martedì 12 giugno 2007

IL PENSIERO DEBOLE LA IMMAGINA CRUDELE E VIOLENTA,MA LA FAMIGLIA E' SEMPLICEMENTE IL LUOGO DELL'UMANO




Tratto da TEMPI del 7 giugno 2007
di Claudio Risé
"Ogni volta che in una famiglia avviene qualcosa di grave, un fatto di sangue come la recente, terribile uccisione di una moglie-madre incinta, oppure si svelano episodi di perversione e di crudeltà, i cantori del pensiero debole alzano le loro accuse, descrivendola come un luogo di violenza e oppressione verso i membri più deboli."


Queste accuse non vanno ignorate. E non credo che possano essere liquidate osservando che la famiglia si indebolisce poiché oggi viene attaccata e svalutata ed è più esposta a processi degenerativi. Questo secondo argomento ha certo un suo evidente fondamento nel buonsenso: il modello culturale e politico non può contemporaneamente negare la funzione della famiglia, i valori sui quali è fondata, e pretendere che funzioni e non si ammali. Tuttavia c'è un aspetto più di fondo che va riconosciuto, ed è emerso in tutta la riflessione precedente e successiva a quello straordinario evento che è stato il Family day (un evento che deve diventare un work in process, un processo di continua crescita e valorizzazione e della realtà e della cultura della famiglia nella società).

La famiglia è un luogo sempre esposto a tensioni anche drammatiche, semplicemente perché è il luogo fisico, relazionale e psicologico dove avvengono gli eventi fondamentali della vita umana. A cominciare, certo, da quei momenti carichi di forze affettive e simboliche che sono la nascita e la morte; ma anche la presa in carico della debolezza propria e dell'altro, dello sviluppo di tutti e della fatica per realizzarlo. La famiglia, per statuto, non è un Dico, dove quando qualcuno non se la sente di affrontare quello che sta accadendo se ne va da un'altra parte o in un'altra coppia, lasciando gli altri da soli. Per questo il pensiero debole, che teme gli aspetti "forti" della vita umana, dai valori religiosi e morali alla sacralità della vita, preferisce le coppie "fluide", con meno impegni e meno vincoli: perché obbediscono al principio (caratteristico appunto del "debolismo"), che il soggetto "forte" fa guai e opprime, mentre quello debole è tendenzialmente dolce e inoffensivo. Peccato che non sia vero: è soltanto depresso, riparato in una bonaccia dove spera che nulla accada (ma spesso il dramma lo raggiunge anche lì).

Quando Charles Péguy, che pure di eroismo se ne intendeva, diceva che il vero eroe contemporaneo è il padre di famiglia, identificato come il capitano del delicato vascello in cui si forma la vita umana e la sua rotta, parlava proprio di questo.
Dell'inevitabilità delle prove, della forza delle tempeste affettive, di una barca spinta contemporaneamente dalle correnti degli istinti e dal vento misterioso dello spirito. Questo è il luogo dell'umano: può succedere che ti uccidano il padre, come accadde a Mario Calabresi, o che il padre uccida la madre, come forse è accaduto vicino a Perugia. È solo in questo fragile e coraggioso vascello, però, che può capitare che una madre luminosa come Gemma Calabresi trasformi l'orrore della violenza in scuola di vita e di amore, come del resto quotidianamente fanno tanti padri non indegni, ma pazienti e valorosi. Guidare nell'attraversamento delle tempeste come condizione di formazione e di tutela (sempre a rischio) dell'umano è la vocazione della famiglia. Eroica, come lo è la vita umana.

LA PREGHIERA, LA COSTANTE DOMANDA,aiuta , alimenta e costantemente ci ricorda che solo in Lui e' possibile vivere un'unita' di coppia.
Solo riconoscendoci peccatori perdonati ci e' possibile perdonare la diversita' dell'altro.
Il ROSARIO era la preghiera che costantemente nelle nostre famiglie ritmava la giornata.
Una preghiera semplice a volte recitata svogliatamente ,spesso ripetuta perche' ci sentivamo come obbligati,faceva parte della nostra giornata come la colazione alla mattina.
Questo snocciolare la corona,(noi bambini cercavamo sempre di entrare in possesso della corona che piu' ci attirava!)alimentava giorno dopo giorno la nostra mentalita' di dipendenza da un altro.
Per Grazia le famiglie cristiane testimoniavano cosi' la possibilita' e la bellezza dello stare insieme.
Anche allora come oggi e' possibile testimoniare questa unita'
Il dramma che viviamo oggi e' come quello di ieri lo leggiamo nel bellissimo romanzo
di Sigrid Undset "Kristin figlia di Lavrans"
la già famosa Undset si convertì al cristianesimo, poiché ne colse la forza di "umanizzazione" della vita privata e sociale. Infatti, nel mondo umanissimo dei suoi personaggi (generosi, peccatori, lavoratori, guerrieri...) nulla è censurato, ma perdonato ed esaltatato da uno sguardo positivo al vivere.

Nessun commento: