martedì 12 giugno 2007

PENSIERI SUSCITATI DALLA LETTURA DELL'ARTICOLO DI RISE'


L'articolo di Rise' mi e' piaciuto e soprattutto leggendolo oggi (dopo tanti anni di cammino con mio marito)mi ha maggiormente colpito.
I luoghi dove l'unita' puo' essere espressa sono sempre i piu' vulnerabili.


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Parlare di diavolo nel 2000 sembra anacronistico ma credo proprio che a lui piaccia attaccare tutti i luoghi di unita'
Ritengo che nessuno fra noi debba mai essere tranquillo.
Qual'e' la differenza fra la famiglia oggi e quella di ieri?
Probabilmente solo una mentalita' diversa,una maggior poverta',un aver meno certezze sulle proprie capacita' e avere piu' chiaro che non ci si fa da soli.
Qualche anno fa mi ricordo che nella scuola di comunita' si leggeva:nel medioevo il cristiano per salire in cima alla montagna partiva gia' dalle pendici,ora si arriva a dover affrontare la salita dopo un lungo viaggio.
Si arriva stanchi, gia' provati,e soprattutto spesso si arriva soli.
Pietro, solo ,interrogato nega l'amicizia con Cristo.
La chiesa partira' proprio da lui,che ha tradito ,per ben tre volte,pur essendo stato avvertito.
Alla domanda Pietro mi ami Tu? Pietro risponde "lo sai Signore che Ti amo"
Come e' possibile coniugare i due fatti?
Riconoscendoci uomini,quindi pieni di limiti e di peccato, ma desiderosi del BENE totale.
Questo Bene ,e' possibile raggiungerlo, all'interno di una unita'.
La prima palestra e' il luogo dove:" se due si mettono insieme nel SUO nome LUI c'e'."
Com'e' possibile che questo possa avvenire?
com'e' possibile che questo possa durare nel tempo?
Ponendo le proprie radici in un posto sicuro:Cristo prima di lasciarci ha dato all'uomo la possibilita' di mantenere questa unione con LUI e a Pietro ha affidato il compito "PIETRO SU QUESTA PIETRA COSTRUIRAI LA MIA CHIESA
Solo riconoscendoci ,come diceva bene Carron a Roma MENDICANTI.

«Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo». Con queste parole don Giussani terminò, otto anni fa, il suo intervento proprio qui, in Piazza San Pietro, inginocchiato davanti a Giovanni Paolo II. Noi oggi ritorniamo come mendicanti, ancora più desiderosi di Cristo, stupiti di come Cristo ha continuato a mendicare il nostro cuore.
e ancora

"La vittoria di Cristo ci fa esultare di gioia e di gratitudine nel vedere come Lui, prendendo tutta quanta la nostra umanità, la porta a una pienezza senza paragone, spingendoci a non vivere più per noi stessi, ma per colui che è morto e risorto per noi (cfr 2Cor 5,14-15). È nella carne, in mezzo alle vicende della vita, che a noi viene data la grazia di vivere questa novità: «Pur vivendo nella carne, io vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Lo stupore dell’amore di Cristo per ognuno di noi domina la nostra vita, perchè «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). È così che abbiamo sperimentato «la potenza della sua risurrezione» (Fil 3,10).
Questa è la sconfitta del nulla che sempre incombe su ogni uomo, e che tante volte gli fa dubitare ci sia una risposta che corrisponda alle esigenze di verità, di bellezza, di giustizia, di felicità del suo cuore, perché niente è in grado di affascinarlo totalmente per molto tempo. Infatti, «senza la resurrezione di Cristo c’è solo un’alternativa: il niente». In Cristo risorto, invece, vediamo la vittoria dell’Essere sul nulla, e perciò il ridestarsi in noi dell’unica speranza che non delude (Rm 5,5).


Ancora

"Ma, come lo stesso Pietro, tante volte noi avvertiamo anche tutto il dramma della umana libertà che, invece di aprirsi fiduciosa nel riconoscimento stupito e grato del Signore presente, può chiudersi nella pretesa orgogliosa di autonomia o nello scetticismo, fino alla disperazione, di fronte alla propria impotenza e all’imponenza del male.

«Sì, Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo» (Gv 21,17). In questo “sì” libero della creatura, dentro a ogni circostanza della vita, si riverbera e opera la gloria di Dio: «Gloria Dei vivens homo» (Sant’Ireneo, Adversus Haereses, IV,20,7)). La gloria di Dio è l’uomo che vive.

..."Che semplicità di cuore ci vuole per lasciarci plasmare da Cristo così da far splendere di novità tutta quanta la nostra vita quotidiana, dal lavoro alla famiglia, dai rapporti alle iniziative! Soltanto una cosa potrà destare in coloro che incontreremo il desiderio di venire con noi a prostrarsi davanti al Signore: il vedere realizzarsi in noi la promessa di Cristo che chi lo segue avrà il centuplo quaggiù (Mc 10,29-30).
LA PREGHIERA, LA COSTANTE DOMANDA,aiuta , alimenta e costantemente ci ricorda che solo in Lui e' possibile vivere un'unita' di coppia.
Solo riconoscendoci peccatori perdonati ci e' possibile perdonare la diversita' dell'altro.
Il ROSARIO era la preghiera che costantemente nelle nostre famiglie ritmava la giornata.
Una preghiera semplice a volte recitata svogliatamente ,spesso ripetuta perche' ci sentivamo come obbligati,faceva parte della nostra giornata come la colazione alla mattina.
Questo snocciolare la corona,(noi bambini cercavamo sempre di entrare in possesso della corona che piu' ci attirava!)alimentava giorno dopo giorno la nostra mentalita' di dipendenza da un Altro.
Per Grazia le famiglie cristiane testimoniavano cosi' la possibilita' e la bellezza dello stare insieme.
Anche allora come oggi e' possibile testimoniare questa unita'
Il dramma che viviamo oggi e' come quello di ieri lo leggiamo nel bellissimo romanzo
di Sigrid Undset "Kristin figlia di Lavrans"
la già famosa Undset si convertì al cristianesimo, poiché ne colse la forza di "umanizzazione" della vita privata e sociale. Infatti, nel mondo umanissimo dei suoi personaggi (generosi, peccatori, lavoratori, guerrieri...) nulla è censurato, ma perdonato ed esaltatato da uno sguardo positivo al vivere.

Queste riflessioni che l'articolo di Rise' mi ha portato a fare sono principalmente d'aiuto a me.
Desidero poi lasciarle soprattutto ai miei figli,come eredita',per questo le pubblico (anche se puo' sembrare uno spazio poco privato).
Non vuole essere una predica nemmeno mi ritengo piu' capace di vivere le cose dette
meglio dei miei figli o di qualsiasi altro.Non sono giudizi ma pensieri scritti che in primo luogo aiutano me nella mia conversione.

Il grande Desiderio per me mamma e' che i miei figli aderiscano sempre di piu'alla proposta di Cristo.
La preoccupazione mia ,mamma oggi,come quella delle mamme che mi hanno preceduto e' che i propri figli si avvicinino sempre piu' al loro Bene.
Molti dei miei figli hanno scelto di camminare ,verso il loro Destino, con una compagna di viaggio,per questo auguro loro di coltivare questa unita' di coppia.
Auguro che mai lascino tramontare il sole senza essersi prima perdonati.
Che alimentino il loro amore con la preghiera,che non si lascino sopraffarre dalla fatica,dalle delusioni o dalla diversita' dell'altro.
Un abbraccio a tutti e soprattutto a tutti i figli vicini e lontani.
Tiziana

www.sehaisetediluce.it/preghiere.htm (e' il sito da cui ho preso la foto di famiglia in preghiera)


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