martedì 26 agosto 2008

I CONIUGI BRASILIANI INAUGURANO IL CICLO "SI PUO' VIVERE COSI'

”......“C’è chi per vent’anni lavora per fare case, poi si ferma lì, consumato da una stanchezza che ti fa fermare”, ha detto concludendo l’incontro Vittadini. “Ma c’è anche chi fa come Cleuza e Marcos. Non gli basta l’attivismo, vogliono andare oltre. Così si comprende che c’è un’altra presenza, c’è qualcosa d’altro che cambia la propria vita e rende concrete e durature le cose. Essere protagonisti significa diventa dire sì a una prospettiva come questa: sentirsi felici perchè non ancora appagati”....




Testimonianza di Cleuza e Marcos Zerbini al MEETING a Rimini

“Grazie a voi per essere parte della mia vita”. Con queste commosse parole Marcos Zerbini, deputato al Parlamento dello Stato di San Paolo, Brasile, ha concluso il proprio intervento-testimonianza al Meeting di Rimini di fronte a oltre seimila persone riunite nell’auditorium principale allestito nei padiglioni fieristici. L’incontro ha costituito il primo appuntamento di un percorso chiamato “Si può vivere così” che porterà all’attenzione testimoni di esperienze significative.



Introducendo l’incontro Giorgio Vittadini, richiamando il titolo del Meeting ha affermato che “protagonista è colui che porta ragione del suo agire” e che come conseguenza “fa seguire i fatti, costruisce avvenimenti, mostrando una vita diversa”. Una vita diversa che Marcos e sua moglie Cleuza Ramos, responsabile del movimento “Trabalhadores Sem Terra” di San Paolo, hanno raccontato con semplicità dopo la proiezione di un breve video che riprendeva fasi della vita del movimento in San Paolo.

I Sem Terra, ha raccontato Cleuza Ramos, presero le mosse da problemi concreti evitando strettoie ideologiche ma cercando con pragmatismo la via risolutrice. “Eravamo senza una casa - ha detto la Ramos - e siamo riusciti a costruire un intero quartiere”. Poi gli altri problemi: l’acqua, la scuola. E l’università: “In Brasile solo pochi possono andare all’Università pubblica. - ha detto ancora- Ma le università private costano molto e per questo hanno molti posti vuoti”. Il movimento riuscì a stabilire delle convenzioni “così molti ragazzi possono ora studiare con costi ragionevoli ed affrontabili”. Ma questo espandersi del movimento in termini numerici e di opere non bastava. Il lavoro aumentava di continuo, ma sembrava venire meno il senso.

È toccato a Marcos Zerbini spiegare come fosse diventato indispensabile cambiare logiche e metodologie di lavoro nella ricerca di un senso. “Il significato andava ricercato nella propria esistenza e nel significato dell’esistere. Solo attraverso l’incontro con le persone di Comunione e Liberazione per noi è stata possibile una riflessione profonda”. “Cristo non vuole solo una parte di te. Vuole tutto. E a noi era chiesto tutto”. Come conseguenza - dice ancora Zerbini “ora il lavoro è molto più grande ma anche più leggero”.
Questo cambiamento di visione ha portato a dare nuovo significato anche ai rapporti più privati.

“fino a volere essere marito e moglie”, ha detto suscitando un brivido di commozione in sala. Ci è divenuto chiaro che non eravamo assieme solo per fare un’opera, ma perché Cristo ci aveva consegnato l’un l’altra per essere di aiuto vicendevole, per aiutarsi ogni giorno a ripartire da Cristo. E invece di separarci ci siamo sposati”.“C’è chi per vent’anni lavora per fare case, poi si ferma lì, consumato da una stanchezza che ti fa fermare”, ha detto concludendo l’incontro Vittadini. “Ma c’è anche chi fa come Cleuza e Marcos. Non gli basta l’attivismo, vogliono andare oltre. Così si comprende che c’è un’altra presenza, c’è qualcosa d’altro che cambia la propria vita e rende concrete e durature le cose. Essere protagonisti significa diventa dire sì a una prospettiva come questa: sentirsi felici perchè non ancora appagati”.

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