venerdì 24 agosto 2007

IL PROF CHE BOCCIA LA SCUOLA

Cosa porta al Meeting un grande matematico come Laurent Lafforgue, medaglia Fields (riconoscimento equivalente al premio Nobel) nel 2002 per le sue ricerche in campo geometrico? Il caso. Quel caso che, come scrive Einstein, “è Dio che passeggia in incognito”. Quel caso che ha avuto la forma di alcuni amici che avevano suggerito a Luca Doninelli di andare a vedere gli scritti di un certo Lafforgue, in grande sintonia con l’idea di educazione tante volte discussa qui a Rimini.
. In un successivo incontro lo stesso Doninelli ha scoperto che questa sintonia si spinge anche alla stessa passione per un autore come Charles Péguy. Di qui, inevitabile, l’invito a partecipare al Meeting. Il titolo dell’incontro “Matematica e condizione umana” ha certamente suscitato curiosità, per la vicinanza di due termini, “matematica” e “condizione umana”, che appaiono del tutto slegati. Ricorda il titolo di un racconto di Achille Campanile, “Gli asparagi e l’immortalità dell’anima”. Eppure di matematica, da noi, si parla da qualche mese, in quanto il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha mostrato preoccupazione per il basso livello di conoscenza degli studenti italiani di questa disciplina. “Le radici della rovina della scuola risiedono nella messa in discussione intellettuale e pratica della nozione di persona umana, della sua libertà, della sua responsabilità, e della nozione di verità oggettiva. Nel contempo, la distruzione della scuola impedisce ai
bambini di diventare pienamente persone”,
esordisce Lafforgue che vuole parlare da matematico cristiano, come sottolinea. Lafforgue si sofferma a lungo sulle cause di natura filosofica che considera alla radice del degrado della scuola di questi ultimi anni, che si sono tradotte in una sempre minore considerazione
assegnata alle discipline scientifiche, ed alla matematica in particolare, nella formazione degli studenti in quanto considerate “discipline disumanizzanti”. La cosa che più colpisce nell’intervento di Lafforgue è che la passione per l’educazione, che lo ha portato a prendere posizioni assolutamente controcorrente nel suo paese, nasce proprio da un’educazione ad un rapporto con la realtà forgiatosi anche attraverso un approccio alla matematica come esperienza di bellezza, stupore e quindi come fattore educativo di umanità. Questo Lafforgue lo spiega attraverso tre considerazioni.

1 Innanzitutto la conoscenza matematica è oggettiva,
una volta che un risultato è stato correttamente dimostrato, è patrimonio di tutti e deve essere riconosciuto da tutti. Ciò aiuta a creare una comunità scientifica e quindi ad instaurare relazioni umane.

2In secondo luogo la matematica consiste essenzialmente nel comprendere fenomeni intellegibili, non nel produrre risultati che colpiscano il profano o abbiano secondi fini; questo la rende qualcosa di prossimo all’amore, nel senso della carità.

3Infine la matematica cerca di esplicitare la ragione stessa delle cose, e come tale è un’educazione al rapporto con tutta la realtà.Salvatore Ingrassia

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