mercoledì 1 agosto 2007

I RAGAZZI SI RINCHIUDONO NEL PAESE DEI BALOCCHI.....


I ragazzi si rinchiudono nel paese dei balocchi mentre il gatto e la volpe salgono in cattedra
Tempi num.30 del 26/07/2007
di Risè Claudio


di Risè Claudio

Nelle vacanze in famiglia ci si accorge meglio di alcune cose. Per esempio della curiosa repubblica degli adolescenti, nella quale i figli entrano in realtà quando sono ancora bambini, ed escono solo parzialmente, se tutto va bene, verso la fine del scuole superiori. È un fenomeno molto nuovo, sul quale riflettiamo ancora poco, limitandoci a deplorare gli eccessi, o le stupidità, dei ragazzi, e a chiederci perché avvengano. Infanzia e adolescenza, naturalmente, ci sono sempre state e hanno sempre avuto, oltre ad aspetti bellissimi, manifestazioni in buona parte irritanti e incomprensibili per gli adulti. Esse derivavano sia dall'interesse per la scoperta e la sperimentazione che è proprio dell'adolescente, sia dal fatto che egli vive in un mondo già in parte diverso da quello in cui si sono formati i genitori, che anticipa le inquietudini e i cambiamenti di domani. Se a questo si aggiunge la necessità dei ragazzi di confrontarsi con i grandi, il loro bisogno (anche inconscio) di metterne alla prova il modello educativo, in modi spesso reattivi e molto immediati, la tradizionale miscela esplosiva dell'adolescenza è pronta.
A tutto questo, però, oggi si è aggiunto dell'altro. Vale a dire la formazione e organizzazione, a opera della stessa società degli adulti e con fini in gran parte commerciali, di una società degli adolescenti quasi completamente separata dalla loro. Un gigantesco e pluriennale paese dei balocchi, nel quale le comunicazioni col mondo adulto sono estremamente ridotte, irrilevanti. Tranne che con una serie di "opinion maker", opinionisti che sono anche organizzatori e protagonisti di questo mondo adolescenziale, un po' come il gatto e la volpe nella storia di Pinocchio. Pubblicitari, responsabili dei palinsesti tv, star dello spettacolo, ma anche capi politici legati al mondo giovanile (leader di centri sociali, "disobbedienti", organizzatori di siti diretti a quella fascia di età.), tutti costoro possono uscire dalla nube di disinteresse che inghiotte, agli occhi degli adolescenti, il mondo degli adulti, e aprire un banco vendita nel paese dei balocchi dei ragazzi. Un paese in gran parte caratterizzato, come quello inventato da Collodi, appunto dall'etica del disimpegno e della deresponsabilizzazione.
Una società dei consumi non controllata da una direzione politica dell'educazione è in gran parte responsabile della costituzione di questo mondo adolescenziale autoreferenziale, che anziché scrutare i percorsi della crescita si avvita narcisisticamente su se stesso. La famiglia confusa e spesso divisa (anche quando i genitori rimangono magari insieme, ma senza una vera unità di intenti educativi) contribuisce in modo decisivo a quest'apartheid giovanile, scelta dai ragazzi per pigro edonismo, ma che rischia di diventare rapidamente emarginazione dal mondo reale. Decisiva, però, per la vittoria del mondo dei balocchi, è la scuola.
Educazione e apprendimento infatti sono antagonistici al mondo dei balocchi, in cui i giovani scivolano appunto quando non vanno a scuola. Oppure quando è la stessa scuola a travestirsi da mondo dei balocchi. In entrambi i casi si sviluppa una regressione, il costo più alto della quale viene pagato proprio dai clienti del luna park giovanile: i (solo apparentemente spensierati) ragazzi.
http://claudiorise.blogsome.com

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