martedì 19 giugno 2007

IL PREZZO DELL' INTERVENTO AMERICANO E' LA FINE DEL CRISTIANESIMO IN IRAQ


Medio Oriente - lun 18 giu
di Gianni Baget Bozzo

Tratto da TEMPI del 14 giugno 2007

La cristianità irachena è stata annientata. Questa notizia non fa notizia in Occidente, la si legge soltanto su Avvenire.



La cristianità irachena è stata annientata. Questa notizia non fa notizia in Occidente, la si legge soltanto su Avvenire. Eppure la decristianizzazione del vicino Oriente è un fatto fondamentale di civiltà, perché i cristiani rappresentano non solo un vincolo tra il mondo islamico e quello occidentale, ma anche la base stessa su cui gli Stati musulmani hanno definito la loro autonomia politica.

Non a caso il nazionalismo arabo è stato inventato in Egitto da un arabo cristiano: ed era il modo di far entrare categorie politiche occidentali all'interno del mondo musulmano, anche quando queste non fossero le idee liberali. Ma piuttosto di nazionalismo estremo, nella forma del fascismo.

L'intervento americano in Iraq ha distrutto il nazionalismo iracheno, che minacciava la stabilità del vicino Oriente e del Mediterraneo. Ma quel regime, appunto perché autoritario, lasciava ai cristiani una libertà vigilata che ne consentiva l'esistenza. Il concetto di nazione irachena era infine un concetto occidentale, anche se faceva parte del retaggio giacobino e autoritario dell'Occidente. Il fatto che l'Iraq di Saddam Hussein fosse ancora uno Stato in chiave nazionalistica permetteva a mezzo milione di cristiani di continuare ad esistere. La guerra irachena ha distrutto il tiranno, ma ha creato in Iraq un nuovo "totalismo", quello delle due comunità musulmane sunnite e sciite in guerra tra di loro. Il prezzo della guerra è la fine del cristianesimo in Iraq.

Certo, se la Costituzione approvata dal Parlamento entrasse in vigore, nel paese ci sarebbe in teoria anche la libertà religiosa dei cristiani. Ma è più probabile che assisteremo a un esodo di cristiani definitivo, come è stato quello degli ebrei. Le categorie islamiche sono diventate le uniche a disposizione del pensiero politico del mondo musulmano, gli offrono la sorgente dell'identità nel tempo della globalizzazione. I cristiani erano la congiunzione tra l'Occidente e il mondo islamico. La loro sparizione dalla terra di Mesopotamia è un vero evento storico e di civiltà. Forse i cattolici nel mondo dovrebbero essere più solidali con i loro fratelli cristiani del vicino Oriente. L'Occidente non misura ancora il fatto che non ci possano essere più cristiani con minoranze significative tra il Marocco e il Pakistan. Si stanno realizzando le basi di una comunità islamica nel Mediterraneo, nell'Oceano Indiano, nell'Oceano Pacifico. La reislamizzazione del mondo musulmano è in pieno corso e tende a creare una solidarietà mondiale diretta contro l'infedele: cioè alla fine contro l'Occidente.

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