venerdì 30 maggio 2008

AMICI DI GIOVANNI LA BELLEZZA DI UN INIZIO

Una nostra amica ci ha mandato questa testimonianza e desideriamo condividerla con tutti i lettori

Mi sono avvicinata al Movimento tramite Marisa, nostra comune amica, quando, in un momento di profonda crisi, ho realizzato di avere un figlio "speciale" , o, per usare un termine oggi in voga, "diversamente abile".
Dopo avere trascorso per un decennio una vita all'insegna dell' egoismo, ho avuto il mio primo figlio a 38 anni, figlio sul quale, ovviamente, riponevo grandi aspettative. Solo verso il compimento del terzo anno di età del bimbo, quando la neuropsichiatra mi ha proposto il sostegno per l' inserimento alla scuola materna, ho cominciato a rendermi conto che era diverso dagli altri e questa consapevolezza è andata via via crescendo.
Sono entrata in crisi profonda, ero disperata, e mi sono trovata completamente sola.
Eppure sentivo dentro di me l'esigenza di dare un senso a quanto mi stava capitando e mi rendevo conto che dovevo imparare ad amare mio figlio per quello che era e non per quello che avrei desiderato fosse.
Ho cominciato a leggere alcuni brani di Don Giussani e di Carron ed, onestamente, mi sono avvicinata con estrema difficoltà al linguaggio usato in questi scritti, linguaggio che trovavo ostico, quasi per "addetti ai lavori". Alcuni termini ricorrenti, poi, quali a titolo esemplificativo "bellezza", mi erano davvero incomprensibili.
Ad aprile sono andata con mio figlio, che adesso ha sei anni e mezzo, a trascorrere alcuni giorni in montagna con gli "Amici di Giovanni" ed in quella circostanza ho capito il significato del termine "bellezza": mi sono sentita accettata per quello che sono, con le mie debolezze ed i miei limiti, ed ho toccato con mano la "bellezza dell'accoglienza" e del voler bene.
Confesso che in alcuni momenti mi sono commossa ed ancora adesso rivedo i volti di Enzo, Giovanni, Agnese, Sara, Gabriele, Edo e dei loro genitori che, con estrema naturalezza ed autenticità, affrontano il quotidiano e le problematiche che esso comporta. E mi sono vergognata di tanti miei atteggiamenti……
Ora desidero arrivare ad affermare con convinzione che questo figlio costituisce per me una grazia, come ha detto la mamma di Sara in montagna. Spero anche che mio figlio possa incontrare un gruppo di amici che gli vogliano bene e che lo accettino per quello che è. Mi auguro che lui trovi una sua strada, sicuramente diversa da quella che io avevo immaginato per lui: liceo, università, studio delle lingue, stages all'estero, sports, etc…. avrei voluto che ricalcasse le mie orme e realizzasse i sogni che da giovane io avevo coltivato.
Adesso M. sostiene che da grande vorrebbe fare il "pizza boy", cioè consegnare le pizze rotonde a domicilio (solo le rotonde, non chiedetemi il motivo). E perché no? Una volta andata in pensione, potrei anche accompagnarlo............

Una abbraccio affettuoso, D.



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