venerdì 1 agosto 2008

GRAZIE A NERINA CHE MI HA SEGNALATO QUEST'ARTICOLO

Grazie Nerina .
E' importante sapere che lo stesso dramma puo' essere vissuto con modalita' differenti.
Siamo ormai impregnati da una mentalita' tesa solo al nulla,alla dimenticanza,all'allontanamento delle vere domande sulla vita.
Persone come Eluana,come i tanti disabili danno fastidio perche' ci interrogano e nessuno lo desidera perche' nessuno grida quanta possibilita' di letizia vera puo' esserci stando accanto a queste persone


Moyra, storia di un amore che non ha fine
Il contributo di una nostra lettrice sulla vicenda di Moyra Quaresmini, per cui i parenti non chiedono la sospensione dell’alimentazione, ma eventualmente di essere sostenuti dalla società che si dice civile, nelle incombenze quotidiane.

di Tempi
Ho incontrato la famiglia Quaresmini, abitano a Nova Milanese e hanno una figlia come Eluana Englaro, mi ha chiamato una loro vicina di casa e mi ha detto "vada a trovarli, racconti la loro storia, ci raccontano solo storie brutte" ed io ho raccolto l'invito:

Nel 2000 Moyra, sposata da 5 anni, attendeva il primo figlio, una bimba, che avrebbe dovuto nascere il 18 gennaio.
Tutti attendevano Asia: la futura nonna l'aveva vista nell'ecografia succhiarsi il dito, ed anche il futuro nonno Faustino aveva potuto vederla attraverso lo schermo quando, mancavano pochi giorni al termine della gestazione.
Invece, un'embolia amniotica, la corsa all'ospedale, Asia muore e la sua mamma va in coma...



Moyra, storia di un amore che non ha fine

La signora Giovanna è la mamma di Moyra Quaresmini e mi accoglie sul portone di casa con un sorriso gioviale, abitano a Nova Milanese, una zona tranquilla di questo paese dell'hinterland milanese. Il nostro primo incontro è stato telefonico e mentre si chiacchierava ho scoperto che, forse, c'eravamo già incontrate a Borghetto Santo Spirito, laddove le persone con handicap hanno l'occasione di trascorrere un periodo di vacanza nella casa dell'Unitalsi. Non avrei mai immaginato che sua figlia fosse la donna in coma vegetativo di cui avevo sentito parlare: ho sempre pensato che le persone in coma vegetativo stessero tutto il giorno stese in un letto ed invece sua figlia era in spiaggia, in carrozzina. Vedi il pregiudizio? Credi già di sapere, e questo non ti da modo di incontrare il vero.



Incontro Moyra per la prima volta mentre se ne sta seduta sulla sua sedia a ruote sul balcone di casa, è un'estate tiepida e lei si gode il sole del mattino che le bacia la pelle.

Arriva un'amica che viene a trovarla e a farle la manicure. Aveva tante amiche Moyra ma ora, mi racconta la mamma, solo qualcuna perché le altre preferiscono ricordarla com'era.

Mi viene spontaneo pensare che è una frase che si dice davanti alle persone defunte, ma Moyra non lo è, questo è certo, basta guardarla mentre sorride alla mamma che la bacia sul collo.

Sulle pareti della sua stanza le foto di prima, quando faceva la parrucchiera e quando progettava un futuro da moglie e mamma, prima di quel 13 gennaio, quando la vita ha fatto una giravolta e nulla di quello che si era pensato, immaginato, accarezzato è avvenuto come previsto.

Nel 2000 Moyra, sposata da 5 anni, attendeva il primo figlio, una bimba, che avrebbe dovuto nascere il 18 gennaio.

Tutti attendevano Asia: la futura nonna l'aveva vista nell'ecografia succhiarsi il dito, ed anche il futuro nonno Faustino aveva potuto vederla attraverso lo schermo quando, mancavano pochi giorni al termine della gestazione.

Invece, un'embolia amniotica, la corsa all'ospedale, Asia muore e la sua mamma va in coma.

Ora Giovanna e Faustino lo raccontano con serenità, capisci che hanno passato momenti atroci, ma anche che li hanno superati, che vivono una serenità ed una complicità che si coglie guardandoli.

Andiamo in cucina, papà Faustino ci prepara il cafè e la mamma porta tra noi anche Moyra, le fa bere il succo di frutta con il cucchiaino. Inizialmente Moyra era alimentata con la Peg, ne abbiamo sentito parlare molto in questi giorni: si tratta del sondino dal quale passa l'alimentazione per molte delle persone in coma vegetativo, come accade anche per Eluana Englaro, ma ora Moyra mangia con il cucchiaino, grazie alla pazienza e alla tenacia della sua mamma. Il sondino naso-gastrico serve solo per l'acqua, ma la mamma nutre la speranza che ci si possa liberare anche di quello.

Sul fornello si sta cocendo un coniglio e la casa profuma di buono.

Ci raccontiamo come se ci conoscessimo da sempre, papà Faustino è un pratico e mi racconta che bisognerebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno, che le persone in coma costano e che forse, dietro a questa frenesia di staccare il sondino che le alimenta, c'è anche una mentalità che considera le persone come Moyra un peso.

Sia chiaro, nessuno di noi vorrebbe fare certe fatiche, ma la vita a volte traccia sentieri imprevisti e tu, guardando questa famiglia, capisci che il loro hanno scelto di percorrerlo questo sentiero, è un eroico quotidiano, per certi versi come quello di tanti altri. - Ci sono malattie che non si vedono -, mi dice il signor Faustino, persone che non vanno in giro su una sedia a ruote e nessuno conosce la loro fatica e la loro pena, ma è la vita, ed è fatta anche di questo.

Il Comune manda due persone che tutte le mattine si occupano di Moyra, la lavano e la pettinano; poi l'Asl manda la fisioterapista ma, poi, rimangono il sabato e la domenica dove tutti i servizi si interrompono e, forse, si potrebbe pensare a migliorare questo aspetto. e Poi ci sono alcune forniture farmaceutiche che non sono gratuite, anche di questo bisognerebbe tenere conto.

L'amica di Moyra ci saluta. Prima di uscire accarezza Moyra sulle spalle ed è chiaro che a lei queste coccole piacciono.

Inoltre riesce a farsi capire quand'è in posizione scomoda o quando vuole farsi rimettere a letto, è chiaro che il grande amore e la serenità che trasmettono le persone che le stanno intorno l'aiutano a fare quei piccoli progressi che sono per lei una grande conquista.

Moyra e la sua famiglia sono una risorsa per tutti, non solo per chi vive e affronta lo stesso problema, ma anche per chi, come noi, è preso da mille altri problemi, per gli adolescenti che spesso cercano di "vivere la vita al massimo" rischiando di buttarla via. Passare qualche pomeriggio a casa dei signori Quaresmini potrebbe essere davvero uno scambio d'esperienze, toccare con mano come la vita sia bella, sempre, se accolta e coccolata anche nelle difficoltà.

Il coniglio è cotto e la signora Giovanna butta la pasta nell'acqua che bolle, tra un po' pranzeranno ed anche Moyra mangerà il pranzo frullato di mamma Giovanna, io li saluto, ma esco con la certezza di avere incontrato nuovi amici, persone che con la loro vita ti aiutano a guardare in modo differente anche al tuo destino.



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