sabato 16 giugno 2007

LETTERA APERTA DI DON LUIGI GIUSSANI,DOPO L'UDIENZA CONCESSAGLI (1979)

Di seguito pubblichiamo una lettera aperta di don Luigi Giussani ai gruppi di Comunione e Liberazione, dopo l’udienza concessa da S.S. Giovanni Paolo II, dal titolo «Serviamo Cristo in questo grande uomo», tratta dalla rivista Litterae Communionis CL, n. 2 del 1979.
..... "Non c’è quindi da una parte la fede e dall’altra gli interessi, gli impegni della vita, il lavoro. No. La fede è la sorgente del criterio per affrontare tutti i problemi dell’esistenza, ed è nella fede che si deve radicare il nostro comportamento nell’ambiente, che è come il terreno in cui si sviluppano tutti i problemi".....



Carissimi amici,
come probabilmente avrete saputo, ho avuto il dono grande di poter parlare con il Papa, a lungo, della nostra vita e di quello che vorremmo essere in questa nostra amata Chiesa e in questa nostra amata terra. Mentre ero davanti a Lui, mi domandavo: Quale ragione la mia vita offre agli occhi del Papa perché Egli mi conceda tutto questo? La ragione è la vostra vita, la vita di tutti voi, miei amici e compagni di cammino, tutta la vostra fede, il vostro impegno operoso, la vostra generosità, la vostra capacità di sacrificio. Questo è il motivo vero per cui sono stato ricevuto. Ed ero pieno di stupore, di vergogna di me stesso, di gratitudine al Papa e a voi.

Vorrei riassumervi il messaggio riecheggiato nelle Sue preoccupazioni e nel Suo atteggiamento:
1. Gesù Cristo è la verità di tutto l’uomo, e la fede è la forma di tutta la vita e la sua operosità.
2. Non c’è quindi da una parte la fede e dall’altra gli interessi, gli impegni della vita, il lavoro. No. La fede è la sorgente del criterio per affrontare tutti i problemi dell’esistenza, ed è nella fede che si deve radicare il nostro comportamento nell’ambiente, che è come il terreno in cui si sviluppano tutti i problemi.
3. In particolare, è necessario che la fede si esprima come cultura. È infatti la cultura che determina il volto di un popolo, esprimendone la storia. La nostra fede non deve avere “complessi di inferiorità” di fronte alla cultura dominante.

Come vedete, è la conferma di quanto continuamente Egli dice alle folle dei mercoledì e delle domeniche. Abbiamo sempre detto che, per verificare e rendere matura la nostra fede, dobbiamo coinvolgerci con un avvenimento in cui essa vive in modo tale che anche a noi viene voglia, luce e coraggio per seguire. Questo Papa è l’avvenimento che Dio ha suscitato, incarnando in esso ed esaltando davanti ai nostri occhi la storia di fede e di martirio del popolo polacco. La figura umana di questo Papa è il fatto concreto con cui coinvolgerci per guardarLo, ascoltarLo e immedesimarsi con la Sua mentalità, seguirLo.

Appena uscito dall’udienza, nel cuore della mia gioia provavo un senso di responsabilità grande: una volontà di servire quell’uomo con tutte le mie forze e con tutta la mia vita. Questa responsabilità vorrei che ci investisse tutti. Amici miei, in un mondo dove la fede è così smarrita e l’ingiustizia è così grande, scuotiamo la nostra inerzia, spacchiamo il nostro egoismo, travolgendo il nostro borghesismo.

Amici miei, serviamo questo uomo, serviamo Cristo in questo grande uomo con tutta la nostra esistenza.

Con molto affetto,
don Luigi Giussani



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