giovedì 10 gennaio 2008

STRANAU PER RISOLVERE UN PROBLEMA

Ciao a tutti,
per risolvere un problema, ci devi entrare dentro. L'ho sentito in un vecchio film western, e mi pare giusto. E ultimamente c'è stato un problemone di cui si è parlato e si sta parlando molto, anche - ma non solo - per via di Giuliano Ferrara, che ci si è buttato come sa fare lui, con tutte le energie: l'aborto. Un problemone, per risolvere il quale tanti ci sono entrati dentro, prendendo - come si dice - il toro per le corna.

Una di queste persone è Paola Bonzi, responsabile del Centro di Aiuto alla Vita della Mangiagalli di Milano: ne hanno scritto prima Avvenire e poi il Foglio dicendo che il Cav stava chiudendo per mancanza di fondi - sempre per la penna di Eugenia Roccella, che ha parlato di questa fantastica donna che dirige un centro grazie al quale l'anno scorso sono nati 833 bambini che, senza di lei e dei suoi collaboratori, sarebbero stati abortiti. Le amministrazioni a questo punto si sono messe in moto facendosi carico del problema: la Corradi ha rilanciato ancora su Avvenire, e poi ha ripreso Giuliano Ferrara che ci ha fatto il suo digiuno liquido natalizio, ma già al secondo giorno la procedura amministrativa era conclusa, e i soldi sono arrivati dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano.

Un'altra è la mia amica Patrizia Vergani, ginecologa a Monza. Riporto di seguito, dal Giornale di Monza 8.1.2008:



LA STORIA
Due coniugi di Pescara ringraziano il dottor Nicola Strobelt e l'èquipe dell'Ostetricia del Vecchio

SALVATE GEMELLINE DA UNA DIAGNOSI TERRIBILE DI MORTE E MALFORMAZIONI

Monza - Hanno voluto ringraziare il loro angelo monzese raccontando la loro esperienza sul settimanale cattolico «Famiglia cristiana». Protagonisti di questa bella storia di vita e di speranza i coniugi di Pescara Raffaella e Stefano Schirato che devono alla professionalità e sensibilità del dottor Nicola Strobelt la gioia oggi di potere abbracciare le gemelline Giulia e Sofia. Una storia iniziata quasi per caso quando Raffaella, all'epoca incinta, durante un soggiorno a Monza, decise di sottoporsi a un'ecografia morfologica al San Gerardo. La diagnosi fu spietata: le gemelline che portava in grembo erano affette dalla Sindrome di trasfusione feto fetale che molto spesso provoca la morte di uno dei due bambini e la nascita dell'altro con gravi ritardi psico-motori. Una diagnosi che lascia poche speranze e spesso induce i genitori a optare per la terribile scelta dell'aborto. Non però nel caso dei coniugi Schirato. «Ricordo il volto dei genitori quando annunciai loro la notizia - ha raccontato il dottor Strobelt - Chiesero consulti in altri centri in tutta Italia, ricevendo sempre pareri negativi».
A Monza, però, hanno trovato la risposta e il sostegno che cercavano. Di professionisti che, malgrado la prognosi difficile, si sono presi in carico la gravidanza che la coppia, comunque, voleva portare avanti.
«E' importante e doveroso per un medico offrire strumenti e approcci di cura e sostegno a coppie che non scelgono la strada dell'aborto - ha continuato - Sono stati seguiti dall'équipe della dottoressa Patrizia Vergani, ideatrice e promotrice di un protocollo di assistenza conservativo e propositivo oggi esportato in vari centri italiani». Che nella storia di Giulia e Sofia si è rivelato vincente. Oggi entrambe stanno bene. «Ma non sono mancate paura e apprensione anche dopo il parto - ha concluso - Oggi guardo con immensa gioia l'immagine felice e sana delle due gemelline e il bel rapporto umano che ancora mi lega ai genitori».

Chi ha orecchie per intendere intenda, diceva Qualcuno.
La morale è semplice: battaglie culturali, polemiche, moratorie, discussioni, mail come questa, e chi più ne ha più ne metta, hanno senso se c'è gente disposta a condividere il dolore, la fatica, la solitudine di donne in difficoltà, di maternità difficili. Condividere i bisogni per condividere il senso della vita - è una frase che molti di noi già conoscono, e non potrebbe essere più vera che nel caso dell'aborto.

E se adesso si può parlare di moratoria, è perchè in questi trent'anni c'è stata gente che, come Paola Bonzi e Patrizia Vergani, e tanti altri ancora, la moratoria - se così si può dire - l'hanno chiesta e fatta concretamente tutti i giorni, spesso nel silenzio generale. Siamo contenti che Giuliano Ferrara sia sulle nostre posizioni, e se uno intelligente come lui ne ha fatto una battaglia dopo trent'anni, per molti altri ce ne vorranno probabilmente trecento. E se lui ha meritoriamente ripubblicato l'Humanae Vitae sul Foglio, è perchè quarant'anni fa qualcun altro l'ha scritta, nella solitudine e con i cartelli di protesta in piazza San Pietro. E perchè qualcun altro poi ha scritto l'Evangelium Vitae, e insomma ci siamo capiti.

La moratoria che Ferrara ha lanciato sta prendendo la strada che le compete, cioè quella internazionale. Ecco qua un comunicato stampa di Rocco Buttiglione che lo spiega bene:

Comunicato stampa
Il presidente dell’UDC, Rocco Buttiglione, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Il governo italiano si faccia promotore di un documento delle Nazioni Unite contro l’uso dell’aborto come strumento di prevenzione delle nascite. È questo il principio contenuto nella Legge 194.
Non ci sarebbe quindi nessun motivo per cui il governo italiano e le forze della maggioranza che lo sostiene non debbano schierarsi a favore di una simile presa di posizione, ma va a colpire uno dei punti più dolenti della realtà dell’umanità di oggi.
In molti paesi l’aborto non è permesso, è obbligatorio e viene usato come strumento per la riduzione del numero delle nascite e non come un rimedio di assoluta emergenza davanti a situazioni di grande difficoltà nella vita della donna.
Se la sente il governo Prodi di iniziare questa battaglia? Se lo facesse avrebbe il nostro appoggio incondizionato.
Sarebbe il modo migliore di rispondere all’appello del Papa di oggi che certo non si rivolge prima di tutto alle vicende interne italiane sulle quali altre e distinte iniziative intendiamo porre, ma tocca il dramma mondiale dell’aborto obbligatorio che coinvolge centinaia di milioni di donne nel nostro pianeta”.

Ecco un comunicato di Mario Mauro che spiega sempre la storia dell'internazionalizzazione, e anche il famoso discorso del Papa agli ambasciatori:

http://www.votamauro.it/Default.aspx?tabid=355

Infine, un mio editoriale di oggi su Avvenire, in risposta a chi sembra proporre uno "scambio": no all'aborto tardivo, si alla Ru486:

http://www.mascellaro.itweb/index.php?page=articolo&CodArt=18824

Buona giornata
Assuntina Morresi

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