sabato 10 novembre 2007

COMMOVENTE TESTIMONIANZA


E non dimentichiamo l´articolo di fede piú bello del CREDO “credo la rissurrezione della carne, la vita eterna”.
L´ospedale é parte integrante del Credo e no un´appendice. Per questo ogni istante vissuto con i miei ammalati é il rinovarsi della fede, atraverso il martirio della caritá
Carissimi amici
“Ricordati che devi morire” (memento mori) “memorare novisima tua et in aeternum non pecabis” (ricordati che devi morire e non peccherai mai) ci insegnavano quando ancora il cuore dell´uomo non era offuscato per l´orgoglio di oggi e la chiesa ricordava incessantemente all´uomo la bellezza del suo destino. Novembre, per noi della clinica é un mese di festa per noi chiesa militante (medici, infermieri, personale, etc) chiamati a contemplare tutti i giorni la chiesa purgante quanti



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(muoiono ogni settimana) e la chiesa trionfante (i piú dei 350 che in tre anni abbiamo accompagnato in paradiso. L´ultimo é di ieri e si chiamava Julian, 43 anni, ammalato di AIDS, con sua moglie (diventata tale alcune settimana fa quando ho celebrato il loro matrimonio dopo anni di concubinato e anche il battesimo della piccolina Belen di 2 anni, loro figlia, siero positiva) é morto nelle prime ore del mattino. Corro al suo capezzale, é ancora lucidissimo ma giá la morte aspetta che io termini il bellissimo dialogo con lui per prenderselo. Riferisco il dialogo:
“Julian é arrivata l´ora”, “Si, padre, lo sento e non vedo l´ora che il Signore mi prenda”. “Julian desideri finalmente vedere Gesú e la Madonna?” “Si padre, tanto”. “Hai paura della morte?” “No padre, sono giá molto stanco di soffrire”. “Mi saluterai il mio Gesú e la mia cara Madonnina?”
“Si padre Aldo te li saluteró”. “Li dirai che mi perdonino se sono ancora cosí poco apassionato a loro...peró di a loro anche che li amo tanto e mi aiutino” “Si padre”. Bellissimo e commovente questo dialogo. Prima di lasciarlo, sapendo che giá la morte era dietro di me ed aveva fretta, gli dico: “Julian non preoccuparti per Graziella, tua moglie e i tuoi bambini. Tu dal cielo fai la tua parte ed io qui, finche avró fatto la mia”. Gli diedi un grande bacio, chiedendogli di fare lo stesso...e mi stampó sulla moscella destra un bacione. Chiamai le infermiere perché lo accompagnassero tenendogli le mani e lasciai alla morte fare il suo lavoro.
Alcuni minuti, e Julian era morto. Lo guardai, un sorriso di paradiso sulla bocca. Celebrai il funerali e gli diedi l´ultimo bacio, come faccio con ogni morto prima di sepellirlo.
Al ministro della sanitá che alcuni giorni fa é venuto a vedere il nostro ospedale ed era letteralmente comosso alle sue domande ho cosí risposto:

Ministro: Padre qual é il segreto della bellezza e del modo con cui gestite la clinica
P. Aldo: la presenza durante le 24 ore del giorno dell´unico direttore generale che é il Cristo Eucarestia, esposto nel centro della clinica.
Ministro: ho visto e letto la “carta magna” della clinica, e vorrei che me la spiegasse meglio.
P. Aldo: é molto semplice: l´ammalato é Cristo per cui tutto il personale deve stare davanti a Lui come davanti alla Eucarestia: in adorazione, anche fisicamente.
Ministro: come avvengono i turni di guardia?
P. Aldo: ogni turno cosegna le cartelle di ogni paziente davanti al Santissimo Sacramento, in ginocchio. Poi prima di andare nella infermeria oguno deve salutare i pazienti uno per uno.
Ministro: nella riunione “tecnica” che fate ogni giovedí come parlate di ogni ammalato?
P. Aldo: da due settimane partecipo anche io e mi sono reso conto che debbo aiutare medici e responsabili a guardare l´ammalato nella sua totalitá e non piú solamente dal punto di vista solo medico “tecnico”. Guardare e parlare di oguno come guarda e parla Gesú ad oguno di noi.
Ministro: mi hai detto che ogni giorno fai la processione Eucaristica nella clinica. Mi puoi spiegare meglio?
P. Aldo: Si, signor Ministro. Alla mattina con tutto il personale facciamo alcuni minuti di adorazione e poi parto la comunione agli ammalati cosciente di ció che ricevono. Dó la comunione, bacio ogni paziente e mi inginocchio davanti ad oguno di loro. Cosí rifaccio gli stessi gesti sia nella procesione di mezzogiorno che in quella della notte. Inginocchiarmi davanti ad oguno é riconoscere che L´Eucarestia che porto nelle mani in modo solenne vive nel Cristo che é ammalato. Per me é la stessa cosa. Non solo, ma con i bambini ammalati, li tocco e li faccio il segno di croce, perché loro innocenti sono una ostia bianca, sono Gesú bambino.
Ministro: ma perché prima di chiudere la bara dai ad oguno un bacio in fronte?
P. Aldo: perché é un figlio che saluto, certo di rincontrarlo in paradiso.
Ministro: ma alcuni sono in condizioni pietose, con membra putrefatte, pieni di vermi, etc. Come fai?
P. Aldo: O riconosci Cristo e allora anche i vermi non ti fanno problema. E in questo gli infermieri sono un esempio commovente.
Ministro: Ho visto che avete una mendicante con il naso mangiato dal cancro. Una cosa terribile e da volta stomaco..
P. Aldo: La suora che l´attende si é messa a piangere come una bambina vedendo la sua sofferenza ed ogni giorno la pulisce, la cura e aspettiamo di operarla al piú presto. Ministro é Gesú, anche se puó fare ribrezzo.
Ministro: P. Aldo, qual´é il problema di una riforma sanitaria.
P. Aldo: E´il Papa a ripetercelo: “nessuno potra curare in modo adeguato un ammalato se non gli permette di incontrare l´amore di Dio”

Cari amici questo é il dialogo avvuto con il signor Ministro Oscar Martinez, presente il senatore Alejandro Velazquez che con un affetto particolare sta lottando perche nella finanziaria che si sta discutendo nel parlamento sia riconosciuta la clinica per ammalati terminali, come un´opera che lo stato deve aiutare, perché segua evidente, segno di cosa vuol dire ospedale, salute, dolore e anche la morte.
Sono sempre piú convinto che senza questa posizione gli ospedali non servono a niente e i medici sono peggio degli stregoni.
Vale quanto detto da Gesú: “é meglio entrare in paradiso con una gamba sola che andare all´inferno con tutte due”
Certamente senza la coscienza che il medico, le enfermiere, l´ospedale stesso esiste per vivere quanto affermiamo nel credo “propter nos homines y propter nostram salutem descendit de cielo” e tutto diventa disumano.
E non dimentichiamo l´articolo di fede piú bello del CREDO “credo la rissurrezione della carne, la vita eterna”.
L´ospedale é parte integrante del Credo e no un´appendice. Per questo ogni istante vissuto con i miei ammalati é il rinovarsi della fede, atraverso il martirio della caritá.
Con affetto

P. Aldo

Postato da: vrniro a 12:36 | link | commenti


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