lunedì 22 gennaio 2007

GLI SPAGNOLI? LIBERANO I MAYA

Gli spagnoli? Liberarono i maya

Tempi num.3 del 18/01/2007

di Persico Roberto

Henry Kamen, storico americano così innamorato della Spagna da essersi stabilito a Barcellona, è uno dei maggiori specialisti della storia del paese iberico nell'età moderna. Una decina d'anni fa fece scalpore nel mondo accademico un suo saggio sull'Inquisizione spagnola, in cui con grande sincerità ammetteva che i suoi primi studi sull'argomento erano viziati da un pregiudizio che non aveva poi retto alla prova dei fatti, e ridisegnava un'immagine del tribunale ecclesiastico molto più equilibrata e "garantista" di quel che vuole la leggenda nera.

Gli spagnoli? Liberarono i maya

imi Tempi num.3 del 18/01/2007

di Persico Roberto

Henry Kamen, storico americano così innamorato della Spagna da essersi stabilito a Barcellona, è uno dei maggiori specialisti della storia del paese iberico nell'età moderna. Una decina d'anni fa fece scalpore nel mondo accademico un suo saggio sull'Inquisizione spagnola, in cui con grande sincerità ammetteva che i suoi prstudi sull'argomento erano viziati da un pregiudizio che non aveva poi retto alla prova dei fatti, e ridisegnava un'immagine del tribunale ecclesiastico molto più equilibrata e "garantista" di quel che vuole la leggenda nera. Nell'ultimo libro, da poco tradotto in Italia da Utet, Il duca d'Alba, tratteggia il profilo di quello che fu chiamato il «macellaio delle Fiandre» per la durezza con cui represse le ribellioni protestanti senza sconti ma anche senza eccessi, cercando di comprendere le ragioni per cui un uomo amante della pace e dell'ordine può trasformarsi in uno spietato carnefice, quando un ideale si trasforma in cieca ideologia.
Ma l'opera in cui sintetizza le sue ricerche è Empire (2003), ricostruzione dell'epopea della Spagna imperiale, dove si domanda come un popolo relativamente piccolo, povero e marginale sia riuscito a conquistare un impero "su cui non tramonta mai il sole". E scopre che la chiave del successo spagnolo fu la capacità di coinvolgere le forze più dinamiche dell'epoca, dai banchieri genovesi ai tecnici tedeschi ai commercianti olandesi, in un progetto di respiro universale. Aperto anche ai popoli del "Nuovo mondo": «Gli spagnoli non hanno conquistato l'impero azteco e quello inca per la propria superiorità militare, o perché questi fossero già corrotti - conferma a Tempi - ma perché vennero appoggiati dalla maggioranza delle popolazioni autoctone, che videro nel loro arrivo la possibilità di sottrarsi a una dura tirannia-


Nessun commento: