido il senso e il valore di una manifestazione di questo tipo. Il precedente più vicino sono le folle spagnole scese in piazza contro la linea zapatero, matador della famiglia. Le principali obiezioni alla manifestazione per la famiglia sono due e di senso opposto. La prima recita: sfilare in favore della famiglia è un non sense, come sfilare in favore del prato, dell'aria e dell'acqua. Come dire: è un fatto naturale, che senso ha sfilare? La seconda all'opposto dice: ma non vedete che la famiglia rantola disfatta, è a terra e non sono certo stati i Dico o le coppie gay a ridurla in questo modo? Come dire: altro che fattore costante e naturale, la famiglia è un reperto arcaico, ha fatto il suo tempo, lasciatela morire. Vi sembrerà strano, ma sono d'accordo con tutte e due le obiezioni, però congiunte, anche se arrivo a conclusioni opposte.
Primario consorzio
Si, è vero che la famiglia è come il prato, l'aria e l'acqua, è un elemento naturale, non conosco civiltà che non siano fondate su quel primario consorzio, e non conosco uomini che non siano nati da un uomo e da una donna insieme. Bisogna entrare nel mito o nella fiction per trovare figli di ermafroditi autosufficienti, esseri autocreati o creature sintetiche non nate né da seme maschile né da ovulo feminile. Finché c'è l'uomo c'è famiglia. L'uomo non può vivere senza l'aria, senza l'acqua, senza toccar terra. E infatti questi elementi che credevamo un tempo gratuiti, naturali, immediati, sono diventati oggi a pagamento, tutelati e culturalmente, tecnologicamente, civilmente protetti. Oggi l'aria, l'acqua, il mare sono beni che hanno un prezzo ed esigono un impegno in loro difesa; e sono beni che quando sono minacciati suscitano crociate, cortei, agitazioni. Pure la famiglia è inquinata, come l'aria e l'acqua, pure la famiglia ha il buco dell'ozono e la malattia climatica; per questo non è più sufficiente vivere, respirare la famiglia ma bisogna proteggerla perché è sì una creatura antica e naturale, ma non per questo immortale e infrangibile. Al contrario è un bene prezioso e precario, come l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo; non ci vuole niente per inquinarla, ne parlava già Fedro a proposito del lupo e dell'agnello, anche se la prima denuncia di danno ambientale era, come quelle di certi fanatici ecologisti, pretestuosa. E qui la prima obiezione collima con la seconda: avete ragione, la famiglia è in crisi e non si può dire che lo sia a causa dei Dico e delle coppie gay, avete ragione. Diciamo che la crisi dell'una come l'affiorare delle altre sono frutto di un medesimo inquinamento, di una perdita della realtà, di una crisi dell'dea di connessione, di durata, di eredità e di progetto, ed il frutto di una mentalità centrata sull'Io, sui suoi desideri e sul suo presente, liberato da passato e futuro. La famiglia se la passa male, è un agglo- merato stanco di solitudini ringhiose, insofferenti l'una dell'altra e pure bisognose di appoggi e di conforti. Giorgio Manganelli vedeva la famiglia di una volta come una tribù pacifica all'interno e bellicosa all'esterno; oggi è bellicosa all'interno e pacifista all'esterno, e menefreghista in entrambi i casi. Un tempo, diceva il Manga, ci voleva un gatto per redimere una famiglia, per curare i sintomi della sua crisi. Oggi non basta allevare una pantera in casa come parafulmine, valvola di sfogo e terapia di gruppo familiare. Ma tutto questo non è un buon motivo per abbatterla - la famiglia e non la belva, s'intende -; semmai è una buona ragione per rifondarla. Rifondazione familista. E qui permettetemi di salire ai piani alti dove sdottoreggiano sul diritto naturale, ma con la promessa di ridiscendere subito al piano terra. Giuristi, filosofi e intellettuali sputano ogni giorno sul corpo offeso del diritto naturale, dicono che non esiste alcun diritto in natura, che è il travestimento di un'ideologia, di un potere, è una sovrastruttura per dominare, perché in natura saremmo solo delle bestie feroci. Dunque, il diritto sorgerebbe dalla cultura contro la natura. Che bestialità. Signori, guardate la realtà, andate verso la vita. Che vuol dire diritto naturale? Vi risparmio millenni di filosofia e di giurisprudenza, e scendo davvero con i piedi per terra: è il diritto che regola, tutela e sancisce quello che accade in natura.
Diritto naturale
Ad esempio il fatto che una creatura nasca da un uomo e da una donna uniti; ad esempio il fatto che possa procreare e allattare una donna e non un uomo e possa inseminare un uomo e non una donna. Ad esempio il fatto che i bambini come i vecchi non sono autosufficienti in natura. E così via. Il diritto riconosce questi fatti naturali e li tutela, riuscendo così a tradurre la natura in civiltà. La famiglia è il primo stadio di quel passaggio dalla natura alla civiltà; passaggio non vuol dire cancellare quel che è in natura, ma darle un senso, una norma, un riconoscimento, un'eredità e una prospettiva. Ciò che nasce dagli istinti viene addomesticato in vita civile; i cicli della natura diventano tradizione. Chi chiede di cancellare il diritto naturale chiede di restituire l'uomo all'inciviltà, magari sofisticata, magari tecnologicamente avanzata, ma pur sempre barbara. perché fondata sul desiderio dell'Io dominato dagli istinti e dagli istanti. Per questo dico che il dies familiae è cosa buona e giusta. E aggiungo: non c'è bisogno di essere cristiani per difendere la famiglia. E non c'è bisogno di essere sposati e con figli per riconoscere il suo valore di fondamento della società. Basta essere civili, e forse semplicemente umani. E poi se proprio volete farne una questione personale, ricordatevi di vostro padre e di vostra madre, se non dei vostri figli; e non dite loro che fu fatica sprecata mettervi al mondo, mantenervi, crescervi, educarvi e volervi perfino bene. Non siate figli ingrati di un errore, prodotti deviati dalla loro evoluta destinazione, il profilattico. Altrimenti non vi restano che i nuovi comandamenti: onora il padre preservativo e la madre pillola.

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