sabato 12 gennaio 2008

STRANAU PENTOLE E COPERCHI;PIZZA E FICHI,OSSERVATORE ROMANO


Ciao a tutti,
si può criticare qualcosa che non si conosce? Di solito no, non è bello. Eppure sembra diventato uno sport nazionale.

Ieri, per esempio, su Il Giornale il vicedirettore Michele Brambilla ha firmato un articolo titolato "Aborto, le lettere dello scandalo", in cui si commenta il fatto che molti cattolici hanno scritto al Foglio aderendo alla proposta di moratoria sull'aborto. Nel pezzo a un certo punto si legge:


"La proposta di una moratoria sull’aborto ha reso finalmente visibile, dalle colonne de Il Foglio, un popolo mai rappresentato dai grandi giornaloni, e nemmeno da una stampa cattolica resa prudente dal timore di venir tagliata fuori dal mondo. Perchè diciamo la verità: neanche Avvenire e Famiglia Cristiana parlano così forte e chiaro come parla oggi Giuliano Ferrara. Là si legge pure che la 194 è "una buona legge", da "non toccare" ma semmai "da applicare meglio". (Che strano. Ventisette anni fa, quegli stessi giornali diedero battaglia per abrogarla, quella legge varata con l'ipocrita nome di "tutela della maternità": è forse cambiato qualcosa da allora?). Qua, voglio dire sul Foglio, Ferrara scrive invece che "l'aborto è un omicidio". ecco perchè questo popolo ha trovato solo ora una casa."


E siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi, fra gli esempi delle lettere citate nel pezzo se ne riporta un brano di una, scritta da un'ostetrica di settant'anni, che i lettori di Avvenire sanno riconoscere: è Flora Gualdani di Arezzo, la cui intervista - la prima su un giornale nazionale - campeggiava su Avvenire il giorno in cui si votavano i referendum sulla legge 40. L'ultima sua lettera pubblicata su Avvenire -inserto E' Vita - riguardava la pillola anticoncezionale, poco prima di Natale.

E sempre per via delle pentole scoperchiate di cui sopra, il coraggioso articolo che incrimina Avvenire, che iniziava in prima pagina, era sormontato da un titolone "Pillola per abortire? in ospedale la danno già" E sotto: "abbiamo scoperto che un medico di Trento l'ha somministrata a 300 donne".
Peccato che la scoperta de Il Giornale sia un pochettino stantìa: quegli ardenti sostenitori della 194 de L'Avvenire l'avevano scritta giusto dieci mesi fa, nel marzo del 2007, riportando la testimonianza di una donna che aveva assaporato le delizie della procedura abortiva farmacologica, alla ricerca dell'embrione espulso nell'acqua del water del cesso dell'ospedale.

Se ne può leggere su "E' vita" del 22 marzo del 2007, come potete vedere qua:
http://www.avvenireonline.it/NR/rdonlyres/7A3C64A8-B90B-4780-9760-5EF71C02CD3B/0/2203VIT3.pdf
come anche nelle pagine di cronaca di quei giorni, sempre sullo stesso giornale abortista.

E adesso, dopo aver ospitato edificanti editoriali per la vita, in cui si legge che l'aborto è un omicidio - certo, quelli di Avvenire non l'hanno mai detto, no, mai, sicuramente, non lo dicono mai, ma neanche lo fanno capire, e quando riportano i discorsi del Papa lo scrivono piccolo piccolo per non farlo leggere, e poi aggiungono tra parentesi "ma non bisogna toccare la 194" - quelli de Il Giornale stanno coerentemente santificando la pillola abortiva Ru486: ieri l'intervista ad Arisi, il medico trentino "scoperto" dall'intraprendente inviato, che cantava le lodi del metodo farmacologico; oggi, altra paginata di pura pubblicità alla pillola magica, compresa l'intervista al dr. Srebot, il medico di Pontedera famoso perchè secondo lui "Abortire con la Ru 486 è come viaggiare con sei airbag anziché con due".

Senza alcun contraddittorio, tacendo sulle morti, sugli effetti collaterali, praticamente su tutto, pareva di leggere un mix fra il Corriere della Sera e l'Unità.
Forse l'avranno fatto per evitare di essere confusi con quegli ardenti sostenitori della 194 de l'Avvenire, quel giornale timoroso che da due anni guida la campagna italiana contro la Ru486 portando dati, fatti, interviste a esperti italiani e stranieri, riassunti di articoli scientifici, dossier, report di convegni internazionali, che denuncia che con l'introduzione della Ru486 si vuole in realtà allargare le maglie della legge per poi modificarla, come è successo in tutto il mondo (basta vedere la vicina Francia), per fare l'aborto a domicilio.

Poi, quando arriva la pillolona fai-da-te, con la moratoria sull'aborto ci facciamo pizza e fichi.

Quel giornale timoroso che da due anni ospita, unico in Italia, ogni settimana un inserto di bioetica e biopolitica con notizie ed approfondimenti sulle nuove tematiche portate dalle tecnoscienze.

Per favore, che qualcuno mandi a Il Giornale una mail corta corta, con una segnalazione: www.avvenire.it. Magari gli è sfuggita.

E mentre al Giornale intervistano Srebot, quegli abortisti di Avvenire scrivevano questo pezzo sulla Ru486:
http://www.avvenireonline.it/Vita/Articoli/Commenti/20080110.htm

E pensare che nella mail di ieri si diceva dell'orgoglio cattolico....

Segnalazione: su l'Osservatore Romano di oggi interessantissima recensione de "L'Unione Sovietica e la Shoah", di Antonella Salomoni. Tanto materiale inedito, a partire da quello sull'eccidio di Babij Jar, simbolo della memoria censurata. Da leggere: http://www.stranau.it/news/news_0801/urss_shoah.htm

Buona giornata
Assuntina Morresi

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