venerdì 23 novembre 2007

AD AVVENIRE NON PIACE COME IL CARDINALE MARTINI ELOGIA " L'ATEO CHE E' IN NOI"

Tratto dal blog Settimo cielo | Sandro Magister il 20 novembre 2007

È un crittogramma difficile da decifrare l’articolo di Elio Guerriero a pagina 29 di “Avvenire” del 20 novembre. Ma una cosa si capisce al volo. Che è un rimprovero al cardinale Carlo Maria Martini per quello che ha scritto sul “Corriere della Sera” di quattro giorni prima.

Parlando della fede in Dio in un articolo sulla rivista “Kos” del San Raffaele, anticipato dal “Corriere”, Martini aveva scritto:

“Gesù affidò i poveri di spirito, i miti e i puri di cuore delle beatitudini agli apostoli e ai vescovi, con il compito di proteggerli perché possano restare fedeli nella loro confessione preziosa per i credenti e i non credenti…”.


“Nessuno di noi è lontano dall’esperienza dell’ateismo o meglio dell’ignoranza su Dio. C’è in noi un ateo potenziale che grida e sussurra ogni giorno le sue difficoltà a credere. Su questo principio si fondava l’iniziativa della ‘Cattedra dei non credenti’, che voleva ‘porre i credenti in cattedra’ e ‘ascoltare quanto essi hanno da dirci della loro non conoscenza di Dio’”.

Su queste parole il “Corriere” è andato a nozze. Ha titolato: “C’è una voce in ognuno di noi che ci spinge a dubitare di Dio”. E nel lancio in prima pagina: “Il cardinale e la fede: la tentazione dell’ateismo”.

Ma al giornale della CEI la sortita del cardinale non è piaciuta per niente. Nella sua replica, intitolata “Dibattito. Le tenebre di Dio e la beatitudine dei semplici”, Guerriero richiama la “notte oscura” attraversata da Madre Teresa di Calcutta e san Giovanni della Croce, da Meister Eckart e Angelo Silesio, da santa Caterina da Siena e santa Teresa di Gesù Bambino. Per dire però che in Martini c’è “un salto logico e un distacco da questa tradizione”. La direzione verso cui muove il cardinale è “una crescente indistinzione tra fede e non fede”. Che rischia di mettere in pericolo la fede dei semplici, invece che proteggerla come un pastore della Chiesa dovrebbe.

Così Guerriero conclude la sua nota:

“Gesù affidò i poveri di spirito, i miti e i puri di cuore delle beatitudini agli apostoli e ai vescovi, con il compito di proteggerli perché possano restare fedeli nella loro confessione preziosa per i credenti e i non credenti…”.

Guerriero è direttore della rivista teologica “Communio” fondata da Joseph Ratzinger e Hans Urs von Balthasar e curatore dell’edizione italiana del libro dell’attuale papa: “Gesù di Nazaret”.

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