lunedì 4 giugno 2007

LIMBO

Pubblicato il testo della Commissione Teologica Internazionale
www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/index_it.html
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Limbo: pubblicato il testo della Commissione Teologica Internazionale

venerdì 1 giugno 2007
Si tratta di un documento straordinario, sia per contenuti che come esemplificazione di metodo: la ricchezza della tradizione (tutta: 2000 anni, da Oriente a Occidente [8-31]) viene vagliata attraverso una griglia composta dalle espressioni dottrinali del Magistero (sinodale e petrino) , dalla Sacra Scrittura e della forma liturgica che ha assunto la preghiera della Chiesa lungo i secoli [42-69]. Anche il silenzio è valorizzato - come quello apofatico dei Padri Orientali [14], o quello del Vaticano II rispetto alla domanda in questione [94]- ed è integrato alla riflessione: non tutto è stato rivelato, ma quello che lo è stato, ha come scopo di vivificare fede, speranza e carità, tutte virtù che si appoggiano integralmente sulla presenza buona di un Altro.

Proprio la speranza è la virtù teologale chiamata in causa dalla Commissione Teologica, La speranza è il terreno dove si collocano le nostre riflessioni e il nostro documento. [78] e viene assolutamente spontaneo riandare con la mente ai Misteri dei Santi Innocenti di Péguy, un testo prezioso perché ripropone lo stesso mistero della totale volontà salvifica di Dio davanti al disastro dell'umana cattiveria. Peguy, il poeta della speranza, è stato profeta: proprio questa ha bisogno come l'aria l'epoca in cui viviamo, e questo sembra essere il motore principale della revisione della questione del Limbo.

In effetti una delle ragioni principali che hanno condotto a porre la domanda sulla salvezza eterna dei bambini non battezzati è l'attuale temperie, i segni dei tempi che il Concilio ha dato come compito alla Chiesa di leggere, per i quali Molte persone si trovano oggi a combattere contro la tentazione della disperazione. mentre invece La Chiesa nella sua universalità e cattolicità è portatrice di una speranza che si estende all’umanità intera, e i cristiani hanno la missione di offrire a tutti questa speranza. [73].

Quella sulla salvezza eterna dei bambini non battezzati è una domanda-limite: dove facilmente potrebbe sembrare che esista una tensione tra alcuni princìpi vitali della fede, in particolar modo la necessità del Battesimo per la salvezza, e la volontà salvifica universale di Dio. [70]
Ma è una domanda-limite anche perché pone una serie di questioni sull'estensione della salvezza donata in Cristo: cosa significa che Esiste una fondamentale unità e solidarietà tra Cristo e l’intero genere umano. Con la sua Incarnazione, il Figlio di Dio si è unito, in certo modo (quodammodo), a ogni essere umano e cioè Si pone [...] l’interrogativo della relazione tra la salvezza oggettiva ottenuta da Cristo e il peccato originale, e anche quale portata abbia esattamente il termine conciliare quodammodo. [88].

La necessità del Battesimo e della mediazione della Chiesa è riaffermata con forza, tanto che anche testi appartenenti alla tradizione che potevano essere interpretati come affermazioni di certezza che i bambini non battezzati non potessero essere salvati, come questo di Pio XII, che richiamando l’importanza del Battesimo sacramentale, si è così espresso nella sua allocuzione alle ostetriche italiane nel 1951: «E tuttavia lo stato di grazia nel momento della morte è assolutamente necessario per la salvezza; senza di esso non è possibile giungere alla felicità soprannaturale, alla visione beatifica di Dio. Un atto di amore può bastare all’adulto per conseguire la grazia santificante e supplire al difetto del Battesimo: al non ancora nato o al neonato bambino questa via non è aperta» [29] vengono letti nei termini di un'affermazione della fede di sempre: Pio XII ha espresso la fede della Chiesa in merito alla necessità della grazia per conseguire la visione beatifica e la necessità del Battesimo come mezzo per ricevere tale grazia. [39] Ma non ha detto che i bambini non battezzati non si salvano. E allora?

Allora c'è uno spazio, che è quello della speranza, Animati dalla fiducia che in ogni circostanza Dio provvede, come potremmo immaginare un tale rimedio? Presentiamo qui di seguito alcune vie attraverso le quali i bambini che muoiono senza Battesimo possono forse essere uniti a Cristo. [84]


e riportiamo integralmente il testo che descrive queste vie:
85. a) In generale possiamo discernere, in quei bambini che soffrono e muoiono, una salvifica conformità a Cristo nella sua stessa morte e una intimità con Lui. Cristo stesso ha portato sulla croce il peso del peccato e della morte dell’umanità intera, e da allora in poi ogni morte e sofferenza è un combattimento contro il suo stesso nemico (cfr 1 Cor 15,26), una partecipazione alla sua battaglia, in mezzo alla quale possiamo trovarlo accanto a noi (cfr Dn 3,24-25 [91-92]; Rm 8,31-39; 2 Tm 4,17). La sua Risurrezione è la fonte della speranza dell’umanità (cfr 1 Cor 15,20); soltanto in Lui si trova la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10); e lo Spirito Santo offre a tutti la partecipazione al suo mistero pasquale (cfr Gaudium et spes 22).

86. b) Alcuni dei bambini che soffrono e muoiono sono vittime della violenza. Nel loro caso, avendo come riferimento l’esempio dei Santi Innocenti, possiamo ravvisare una analogia con il Battesimo di sangue che reca la salvezza. Anche se inconsapevolmente, i Santi Innocenti hanno sofferto e sono morti per Cristo; i loro carnefici erano mossi dall’intento di uccidere il Bambino Gesù. Proprio come coloro che hanno tolto la vita ai Santi Innocenti erano spinti dalla paura e dall’egoismo, così la vita dei bambini di oggi, in particolar modo quelli ancora nel grembo materno, è spesso messa in pericolo dalla paura e dall’egoismo altrui. In questo senso si trovano in una condizione di solidarietà con i Santi Innocenti. Non solo, sono anche in una situazione di solidarietà con il Cristo che ha detto: «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). È vitale che la Chiesa proclami la speranza e la generosità che sono intrinseche al Vangelo ed essenziali per la tutela della vita.

87. c) È anche possibile che Dio semplicemente agisca per dare il dono della salvezza ai bambini non battezzati in analogia al dono della salvezza dato sacramentalmente ai bambini battezzati . Possiamo forse paragonare un caso del genere al dono immeritato che Dio fa a Maria nel momento della sua Immacolata Concezione, attraverso la quale Egli semplicemente agisce per donarle anticipatamente la grazia della salvezza in Cristo.

Dunque sembra che nell'orizzonte della cattolicità si possa sperare per tutti gli innocenti.

È certo che poter sperare che i milioni di bambini non nati negli ultimi trent'anni non siano semplici parti di scarto di un'umanità che si avvia cantando verso uno splendido e organizzato avvenire è un cambiamento di mentalità non piccolo. La Commissione Teologica apre con questo documento la prospettiva di mistero di questo olocausto, che diventa un punto drammatico nella storia della salvezza, e come tale lo consegna alla meditazione di tutti i cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà.



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