giovedì 16 agosto 2007

INTERVISTA AL SACERDOTE RAPITO

di Andrea Torniello

D. – Lei ha detto che ha pregato con i suoi rapitori: come è successo?
R. – Perché loro pregavano tre volte al giorno, e quando pregavano loro pregavo anch’io, e dentro di me, l’idea che mi facevo, le prime volte, sai, vedere loro pregare e pregare io … la mia idea, la mia domanda era: ma stiamo pregando lo stesso Dio? Perché se è un Dio della pace e della misericordia, come mai loro pregano, con un fucile alla destra e me prigioniero alla sinistra? Mi sembrava una grande contraddizione, no? Per cui, io chiedevo loro informazioni e la loro risposta è stata molto semplice: loro mi hanno detto che Allah è nel loro cuore ma non nel loro lavoro. E questo anche per molti cristiani è uguale: cioè Dio esiste, però nelle nostre scelte quotidiane siamo noi che prendiamo le decisioni: Dio non c’entra niente, no? E credo che sia tra i cristiani che tra i musulmani questa è una cosa sulla quale dobbiamo riflettere

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